
Castello D'Albertis Museo delle Culture del Mondo
Data: da 06/09/2025 a 11/01/2026
Apre al Museo d’Arte Orientale Edoardo Chiossone, la mostra temporanea Hiroshima Appeals. Messaggi di pace, curata da Miki Shimokawa.
In esposizione i manifesti ideati dalla Japan Graphic Design Association (JAGDA ) che dal 1983, ogni anno, presenta attraverso un progetto affidato a un eminente designer giapponese, un manifesto di denuncia contro l'uso delle armi nucleari e, in generale, contro la guerra. I 29 manifesti in mostra sono diversi per stile e resa grafica ma uniti da un unico e chiaro messaggio: un appello per la pace sia per commemorare il bombardamento delle città di Hiroshima e Nagasaki sia per portare avanti un’idea duratura di pace ed armonia. Il percorso espositivo accoglie inoltre poster documentaristici provenienti dall'Hiroshima Peace Memorial Museum. Mostra a cura della dottoressa Miki Shimokawa.
Hiroshima Appeals è una campagna di poster ispirata allo spirito di Hiroshima, pensata per trasmettere le preghiere e i desideri di una città segnata dalla devastazione causata dal primo impiego della bomba atomica sull’umanità.
Dal 1983, con il celebre manifesto Burning Butterflies di Yusaku Kamekura, la Japan Graphic Design Association (JAGDA) ha prodotto a cadenza annuale un manifesto di denuncia contro l'uso delle armi nucleari, e in generale contro la guerra, realizzato da un proprio designer. La campagna, che si era interrotta nel 1990, è stata poi ripresa nel 2005 in occasione del 60º anniversario della fine della Seconda guerra mondiale.
I manifesti vengono donati ogni anno al sindaco della città di Hiroshima e sono stati consegnati anche alle città aderenti al network Mayors for Peace negli anni 2005 e 2008. Alcune opere sono state esposte anche in occasione del G7 dei ministri degli Esteri, che si è svolto a Hiroshima nel 2016 all'interno del Press Centre. In questo modo, la campagna ha contribuito a diffondere un messaggio di pace dentro e fuori i confini del Giappone.
I poster sono venduti ogni anno al pubblico ed esibiti in un tour mondiale chiamato Peace Poster Exhibition. Presentate alla Atomic Bomb Exhibition antecedente lo storico Summit di Ginevra nel 1985, e all’esibizione Hiroshima: A Message for Peace among People che si è tenuta in Spagna e in Italia nel 1997, le illustrazioni hanno richiamato l’attenzione di cittadini da tutto il mondo.
Sponsor:
Fondazione Internazionale per la Cultura di Hiroshima
Fondo per la Promozione della Pace di Hiroshima
Associazione Giapponese di Graphic Design (JAGDA - Japan Graphic Design Association), sezione di Hiroshima
In collaborazione con:
TOPPAN Inc.
TAKEO Co., Ltd.
Designer in mostra:
1983 Yusaku Kamekura, 1984 Kiyoshi Awazu, 1985 Shigeo Fukuda, 1986 Yoshio Hayakawa, 1987 Kazumasa Nagai, 1988 Ikko Tanaka, 1989 Mitsuo Katsui, 1990 Eiko Ishioka, 2005 Masayoshi Nakajo, 2006 Koichi Sato, 2007 Shin Matsunaga, 2008 Masuteru Aoba, 2009 Katsumi Asaba, 2010 Keisuke Nagatomo, 2011 Susumu Endo, 2012 Yukimasa Okumura, 2013 Kaoru Kasai, 2014 Tsuguya Inoue, 2015 Taku Satoh, 2016 Takahisa Kamijyo, 2017 Kenya Hara, 2018 Kazunari Hattori, 2019 Katsuhiko Shibuya, 2020 Yoshie Watanabe, 2021 Takuya Onuki, 2022 Kashiwa Sato, 2023 Norio Nakamura, 2024 Takayuki Soeda, 2025 Issay Kitagawa
Hiroshima Peace Memorial Museum: situato all’interno del Parco della Pace di Hiroshima, è uno dei principali luoghi di memoria del mondo dedicati alle vittime della bomba atomica. Inaugurato nel 1955, il museo è stato concepito con una missione chiara e urgente: testimoniare gli effetti devastanti dell’attacco nucleare che colpì la città il 6 agosto 1945 e promuovere, attraverso la conservazione della memoria storica, l’abolizione definitiva delle armi nucleari. L’istituzione rappresenta oggi un punto di riferimento internazionale per la riflessione sul disarmo e per la promozione della pace.
