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Esilio di Giuseppe Mazzini
dipinto
1801 - 1900 - XIX
116
Unità di misura: cm; Altezza: 36,5; Larghezza: 28,6
olio su tavola
Andrea Gastaldi, che gli inventari storici del Museo riportano come l’autore del dipinto, probabilmente è il giovane che viene ricordato da Emanuele Celesia nella Storia dell’Università di Genova per un episodio piuttosto movimentato: il 21 giugno 1820, giorno della festa di San Luigi, scoppiò una rissa nella chiesa dell’Università tra gli studenti e quelli del Collegio Reale, in occasione della quale Gastaldi e Mazzini finirono arrestati. La protesta degli altri studenti fu però così forte che i direttori del Collegio Reale si videro costretti a chiedere la liberazione dei due, che furono poi trionfalmente scortati alle loro case. Da quel momento, Mazzini divenne una figura di riferimento per i suoi compagni, che lo ammiravano profondamente. Attorno a sé raccolse i giovani più vivaci, coraggiosi e idealisti, dando inizio a quel percorso di impegno per la libertà che avrebbe portato avanti senza mai tirarsi indietro. Nel ritrarre l’esule che, sullo sfondo di un paesaggio tipicamente genovese (le colline e i forti) si allontana dalla Patria, l’autore rappresenta le vicende dell’amico, costretto nel 1831 ad un esilio che durò tutta la vita. Il dipinto rappresenta Giuseppe Mazzini sulla via dell’esilio, che volgendosi indietro si accomiata dall’Italia.