Primo piano

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SALA LIGURE
Mammiferi e Uccelli liguri

La Liguria si affaccia sul Mediterraneo con la sua lunga costa ad arco, ma è una regione prevalentemente montana che raggiunge le massime elevazioni a ponente, in corrispondenza delle Alpi Liguri, e che presenta una superficie boscata tra le più estese d’Italia. Questa coesistenza di paesaggi differenti genera una ricca varietà di ambienti in cui vivono animali altrettanto diversi. In alta montagna i boschi di conifere ospitano carnivori assai rari come la martora (Martes martes) e, salendo ulteriormente, nelle praterie e zone rocciose si possono scorgere marmotte (Marmota marmota), camosci (Rupicapra rupicapra) e lepri alpine (Lepus timidus). Scendendo, si incontrano faggete e castagneti alternati a radure in cui si possono trovare scoiattoli (Sciurus vulgaris), cinghiali (Sus scrofa), tassi (Meles meles), gatti selvatici (Felis silvestris) e un tempo anche lontre (Lutra lutra). Nella macchia mediterranea infine si rinvengono volpi (Vulpes vulpes), faine (Martes foina) e ricci (Erinaceus europaeus). Gruppi di uccelli provenienti da località liguri sono ambientati in piccoli gruppi biologici. Al centro della sala si può ammirare una coppia di lupi appenninici provenienti da Rezzoaglio, in Val d’Aveto, dove i due esemplari sono stati trovati nel gennaio 1990, uccisi dai lacci dei bracconieri. Un dispositivo sonoro permette di ascoltare i canti degli uccelli e l’ululato del lupo.

Approfondimento

L’ululato del lupo

Il celebre ululato dei lupi molto spesso descritto come un urlo prolungato, cupo e lamentoso, in realtà risuona piuttosto limpido ed è assai più musicale delle grida di altri animali. Esso serve ai componenti del branco o del gruppo familiare per mantenere i contatti e per comunicare anche a grande distanza: è dunque di estrema importanza per animali dotati di uno spirito sociale forte. L’ "ululato corale" generato dalle grida simultanee di parecchi lupi sembra avere la funzione di mezzo di comunicazione fra gruppi vicini. L’urlo prolungato emesso da un singolo lupo esercita un forte stimolo sugli altri membri del branco che non sanno resistere all’impulso di far udire anche la propria voce. Questa reazione consente agli studiosi di stabilire se in un territorio siano presenti dei lupi imitandone l’ululato e restando in attesa dell’eventuale risposta.


SALA 11
Uccelli

La classe degli uccelli viene introdotta sul lato sinistro della sala tramite una serie di vetrine che sviluppano argomenti quali i rapporti fra uccelli e uomo (soffermandosi sull’antichissima arte della falconeria e sull’origine degli uccelli domestici), la nidificazione, le variazioni all’interno delle specie, le migrazioni e l’affascinante dinamica del volo. Una sezione è dedicata alla protezione degli uccelli: molti di essi infatti rischiano l’estinzione e alcuni, come il colombo migratore (Ectopistes migratorius) e il fregilupo (Fregilupus varius) sono purtroppo già estinti. Sul lato destro della sala sono invece ospitati gli uccelli che sono stati rinvenuti almeno una volta nel territorio della Liguria. Da notare lo storno nero (Sturnus unicolor), che rappresenta un reperto interessante poiché la specie è ora limitata alla Sardegna, e lo storno comune (Sturnus vulgaris), che invece è in fase di notevole espansione invadendo ormai le città; inoltre, fra gli altri, un esemplare di gru (Grus grus), uccelli di montagna come il gallo forcello (Tetrao tetrix) e uccelli marini come le gazze marine (Alca torda).


Approfondimento
Scomparso

Alcune specie animali sono ormai estinte. Tra queste si conta un gran numero di uccelli oggetto di veri e propri stermini in epoche storiche anche relativamente recenti. Il fregilupo (Fregilupus varius) dell’isola Riunione, caratterizzato da una cresta di morbide piume sul capo, scomparve circa a metà del diciannovesimo secolo. Gli ultimi esemplari viventi sono collocati tra il 1835 e il 1840. Sono stati conservati solo 23 esemplari al mondo, tra cui quello esposto nella sala.