Ogni anno, milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo percorrono le sue sale, confrontandosi con una narrazione cruda e documentata della tragedia. L’esposizione permanente comprende oggetti personali appartenuti alle vittime, fotografie, documenti storici, testimonianze orali e materiali audiovisivi che restituiscono con forza la portata umana della catastrofe. Tra gli oggetti esposti si trovano abiti lacerati, orologi fermi all’istante dell’esplosione, utensili deformati dal calore e lettere che raccontano le ultime parole di chi non è sopravvissuto. Accanto a questi reperti, le immagini dei danni agli edifici e ai corpi evidenziano le conseguenze immediate e a lungo termine dell’esplosione nucleare, offrendo un’esperienza immersiva e profondamente toccante.
Oltre alla documentazione della distruzione, il museo racconta anche la lenta e difficile ricostruzione della città, divenuta nel tempo simbolo mondiale di rinascita e impegno per la pace. Il messaggio che attraversa tutto il percorso espositivo è inequivocabile: solo attraverso la memoria è possibile costruire un futuro libero dalla minaccia nucleare. In questo senso, il museo non è soltanto uno spazio commemorativo, ma anche un luogo di educazione attiva. L’Hiroshima Peace Memorial Museum organizza infatti regolarmente programmi formativi, visite guidate, conferenze e incontri con i sopravvissuti (hibakusha), che condividono le loro esperienze con le nuove generazioni, promuovendo un dialogo intergenerazionale basato sulla responsabilità e sull’impegno civile. Nel complesso, il museo si configura come un’istituzione viva e dinamica, in cui il ricordo delle vittime si traduce in un appello universale alla coscienza collettiva. Custodendo la memoria del passato, invita ogni visitatore a riflettere sul valore della vita, sul peso delle scelte storiche e sulla necessità di una cultura globale della pace, fondata sulla consapevolezza e sulla solidarietà tra i popoli.
Di seguito il commento del designer Ikko Tanaka relativo al poster (manifesto anno 1988):
1988 田中一光 Ikko Tanaka “Una colomba bianca” Il soggetto di questo poster è una singola colomba bianca. Come tema per un manifesto contro la guerra, la colomba è senza dubbio estremamente convenzionale; e tuttavia è un simbolo che può essere compreso da tutti i popoli della Terra, dal punto di vista del linguaggio visivo possiede la massima universalità. Ho scelto, volutamente, di affrontare questo tema in modo diretto e solenne, invece di ricorrere a un’espressione più urbana, ironica o sofisticata. Pensavo che, esprimendo purezza, silenzio e al tempo stesso una presenza austera, sarebbe stato possibile racchiudere in questa immagine una preghiera rivolta al lato oscuro dell’essere umano. Inoltre, questa colomba è costruita interamente a partire da una successione di cerchi perfetti tracciati col compasso; ma l’intento non è stato quello di creare un poster di gusto occidentale, bensì, avendo come riferimento i dipinti orientali di fiori e uccelli delle epoche imperiali, di perseguire una forma espressiva fondata su un pensiero profondamente orientale. Infine, la nube a fungo che si estende sullo sfondo è un richiamo alla memoria di Hiroshima, che non deve mai svanire nella lontananza, e racchiude il desiderio di abolire le armi nucleari che hanno precipitato l’umanità nel terrore della sua stessa distruzione.
