Simon Vouet "David con la testa di Golia"

Simon Vouet "David con la testa di Golia"

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Simon Vouet (Parigi, 1590 - 1649)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 121 x 94 cm

Collocazione:

Palazzo Bianco (n. inv. PB 2201)

Provenienza:

Collezione di Giovanni Battista Cambiaso; acquistato nel 1923

Tipologia:

Dipinto

 

Simon Vouet, pittore caravaggista francese, dovette eseguire questa bellissima tela fra il 1620 e il 1622, anni in cui è attestato un suo soggiorno a Genova. In particolare, durante l’estate del 1621, egli fu ospite nella villa di Sampierdarena dei fratelli Marcantonio e Gio. Carlo Doria, fra le personalità di maggior spicco in città sia per capacità economiche sia per essere eccellenti mecenati, committenti e collezionisti di opere d’arte. Qui egli dipinse vari quadri fra cui probabilmente anche questo David con la testa di Golia che, in pendant con una Giuditta, tuttora in collezione privata, si trovava nella residenza cittadina di Gio. Carlo Doria in vico del Gelsomino, l’attuale via David Chiossone.
Il dipinto raffigura David che regge il capo di Golia, mostrando il momento in cui il ragazzo, quasi attonito, volgendo lo sguardo in un punto al di fuori del quadro e reggendo l’enorme testa del gigante nella mano sinistra, sembra riflettere sulla grandiosità del gesto, compiuto con l’aiuto di Dio.
I raffinati accostamenti di colore, il movimento impalpabile suggerito dall’uso della luce, la ricerca introspettiva, il realismo, le scelte compositive rigorose restituiscono una severa rivisitazione della lezione del Caravaggio, tanto che il David è stato definito “la plus caravagesque de toutes ses oeuvres connues”.
Come nelle migliori opere del Merisi l’altro protagonista della composizione è la luce. Essa, da una fonte esterna, lambisce quasi tutta la figura di David, il quale, quasi sorpreso dal suo irrompere, volge lo sguardo verso di lei e il suo movimento rimane bloccato in una posa estatica, che lo costringe a socchiudere le labbra, quasi in preda a una divina visione.
Passato alla famiglia Cambiaso nel XVIII secolo, il dipinto fu acquistato per Palazzo Bianco nel 1923.

 

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