I Periodici

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I Periodici

Il Mazziniano custodisce rarissime raccolte di periodici del Risorgimento che rappresentano una miniera di notizie non altrimenti rintracciabili e uno specchio, specie dopo la libertà di stampa proclamata nel 1848, dell’opinione pubblica del tempo.
Si tratta di giornali politici, letterari, satirici, illustrati, popolari, cui una legione di intellettuali si dedicò per istruire, per esaminare nuove idee di progresso civile e di emancipazione sociale.
Fra i molti si incontrano: i più prestigiosi periodici letterari come il Conciliatore, e l’Antologia; i più popolari giornali d’istruzione come le Letture di Famiglia; i quotidiani che dal 1848 trattano temi politici in chiave socialistica come l’Alba e i mazziniani e battaglieri organi di stampa dalla Giovane Italia alla Roma del Popolo; i più significativi fogli del movimento operaio come Il Povero, Associazione e Lavoro, L’Emancipazione, L’Operaio, ma anche i giornali moderati, dei municipalisti, degli aristocratici reazionari, dei cattolici intransigenti.
Si distinguono per l’icasticità delle loro illustrazioni la ricca collezione di titoli satirici come La Maga, La Strega, il Fischietto, il Pasquino che fanno beffa dell’allora classe dirigente subalpina prima e italiana poi e i periodici illustrati da Pontheiner, a Pomba, a Sonzogno, fino a Treves.

 

Atto di Resa delle truppe tedesche, firmato a Genova (Villa Migone), il 25 aprile 1945

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Atto di Resa delle truppe tedesche, firmato a Genova (Villa Migone), il 25 aprile 1945

Collocazione:

Archivio dell’Istituto Mazziniano di Genova Documenti Archivio Civico 1413 – 25712

Provenienza:

Dono del CNL al Comune di Genova

Tipologia:

Dattiloscritto in duplice copia (lingua tedesca e italiana); allegate due copie fotostatiche autenticate sul retro con firme originali di Faralli e Pessi.

Generale Meinhold, Comandante delle Forze Armate Germaniche del Settore Meinhold - Atto di resa delle truppe tedesche al Comitato di Liberazione Nazionale per la Liguria – Genova 1945 aprile 25

Esemplare originale dell’Atto di resa delle truppe tedesche del  25 aprile 1945,  depositato al Museo del Risorgimento il 4 novembre 1945, su disposizione del Sindaco Vannuccio Faralli, affinché vi fosse conservato.

Atto di Resa delle truppe tedesche, firmato a Genova (Villa Migone), il 25 aprile 1945

La Liberazione di Genova avvenne a seguito dell’insurrezione avviata nella notte del 23 Aprile e terminata nella serata del 26 aprile 1945, con l’arrivo dei primi contingenti delle truppe alleate, che giunsero in città la mattina del 27. Unico caso in Europa, a Genova un intero contingente militare tedesco, al comando del generale Gunther Meinhold, si arrese alle forze della Resistenza, senza alcun intervento bellico alleato. Il Generale Meinhold era stato raggiunto nel suo quartier generale a Savignone dal professor “Stefano” (Carmine Romanzi), che gli consegnò due lettere, una del Cardinal Boetto e l’altra contenente la proposta di resa avanzata dal Comitato di Liberazione Nazionale (C.L.N.).
Accolta la trattativa e consegnata la sua pistola al professor “Stefano”, il Generale venne scortato a Genova, a Villa Migone, dove incontrò i rappresentanti del C.L.N. e alle 19,30 del 25 Aprile 1945 firmò la resa.
L’ordine di consegnare le armi impartito dal generale tedesco trovò l’opposizione da parte dei reparti della Kriegsmarine, comandata dal capitano di vascello Max Berninghau.
Il conseguente rifiuto di arrendersi ai partigiani e la condanna a morte di Meinhold determinarono il protrarsi dei combattimenti fino a tutto il 26 aprile quando, in serata, cominciarono ad arrivare le prime avanguardie delle truppe alleate, che entrarono in città la mattina del 27.
Il 4 novembre 1945 su disposizione dell’allora Sindaco Vannuccio Faralli, l’esemplare originale dell’Atto di Resa delle truppe tedesche qui esposto fu trasferito al Museo del Risorgimento, affinché vi fosse conservato.

