Maria Brignole-Sale De Ferrari, Duchessa di Galliera con il figlio Filippo

Maria Brignole-Sale De Ferrari, Duchessa di Galliera con il figlio Filippo

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Leon Cogniet (Parigi, 1794-1880)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 200 x 148 cm

Collocazione:

Genova, Musei di Strada Nuova - Palazzo Rosso, n. inv. PB 12

Provenienza:

Dal 1889 nelle collezioni per legato di Maria Brignole - Sale De Ferrari, duchessa di Galliera

 

Maria Brignole - Sale, nota a Genova come “duchessa di Galliera”, fu uno dei personaggi più munifici per la città. Ultima discendente della nobile casata dei Brignole - Sale, ella trascorse gran parte della vita a Parigi, dove il marito, Raffaele De Ferrari, uomo di finanza tra i più abili, fortunati e ricchi del suo tempo, svolgeva la sua attività.
Dopo la sua morte, essendo in possesso di un immenso patrimonio e non avendo di fatto eredi, dal momento che l’unico figlio che le sopravvisse, il secondogenito Filippo, rinunciò all’eredità familiare, la duchessa si dedicò a grandi opere di beneficenza fondando asili, ospedali (l’ospedale Galliera è ancor oggi il secondo di Genova) e orfanotrofi sia in Francia sia a Genova.
Nel 1874 fece dono al Comune di Genova di Palazzo Rosso, la dimora avita dei Brignole - Sale, con le collezioni d’arte che esso conteneva, a perenne testimonianza della magnificenza della famiglia. A questo atto seguirà il legato testamentario (1889) di Palazzo Bianco e di un’altra ingente quantità di dipinti e sculture, che vennero a costituire il nucleo fondamentale dei Musei di Strada Nuova.
Léon Cogniet, uno dei ritrattisti più ricercati dall’alta società del tempo, soprattutto per la sua capacità di evocare l’intima personalità del modello, la ritrae nella sua prestigiosa dimora parigina, l’Hôtel Matignon, oggi sede della Presidenza del Consiglio della Repubblica francese, mentre tiene in grembo, appoggiato sulla Bibbia Brignole – un manoscritto miniato del XIII secolo – il suo secondogenito, Filippo. Quasi noncurante di lui, Maria volge uno sguardo carico di malinconia verso il busto di marmo che si scorge riflesso nello specchio in fondo alla parete; esso raffigura Andrea, il primogenito, morto quattordicenne, cui pure la rosa posta sull’inginocchiatoio allude, come segno di tenero fiore, destinato a perire.