Convolvolo azzurro, parapioggia e gallo

Convolvolo azzurro, parapioggia e gallo - Museo Chiossone, Genova

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Torna al Focus:
Autore/ Manifattura/ Epoca:

Utagawa Hiroshige, Giappone, Periodo Edo (1603-1868)

Tecnica e misure:

Xilografia policroma nishikie con impressione karazuri. 35,4 x 17,9 cm

Collocazione:

Deposito (n. inv. S-387)

Provenienza:

Collezione Edoardo Chiossone, lascito testamentario, 1898

Tipologia:

Stampa policroma

Questa stampa databile 1830-1831 è ambientata nella prima mattina di un giorno d’estate, indicazione resa chiara dall’analisi dei diversi elementi della scena. Fa da protagonista il gallo, simbolo del risveglio mattutino, regale e immobile, in una posa delicata; spiccano il rosso vivace della cresta e il bianco sporco delle piume.

Il convolvolo dietro di esso, il cui nome in giapponese asagao 朝顔 significa “volto del mattino”, contrasta lo sfondo con il suo blu intenso, e simboleggia anch’esso la fine della notte, perché ha una particolare caratteristica: appassisce durante la notte e sboccia nuovamente con il mattino delle giornate estive. Essendo una pianta rampicante e infestante, il convolvolo fiorisce ovunque trovi una parete a cui appoggiarsi: è per questo che fu molto apprezzato ed utilizzato in Giappone a scopi decorativi.

Il terzo elemento è l’ombrello nero e giallo, di cui si intravede solo un lato. Detto janomegasa 蛇の目傘 “ombrello ad occhio di bue” per il suo motivo a cerchi colorati, è utilizzato come parapioggia nella stagione delle piogge tsuyu 梅雨, che in Giappone dura circa da inizio giugno a metà luglio: lo stesso periodo della fioritura del convolvolo.

Il gallo non gode di una buona reputazione all’interno della poesia classica e dei diari delle dame di corte del periodo Heian: il suo richiamo mattutino, infatti, interrompeva gli appassionati incontri notturni degli amanti.

Trovando l'ombrello aperto e poggiato a terra, possiamo immaginare che lì vicino ci siano i due amanti a cui allude la poesia riportata sulla stampa, che stentano a separarsi dopo la notte trascorsa insieme. Come recitano i versi scritti in stile cinese in alto a sinistra, essi sospirano “come sarebbe bella l’alba di un paese dove il gallo non si facesse sentire!”.

Comprendiamo quindi che il gallo – solitamente raffigurato col petto gonfio, mentre lancia il suo richiamo – in questa stampa tace, astenendosi dall’arrecare agli innamorati il dispiacere di doversi dividere.

Riportiamo qui la composizione completa, che rappresenta perfettamente la funzione del gallo.


 

鳴けばこそ / 別れを押し目 / 鶏の音の / 聞こえぬ里の / 暁悲しも

nakeba koso / wakare mo oshime / tori no ne no / kikoenu sato no / akatsuki kanashi mo

A malincuore ci si separa al cantar del gallo: come sarebbe bella l’alba di un paese dove il gallo non si facesse sentire!

(trad. di Donatella Failla)