Siti utili (in inglese):
Associazione Japan Graphic Design Association JAGDA ://www.jagda.or.jp/
Hiroshima Peace Memorial Museum di Hiroshima https://hpmmuseum.jp/?lang=eng
HIROSHIMA APPELAS. Messaggi di pace – EXHIBITION STATEMENT - Commento della curatrice Miki Shimokawa
Così come Edoardo Chiossone, genovese invitato in Giappone nel 1875, introdusse le avanzate tecniche di incisione a bulino che rivoluzionarono la stampa giapponese — in un’epoca in cui il Paese non aveva pressoché alcuna conoscenza pregressa in materia — dando così un impulso decisivo alla sua modernizzazione, allo stesso modo l’arte giapponese del periodo Edo, come l’ukiyo-e, esercitò un’influenza profonda sugli impressionisti europei, tra cui Vincent van Gogh, e continua ancora oggi a plasmare il graphic design contemporaneo e il manga a livello globale.
Molte delle straordinarie stampe ukiyo-e raccolte da Chiossone in Giappone alla fine del XIX secolo continuano a stupire i visitatori del Museo d’Arte Orientale Chiossone, qui a Genova. Questi scambi reciproci di conoscenze tecnologiche e culturali tra regioni sono stati, nel corso della storia, una forza costante, capace di modellare in profondità la civiltà umana. Se da un lato tali interazioni hanno arricchito società e culture, è altrettanto fondamentale affrontare e riconoscere le atrocità commesse dall’umanità nel passato — eventi così devastanti da mettere in pericolo il futuro stesso del pianeta. Queste dolorose verità storiche devono essere condivise a livello globale, non solo come parte della nostra memoria collettiva, ma anche come moniti urgenti. Fare in modo che tali tragedie non si ripetano mai più è una responsabilità che riguarda ciascuno di noi, e diffondere la consapevolezza di questi fatti nel mondo rappresenta un allarme necessario e duraturo per il futuro dell’umanità.
Le guerre, passate e presenti, hanno colpito numerose regioni del mondo. Eppure, Hiroshima e Nagasaki restano le uniche città al mondo su cui siano mai state sganciate bombe atomiche nel contesto di un conflitto armato.
La prima bomba fu lanciata sul centro di Hiroshima la mattina del 6 agosto 1945, alle ore 8:15; la seconda colpì Nagasaki il 9 agosto. Questi bombardamenti provocarono la morte di circa 140.000 persone a Hiroshima — allora una città di circa 350.000 abitanti — e di circa 70.000 a Nagasaki. Anche dopo la fine della guerra, innumerevoli sopravvissuti continuarono a soffrire di tumori e gravi complicazioni di salute causate dalle radiazioni. In Giappone, la gravità e l’orrore della guerra nucleare sono stati raccontati non solo attraverso libri e documentari, ma anche attraverso mezzi accessibili ai più giovani, come manga e film d’animazione, per garantire che la memoria di questi eventi non venga mai dimenticata.
La serie di poster Hiroshima Appeals ebbe inizio nel 1983 con un’opera unica firmata da Yusaku Kamekura, primo presidente della Japan Graphic Design Association (JAGDA) e una delle figure più rappresentative del graphic design giapponese. Kamekura, celebre per aver realizzato i poster ufficiali delle Olimpiadi di Tokyo del 1964, apparteneva alla generazione che aveva vissuto in prima persona l’esperienza della guerra.
In quanto designer giapponese proveniente dall’unico Paese ad aver subito un bombardamento atomico, Kamekura riteneva che il messaggio pacifista e antinucleare non dovesse essere trasmesso attraverso immagini ideologiche o aggressive. Al contrario, cercò di comunicare tali valori attraverso la bellezza intrinseca e la potenza del design grafico. La visione di Kamekura continua a vivere attraverso la JAGDA, che ancora oggi realizza ogni anno i poster della serie Hiroshima Appeals — non per conto di un cliente né a fini commerciali, ma esclusivamente come appello alla pace. Ogni anno viene selezionato un designer grafico che si sia distinto per il proprio contributo nel campo, al quale viene affidata la creazione del nuovo poster. Questo progetto annuale, nato dal desiderio di pace, venne sospeso dal 1991 al 2004 a causa della crisi economica e sociale. Ciononostante, nel 2025 il numero totale di poster prodotti ha raggiunto quota 29.