 

Vincenzo Bellini. Spartito dell’opera Bianca e Fernando

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Vincenzo Bellini. Spartito dell’opera Bianca e Fernando

Provenienza:

A.I.M.G. cart. 9-1154

Tipologia:

manoscritto musicale

Con l’opera Bianca e Fernando  il 7 aprile 1828, alla presenza dei sovrani del Regno di Sardegna, veniva inaugurato il Teatro Carlo Felice, costruito su progetto dell’architetto Carlo Barabino. L’opera ebbe notevole successo e fu replicata per ben ventuno sere. Il manoscritto musicale, formato da sei pagine autografe di Vincenzo Bellini, è stato oggetto di modificazioni apportate dal musicista.

 

Gabriele D’Annunzio. Orazione per la Sagra dei Mille

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Gabriele D’Annunzio. Orazione per la Sagra dei Mille

Provenienza:

A.I.M.G. cart. 82-19702

Tipologia:

manoscritto autografo

Orazione per la Sagra dei Mille pronunciata a Genova il 5 maggio 1915.

Il 5 maggio 1915 si tiene l’inaugurazione del monumento dei Mille alla presenza di Gabriele D’Annunzio in qualità di oratore ufficiale. Nel discorso pronunciato nel corso della solenne cerimonia - contenuto in quarantacinque cartelle manoscritte autografe – il Vate non si limita a presentare l’opera artistica di Eugenio Baroni, ma con enfasi retorica afferma la necessità dell’intervento dell’Italia nel primo conflitto mondiale. Il 24 maggio 1915 l’Italia entrerà in guerra.

 

Proclama di Giuseppe Garibaldi ai Romani

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Proclama di Giuseppe Garibaldi ai Romani

Tecnica e misure:

A.I.M.G. cart. 1-216; cm. 20,5x26

Tipologia:

manoscritto autografo

Il Proclama fu preparato da Garibaldi prima della partenza da Quarto perché prevedeva anche una variante operativa verso gli Stati Pontifici che doveva essere svolta da un gruppo di componenti la spedizione. Nel Proclama Garibaldi invitava i romani ad accogliere i volontari come liberatori e a non dar credito alle calunnie che si sarebbero sparse contro di loro.

 

Giuseppe Mazzini: “Morale”

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Giuseppe Mazzini: “Morale”

Tecnica e misure:

A.I.M.G. cart. 1-170; cm. 20,7x13,3

Tipologia:

manoscritto autografo

Giuseppe Mazzini: “Morale”
Dei Doveri dell’Uomo
Agli Operai Italiani
XIV
Conchiusione

È l’autografo del secondo e ultimo paragrafo della “Conchiusione”, capitolo XII dei Doveri dell’uomo, pubblicato su “L’Unità italiana” del 10-11 giugno 1860. Mazzini dedicò il suo scritto agli operi italiani, intendendo con questo termine non una classe sociale particolare ma l’insieme di tutti i componenti la società che operano per il bene comune.

 

Capitolazione della repubblica di Genova di fronte all’esercito austriaco il 6 settembre 1746

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Capitolazione della repubblica di Genova di fronte all’esercito austriaco il 6 settembre 1746

Tecnica e misure:

A.I.M.G cart. 2-314; cm. 30,5x21,5

Tipologia:

manoscritto

Documento originale sottoscritto dal doge Giovanni Francesco Brignole e da 19 senatori della repubblica. A lato, in alto, il sigillo dogale: lo stemma della repubblica sorretto da due leoni e la corona marchionale; al di sotto, altri 19 sigilli rossi, impressi in ceralacca, con gli stemmi delle casate dei nobili genovesi firmatari del documento. A tergo, di altra mano, si legge una postilla (“Capitolazione non eseguita”) aggiunta, probabilmente, dopo la cacciata degli austriaci dalla città il 10 dicembre successivo.

Netsuke a forma di Kappa su una conchiglia

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Komin, Giappone, seconda metà del XIX secolo

Tecnica e misure:

Legno patinato e inciso, intarsiato in conchiglia, avorio, peltro, 3 x 4 cm

Collocazione:

Deposito (n. inv. N-70)

Provenienza:

