Elenco delle vittime che in Genova e nelle altre città e sobborghi del ligustico litorale mieté in due mesi il Cholera morbus

Elenco delle vittime che in Genova e nelle altre città e sobborghi del ligustico litorale mieté in due mesi il Cholera morbus

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Anonimo studente cappuccino, 29 dicembre 1854

Tecnica e misure:

Carta su tela, 1854, 710 x 50 mm

Collocazione:

Archivio storico dei Cappuccini di Genova, Fondo del Convento dei Frati Minori Cappuccini di Sarzana, segnatura 58

Provenienza:

Convento dei Frati minori cappuccini di Sarzana

Tipologia:

Tavola manoscritta

L’archivio del Convento dei Cappuccini di Sarzana (fine sec. XVI – 1982, 58 unità archivistiche) è conservato dalla fine del sec. XX presso l’Archivio storico dei cappuccini di Genova. Il fondo comprende carteggio conventuale, libri dei conti, registri delle messe e memorie.
Questa tavola fu redatta da un anonimo studente cappuccino in memoria e ringraziamento del fatto che a Sarzana non ci furono vittime durante l’epidemia di colera che colpì la Liguria tra l’estate e l’autunno del 1854. Dopo un breve excursus storico sulle epidemie del passato, vengono descritti il dilagare del contagio dell’Indico morbus, forse proveniente attraverso le navi da Marsiglia, e le misure adottate a Genova per contrastarlo. Nella tavola sono riportati i numeri degli ammalati e deceduti nelle località del genovese e nelle province del Regno di Sardegna tratti da bollettini sanitari, con elenco nominativo dei sacerdoti e dei medici morti a Genova, le somme raccolte con sottoscrizioni per l’assistenza ai malati, i nomi delle farmacie gratuite dei sestieri aperte a tutte le ore e degli ospedali provvisori e stabili. Vi si dice che Vittorio Emanuele II giunse a Genova accompagnato dai ministri per infondere coraggio alla città e che l’arcivescovo Charvaz visitò più volte gli i malati nei luoghi di ricovero, ma che più di tutti si distinsero i Municipi, nonostante le ristrettezze economiche. Essi infatti, grazie alle elargizioni di persone benemerite, seppero provvedere ai bisogni della popolazione “senza che il governo si degnasse accorrere ad alleggerirne in qualche modo la pena”. 
In fondo alla tavola si legge “L’Angelo sterminatore passò per Sarzana, vide il Sangue e andò oltre, lasciandola immune. I Sarzanesi riconoscenti appesero il 26 dicembre1854 con istraordinaria pompa due lampade d’argento, una all’altare del Preziosissimo Sangue e l’altra del Crocifisso”.