Storia della collezione

Il museo ha sostenuto nel corso degli anni intensi programmi di mostre, eventi e progetti, per promuovere la creatività contemporanea con un’attenzione alle tendenze più significative del contesto artistico attuale, curando cataloghi e producendo opere espressamente realizzate per la villa. Nel contempo è stato valorizzato il notevole patrimonio artistico conservato nelle sue collezioni rappresentate da oltre 4000 opere e che si è andato strutturando e ampliando grazie a acquisizioni, donazioni e premi ancor prima  dell’apertura del museo.

Il punto di partenza delle collezioni di Villa Croce è rappresentato dalla raccolta di Maria Cernuschi Ghiringhelli.

Maria Cernuschi, moglie di Gino Ghiringhelli artista e proprietario della galleria milanese Il Milione, aveva iniziato la sua collezione negli anni ’30 per svilupparla poi in un percorso personale e coerente contraddistinto dalla sua passione per la ricerca astratta. Le oltre 200 opere si snodano partendo dal primo Astrattismo Italiano degli anni ’30, che Il Milione aveva promosso e sostenuto in quegli anni, con artisti come Ghiringhelli, Reggiani, Bogliardi, Licini, Munari, Radice, passando per le ricerche sulla percezione e pre-concettuali degli anni ’60, ricordiamo Bonalumi, Calderara, Manzoni e la ricerca sperimentale di Fontana, fino alla Pittura Analitica e Nuova Pittura tra ’70 e ’80 e un’attenzione puntuale all’ambiente ligure frequentato da Maria già dagli anni ’40 e dove si era trasferita nel decennio successivo.

Questi filoni di ricerca ritornano nella collezione del LAB – Laboratorio d'arte contemporanea della Bassa Lunigiana, un’associazione culturale promossa da un consorzio di sette comuni della provincia di La Spezia, entrata a far parte del patrimonio di Villa Croce nel 2001. Il LAB, nato nel 1985 come “museo di donazione” dall’idea del Museo Sperimentale che Eugenio Battisti aveva costruito a Genova nel 1963-64 durante la sua breve permanenza come docente di Arte all’Università, sviluppa infatti sia l'area di tendenza della Pittura Analitica e della Nuova Pittura sia un interesse per l’attività performativa e per la ricerca verbo-visuale. Questo ultimo filone è bene documentato nelle collezioni di Villa Croce, con artisti come Martino e Anna Oberto, Corrado D’Ottavi, Rodolfo Vitone e fa riferimento al movimento della Poesia Visiva che si sviluppa a Genova come in altre città italiane, alla fine degli anni ‘50, presentando molti gruppi che sperimentano approcci  diversi nel tentativo di superare il campo della pittura per estenderlo a svariate forme d’arte in uno rapporto critico con il mondo della comunicazione  e i suoi meccanismi di condizionamento.

Il patrimonio del museo si era notevolmente arricchito a partire dalla fine degli anni ’80 grazie a galleristi e artisti testimoni e protagonisti delle ricerche artistiche liguri più rilevanti dal secondo dopoguerra ad oggi, a cui il museo aveva dedicato, soprattutto nel decennio ’90, mostre e cataloghi significativi, con un’attenzione particolare al rapporto tra livello artistico territoriale e quello nazionale e internazionale. Tra le donazioni più generose si ricordano le 275 opere, con dipinti, sculture ed incisioni, di Sandro Cherchi, la significativa serie di lavori di Rocco Borella, i dipinti e le incisioni di Mario Chianese, Plinio Mesciulam, Raimondo Sirotti, Beppe Dellepiane e molti altri.

L’incremento delle collezioni è stato permesso anche grazie ai premi destinati ai giovani artisti, il premio Duchessa di Galliera istituito dalla Duchessa Maria Brignole Sale nel 1874, a supporto della creatività giovanile ligure e indetto dal museo per la prima volta nel 1993, e il premio nazionale di scultura Renato Carnevale rivolto ai giovani scultori, promuovendo le pratiche artistiche più innovative.

Interessante inoltre la sezione fotografica, incominciata subito dopo l’apertura del museo, che comprende oltre 500 opere, dai fotocollages sperimentali degli anni ’20 alle foto di attualità politica e sociale anni ’70, e la sezione grafica che comprova l’attività svolta dal museo già a partire dal 1986 per la diffusione delle tecniche incisorie.

Le ultime acquisizioni hanno interessato soprattutto lavori derivati da progetti speciali appositamente creati per gli spazi del museo come il wall drawing di Ben Vautier che decora una parete al primo piano della villa, l’installazione di Plamen Dejanoff, la grande Specchiera di Flavio Favelli realizzata per la sua mostra Prima sala d’aspetto, l’intervento direttamente su muro di Zhang Enli negli spazi del piano nobile e la grande installazione di Marta Dell’Angelo lungo lo scalone, sviluppando quello stretto rapporto tra museo e artisti che è da sempre il cuore di tutta l’attività svolta a Villa Croce. 

Museo di Villa Croce

Ben Vautier "Fluxus cannot save the world", 2002

Ben Vautier "Fluxus cannot save the world", 2002

Museo di Villa Croce

Ben Vautier "Fluxus cannot save the world", 2002

Ben Vautier "Fluxus cannot save the world", 2002