Una gabbia per il corpo: le sottostrutture

Le sottostrutture che hanno sostenuto l’abito femminile, mutano la loro forma ed il loro nome nel corso dei secoli. Nel XVIII secolo, con il termine panier (il vocabolo deriva dalle ceste che venivano posizionate sulla soma dell’asino), si indica la sottogonna, costituita da tela o fettucce e sostenuta da cerchi di bambù o stecche di balena. Questa poteva avere foggia di due semicupole poggiate sui fianchi e legate in vita, oppure di cerchi di ampiezza crescente uniti tra loro da fettucce ed appiattiti davanti e dietro per dare volume ai lati.
A causa della dimensione e della rigidità, è superfluo sottolineare quanto questa “impalcatura” rendesse difficoltose le più normali azioni quotidiane, dall’oltrepassare la soglia di una porta, per forza di traverso per evitare di restare incastrate tra gli stipiti, al salire in carrozza, operazione che dava luogo a vere e proprie peripezie.
La moda del panier tende a sparire intorno al 1780 e gli ampi abiti vengono esclusivamente utilizzati a corte.


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