Collezione Edoardo Chiossone, lascito testamentario, 1898

I kappa sono creature della mitologia giapponese che abitano in laghi, fiumi e stagni. Vengono descritti come essere umanoidi delle dimensioni di bambini dal guscio simile a quello delle tartarughe e con una pelle a scaglie che varia dal verde al giallo. Hanno mani e piedi palmati che li aiutano a vivere in un ambiente acquatico. La caratteristica principale dei kappa è quella di avere una cavità sulla testa riempita d’acqua, questa, però, è anche la loro principale debolezza: se l’acqua si rovesciasse rischierebbero la morte.
Nel nostro netsuke un kappa è saldamente poggiato su una conchiglia hamaguri: una zampa posteriore della creatura è rimasta incastrata tra le due valve, dalla quale si vede il mollusco fuoriuscire, reso in avorio. Il punto di giunzione delle valve è intarsiato in conchiglia, mentre la cavità sulla testa è realizzata in peltro. La firma dell’autore, Komin, di cui sono noti altri netsuke con lo stesso soggetto, è inserita entro un rettangolo dorato alla base della conchiglia, assieme al sigillo (kakihan).

Stipetto in lacca rossa con paesaggi e fiori a rilievo (kodansu)

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Giappone, Ryūkyū, probabile metà periodo Edo, metà XIX secolo.

Tecnica e misure:

Legno laccato, lacca rossa lucida, decorazione a rilievo applicata in pasta lucida colorata(esterno); lacca nera lucida, decorazione a linee incise saturate d’oro (interno). 23,5 x 28,5 x 20,4 cm.

Collocazione:

Deposito (n. inv. L-59)

Provenienza:

Collezione Edoardo Chiossone, lascito testamentario, 1898.

Tipologia:

Suppellettile

Sulla piccola anta estraibile troviamo due vedute con isolette rocciose, padiglioni e piante, la prima all’esterno in tsuikin, la seconda all’interno, a sottili linee incise e saturate d’oro su lacca nera lucida. La tecnica tsuikin, nata nelle isole Ryūkyū nei primi anni del XVIII, significa letteralmente “broccato applicato” consisteva in applicazioni a rilievo di due tipi: materiali duri, come madreperla, saponaria, osso o avorio, oppure in una versione molto più economica cioè applicazioni in pasta di lacche colorate.
Sul coperchio un ramo di camelia e un uccelletto in volo, sui lati una pianta di susino in fiore; sul fronte dei cassettini un motivo a serpentina con fogliette e alcuni emblemi di ricchezza e prosperità infiocchettati. Il vivido rosso del fondo crea un forte contrasto con la decorazione a rilievo in vari colori, che mostra una esuberanza particolarmente accentuata, probabile indizio di una produzione della seconda metà del secolo XIX destinata verosimilmente all’esportazione in Occidente.

Musei di Strada Nuova

Indirizzo: Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso - Via Garibaldi,18

Data: da 13/07/2022 a 31/08/2022

 

 

 

Tutti i Mercoledì, dal 13 luglio al 31 agosto, ai Musei di Strada Nuova appuntamento per un  approfondimento alla scoperta dell’appartamento di Anton Giulio II Brignole-Sale a Palazzo Rosso e aperitivo.
 
In occasione della recente riapertura di Palazzo Rosso, che ha svelato per la prima volta al pubblico  le meraviglie degli spazi privati delle "mezzarie" , prende il via una nuova iniziativa nei Musei di Strada Nuova, con speciali visite tematiche a cura dei Servizi Educativi della Cooperativa Solidarietà e Lavoro.
 
Le visite hanno luogo tutti i mercoledì alle ore 18, a partire dal 13 luglio e fino al 31 agosto e saranno seguite da un aperitivo al  Mentelocale Bistrot, a completamento della serata.
 
 "Segrete stanze"  - questo il titolo del percorso di approfondimento -  conduce gli ospiti alla scoperta di una sequenza di ambienti: la Sala della Grotta e il suggestivo spazio dell’Alcova di Anton Giulio II Brignole-Sale.
 Il marchese, ambasciatore della Repubblica di Genova, ebbe modo di ammirare nella reggia di Versailles l’alcova del Delfino di Francia, decidendo al suo ritorno nella Superba di realizzare nella propria dimora un ambiente altrettanto lussuoso e spettacolare.  Affreschi, stucchi, pavimenti intarsiati e marmi contribuiscono a rendere questi ambienti un vero e proprio scrigno di tesori, dimostrazione della ricchezza, del gusto e della raffinatezza raggiunti dalla nobiltà genovese fra ‘600 e ‘700.
 
INFO 
Costo dell'iniziativa : €15 ( comprensivo di ingresso, approfondimento e aperitivo).
E' richiesta la prenotazione presso la biglietteria del Museo o ai segg. recapiti:
tel: 010.2759185
 
 
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