Clicca qui per visualizzare l'immagine
Sinibaldo Scorza (Voltaggio, 1589 - Genova, 1631)
Olio su tela, diametro cm. 21
Assolutamente vicino a certo naturalismo di area lombarda, questo tondo raffigurante due piccioni e un tordo accovacciati è un capolavoro del pittore di Voltaggio Sinibaldo Scorza, genovese di adozione, nato sullo scorcio del Cinquecento e attivo in città nei primi tre decenni del secolo successivo. Molto richiesti, a giudicare dagli inventari delle quadrerie della nobiltà della Repubblica, furono i suoi dipinti, nei quali l’artista raffigurava, con attento studio dal vero, ogni genere di animali, talora inseriti in composizioni mitologiche o religiose, ma spesso scelti come unico soggetto delle sue rappresentazioni.
A distinguere quest’opera, e molte dello Scorza, dai modi della pittura “di genere” fiamminga che negli stessi anni andava diffondendosi presso la committenza genovese è innanzitutto la predilezione per una natura “viva”, lontana, negli intenti e nei modi, dalle composizioni di fiori o di frutta, le cosiddette “nature morte”, della pittura nordica; in secondo luogo si evidenzia nell’opera del pittore di Voltaggio una concreta vicinanza alla realtà, che – proprio come nella pittura lombarda – porta talora all’uso di cromie spente, dai bruni smorzati, bilanciati in sfumature sottili e sempre verificati sul vero.
È il caso del tondino dei Musei di Strada Nuova, nel quale i tre volatili sono dipinti con precisione quasi “fotografica” da pennellate di assoluto mimetismo, sottili e accurate, che sottolineano anche i più delicati trapassi chiaroscurali nei marroni, nei grigi, nei bianchi. Lo Scorza mostra in questa piccola tela la stessa peculiare sensibilità nel trattare soggetti naturali che rivela nella sua attività grafica, in disegni di immediato realismo, talora da lui stesso tradotti successivamente in incisione.