
Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo
Data: da 26/06/2025 a 29/06/2025
Una mostra organizzata dall'associazione ItaliAmmassalik (www.italiammassalik.it) da diversi anni impegnata a creare un 'ponte' fra la comunità Inuit di Ammassalik e il mondo occidentale.
Fotografie, oggetti di artigianato, pannelli esplicativi mostrano al visitatore un mondo di ghiaccio e una cultura antica profondamente legata alla natura.
Insieme ad un fitto programma di eventi a tema che animano questi 4 giorni di esposizione, viene così offerta un'occasione, rara, per conoscere le usanze, i costumi, i miti di un popolo che mantiene, pur vivendo nei tempi moderni, le tradizioni e la cultura Inuit originaria.
La mostra e gli eventi correlati sono tutti a ingresso libero.
Info: biglietteriadalbertis@comune.genova.it – 0105578280
Di seguito il programma completo:
Giovedì 26 giugno - Apertura esposizione alle ore 18.00
Evento di inaugurazione alle ore 18;00: proiezione film “Quando i bambini giocano in cielo” di Lorenzo Hendel.
Il film è tratto dal libro autobiografico 'Il mio passato di eschimese' di Georg Qupersiman, inuit di Ammassalik.
Al termine il regista narra in videoconferenza le difficoltà incontrate durante le riprese in quella parte remota della Groenlandia orientale.
Alle ore 21 si parla di: Robert Peroni, i suoi libri, la sua Groenlandia.
Robert Peroni, esploratore artico, vive in Ammassalik dove ha fondato nel 1986 il progetto sociale 'The Red House' per dare alla popolazione locale in difficoltà prospettive di lavoro e appoggio morale.
Venerdì 27 giugno - Apertura alle ore 10;00
Alle ore 16.30: "Piante della Groenlandia, loro utilizzo in fitoterapia e complementazione alimentare". Intervento del Dott. Marcello Perotti, biologo della società Vegetal Progress, con presentazione di alcuni prodotti.
Sabato 28 giugno - Apertura alle ore 10:00
Alle ore 17.30: “Antartide il cuore bianco del Pianeta”
Il Prof. Stefano Schiaparelli, Direttore del Museo Nazionale dell'Antartide e ricercatore antartico, parla della storia climatica dell’Antartide e delle esplorazioni scientifiche in questo continente che hanno permesso di comprendere, passo dopo passo, l’importanza che questa zona remota della Terra, ricoperta dalla principale calotta glaciale, ha sul clima globale.
Domenica 29 giugno - Apertura alle ore 10.
Chiusura mostra ore 19.00.
FOCUS:
Ammassalik. Una cultura sopravvissuta fra i ghiacci
Ammassalik è stata esplorata per la prima volta nel 1884. Fino a quel momento si riteneva che tutta la costa orientale della Groenlandia fosse disabitata. Allora gli Inuit che la popolavano erano poche centinaia. Oggi continuano ad essere un piccolo nucleo di 3000 individui distribuiti in sei piccoli villaggi sparsi fra i ghiacci. Nonostante la pressione esercitata dal mondo occidentale, questa comunità è riuscita a mantenere i tratti principali della cultura originaria, che si rintracciano nelle concezioni della vita, nel comportamento tenuto durante la caccia caratterizzato da un forte rispetto verso l'animale predato, nel forte senso della condivisione indispensabile per fare fronte alle carestie che hanno sempre colpito questi luoghi.
In Ammassalik si vive soprattutto di carne di foca. La foca è l'alimentazione abituale. A volte la caccia e la pesca non sono sufficienti per alimentare l'intero gruppo sociale: allora si rimane senza mangiare anche per svariati giorni. Qui non si va al supermercato. Non c'è denaro per farlo: questo è il grande dramma della maggior parte di questa popolazione, che manca della possibilità di acquistare le cose necessarie alla vita, come il gasolio per riscaldarsi e muovere le barche, qualche genere alimentare di sopravvivenza, l'abbigliamento.
Un tempo una discreta stabilità economica era data dalle pelli delle foche uccise a scopo alimentare e vendute sul mercato europeo. Negli ultimi decenni violente campagne ambientaliste hanno criminalizzato questo commercio, senza considerare che l'uccisione delle foche per predarne la pelliccia non è mai stata praticata in Groenlandia. Nessun groenlandese ucciderebbe mai un animale per venderne la pelle. È così mancata l'economia basilare per vivere. In questo mondo di ghiaccio e di rocce, dalla temperatura che oscilla dai +15° estivi ai –30° invernali, nessuna coltivazione, nessun allevamento è possibile.
All'occidente questa popolazione è interessata molto fino a che era vivo il commercio delle pelli di foca, ma poco quando questo commercio si è esaurito. Abbandonata a sé stessa senza alcun supporto per l'inserimento nel mondo occidentale, oggi vive tutti i drammi delle culture originarie che si sono trovare improvvisamente a contatto con la civiltà occidentale più forte e aggressiva: sfruttate e poi abbandonate.
Per questo noi occidentali, responsabili della sua cattiva sorte, dobbiamo adesso conoscerla e sostenerla.