Album della Villa Duchessa di Galliera e del Santuario di Nostra Signora delle Grazie di Voltri

Album della Villa Duchessa di Galliera e del Santuario di Nostra Signora delle Grazie di Voltri

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Maria Brignole Sale, album fotografico, fotografie in parte scattate da Giacinto Garaffi, 1880 circa

Tecnica e misure:

Album contenente 39 fotografie, 220 x 180 mm

Collocazione:

Archivio storico dei Cappuccini di Genova, Fondo fotografico, cassetto 3

Provenienza:

Convento dei Frati Minori Cappuccini di S. Nicolò di Voltri

Tipologia:

Album fotografico

Le fotografie riguardano in maggioranza la grande Villa Brignole Sale Duchessa di Galliera (secc. XVII-XIX), di cui ritraggono vedute d’insieme e particolari del giardino all’italiana, delle grotte e degli edifici annessi, vi sono inoltre alcune foto della chiesa di S. Nicolò, conosciuta anche come Santuario della Madonna delle Grazie, e della cripta. Da una nota acclusa all’album si apprende che esso era stato composto personalmente da Maria Brignole Sale e affidato ai Frati Cappuccini del convento di S. Nicolò di Voltri. L’album purtroppo fu manomesso nel corso del tempo e alcune foto furono asportate e sostituite. La Duchessa di Galliera era stata una grande benefattrice dei Cappuccini. Nel 1865, in seguito alle requisizioni attuate dal governo sabaudo, aveva acquistato i due conventi di Voltri, S. Nicolò e S. Francesco, permettendo così ai Cappuccini di riprendere possesso dei luoghi da essi fondati rispettivamente nel 1568 e nel 1624. Nella chiesa di S. Nicolò, aveva fatto realizzare una cripta da destinare a tomba di famiglia. Qui furono tumulati i genitori Antonio Brignole Sale e Artemisia Negrone, la sorella Luisa Melzi d’Eril, il marito Raffaele De Ferrari, il figlio Andrea e infine nel 1888 la stessa Duchessa. 
Nell’Archivio storico dei Cappuccini si conserva la testimonianza di un frate, p.  Alessio De Barbieri da Voltri (1877-1964), che aveva conosciuto la Duchessa da bambino. Egli la ricorda con il volto molto triste, solcato da profonde rughe. Racconta che solo difronte allo spettacolo della natura, ammirando il panorama dal terrazzo della villa, pareva che il suo animo si sollevasse, e che mormorava più volte “Come è bello!”. Dimostrava molto affetto al bambino e talvolta  lo stringeva fortemente a sé. Era solita donargli caramelle, ma una volta, non avendone, estrasse dalla tasca una manciata di monete (forse erano luigi o napoleoni) e lo invitò ad andare a comperarsele. Padre Alessio ricorda anche un gesto di beneficenza “stravagante”. Un mattino, durante la costruzione di un edificio della villa,  il capomastro trovò dei “marenghini” infissi in un muro appena cementato. Chiese quindi  spiegazione alla Duchessa di questo fatto insolito e lei rispose con disinvoltura “Eh che! Voi continuate a lavorare, e ciò che non serve ritiratelo!”.