Quando il primo Hiroshima Appeals venne esposto in Francia, nel 1985, Kamekura pronunciò le seguenti parole: “Credo che la pace sia qualcosa di solenne — un tema di cui si deve parlare e su cui bisogna riflettere con dignità. Sebbene sia una questione così vicina a noi, non esiste un problema più difficile. La pace è il più alto ideale dell’umanità, ed è qualcosa che dobbiamo raggiungere a qualunque costo. Di certo, ogni essere umano lo comprende e lo desidera. È per questo che sento un’urgenza profonda nel porre fine alle guerre che, ancora oggi, si combattono in qualche angolo del mondo.”
— Yusaku Kamekura (Discorso all’11° Congresso del Consiglio Internazionale delle Associazioni di Graphic Design, Nizza, 1985)
Riflettendo sul proprio poster, Kamekura osservò che l’immagine surreale di una splendida farfalla in fiamme che precipita suscita un timore più profondo rispetto a una rappresentazione letterale e realistica.
Scelse consapevolmente di non raffigurare direttamente l’orrore della bomba atomica, né di ricorrere a formule visive scontate per esprimere la pace o la condanna della guerra. Preferì invece adottare una nuova prospettiva: un’immagine in cui bellezza, dignità e una preghiera sincera per la pace si fondessero in modo armonico. Era convinto che proprio un poster come quello fosse ciò che i cittadini di Hiroshima stavano cercando.
Anche noi crediamo che sia proprio questo tipo di graphic design — intriso di bellezza, dignità e un messaggio autentico di pace e resistenza alla guerra — a rappresentare la forza culturale del Giappone sulla scena internazionale.
Ancora oggi, anche in regioni vicine all’Europa, i conflitti armati continuano, e non possiamo escludere del tutto la possibilità che vengano impiegate armi nucleari.
Il 2025 segna l’80º anniversario dei bombardamenti atomici su Hiroshima e Nagasaki. Attraverso questa mostra Hiroshima Appeals, speriamo di trasmettere al pubblico in Germania e in tutta Europa le gravi conseguenze delle armi nucleari: distruzione, morte, devastazione ambientale e gravi effetti sulla salute a lungo termine.
Il graphic design giapponese, in particolare, si è sviluppato sotto l’influenza profonda dell’ukiyo-e, accogliendo composizioni audaci e un uso sapiente dello spazio negativo, liberi dai vincoli del realismo tradizionale. Queste caratteristiche generano spesso un impatto visivo potente nello spettatore. Invece di comunicare i contenuti in modo diretto, i designer giapponesi ricorrono frequentemente alla metafora e all’allusione, permettendo così una lettura più profonda e una ricchezza d’immagini maggiore. Questo approccio riflette modi di pensare e valori culturali propri della tradizione giapponese.
Per questo motivo, i poster presentati nella mostra Hiroshima Appeals — vividi, raffinati e talvolta persino giocosi — possono, a un primo sguardo, apparire distanti dalla cruda realtà della bomba atomica. Eppure, essi rappresentano una sintesi compiuta dell’arte grafica giapponese del dopoguerra. Invitiamo tuttavia lo spettatore a osservare più da vicino: a cogliere l’immagine appena accennata di un fungo atomico dietro una colomba leggera; l’orologio bruciato o l’abito carbonizzato, incastonati con eleganza nel layout; il messaggio struggente nascosto tra decine di cani dal tratto giocoso. Queste opere contengono messaggi silenziosi ma potenti di pace, espressi attraverso il linguaggio della metafora visiva.
E soprattutto — come disse un giorno Yusaku Kamekura — “Un poster per la pace deve contenere un tocco di poesia e una traccia di dramma.”
Siamo convinti che i poster di Hiroshima Appeals parlino oltre i confini, le religioni e le razze, raggiungendo il cuore di tutti coloro che desiderano sinceramente la pace.
Miki Shimokawa
Curatrice della mostra
29.07.2025