SALA 12
Uccelli

La rassegna degli uccelli liguri iniziata nella sala precedente termina qui con alcune specie, soprattutto Falconiformi e Strigiformi, per i quali sono indicati, oltre al nome italiano e a quello latino, anche il nome genovese e l’indicazione di specie protetta, nidificante in Liguria o rara in Liguria. Da segnalare il gufo reale (Bubo bubo), ormai piuttosto raro nella regione, e il succiacapre (Caprimulgus europaeus), uccello dell’ordine dei Caprimulgidi con abitudini crepuscolari.
Dall’altro lato della sala sono esposti gli Struzioniformi: i piccoli e primitivi kiwi della Nuova Zelanda, del sottordine degli Apterigi, a cui appartenevano anche specie gigantesche oggi estinte come il mitico moa; gli struzzi africani, che sono i più grandi uccelli viventi, potendo raggiungere un’altezza di circa 2.50 m.; i nandù o struzzi d’America, gli emù o struzzi d’Australia e i singolari casuari della Nuova Guinea, Australia del nord e isole vicine.
Un altro gruppo di uccelli non volatori, ma con l’arto superiore modificato per il nuoto, è quello dei pinguini. Essi vivono nei mari dell’emisfero australe e presentano numerosi adattamenti ai climi freddi.

Approfondimento

Piccolo e primitivo

I kiwi sono i soli rappresentanti viventi degli Apterigi. Questi strani uccelli dalle abitudini notturne abitano le foreste della Nuova Zelanda dove si nutrono di insetti, larve, lombrichi (che catturano scavando nel terreno con il lungo becco) e bacche cadute. Il loro piumaggio dall’aspetto sfilacciato è fortemente mimetico, e la loro presenza viene spesso rivelata solo dai sottili e trillanti suoni che emettono e che assomigliano ad una sorta di "ki-wi" da cui hanno preso il nome.

SALA 13
Uccelli

Fra i numerosissimi gruppi sistematici di uccelli presenti nella sala, particolare attenzione meritano le Paradisee o uccelli del paradiso, i cui maschi possiedono appariscenti ornamentazioni e livree di straordinaria bellezza, in cui si alternano zone di aspetto sericeo o vellutato ad altre con tinte vivaci a riflessi metallici che sotto la luce del sole risplendono come gioielli.
Le femmine sono invece prive di ornamentazioni e hanno piumaggio spesso di colorazione mimetica. Questi meravigliosi uccelli abitano le foreste vergini della Nuova Guinea e di una piccola regione dell’Australia.
Molti esemplari giunsero al Museo in seguito ai viaggi di esplorazione compiuti nell’Ottocento, risultando nuovi per la scienza e venendo così descritti come "nuove specie" negli Annali del Museo.


Approfondimento

Gli "uccelli mosca"

I Trochilidi o colibrì, dell’ordine degli Apodiformi, sono detti anche uccelli mosca per le loro minuscole dimensioni. Hanno becco sottile e lingua lunga e vischiosa in rapporto ai loro costumi alimentari: infatti catturano insetti e succhiano il nettare dai fiori. Il rapidissimo battito delle ali consente loro di stare fermi in volo. Il loro piumaggio possiede spesso colorazioni vistose. Questi uccelli impollinatori abitano l’America dall’Alaska alla Patagonia. Nelle zone calde del Vecchio Mondo vivono invece i Nettarinidi, appartenenti ai Passeriformi, simili ai colibrì nell’aspetto e nel comportamento.

SALA 14
Rettili

I Rettili costituiscono una classe di vertebrati caratterizzati in generale da pelle rivestita di squame, respirazione polmonare, circolazione doppia completa; sono tipicamente ovipari, più raramente ovovivipari o vivipari, ed eterotermi; sono rinvenibili negli ambienti più diversi.
Degno di nota è il mostro di Gila (Heloderma suspectum) del Nord America, rappresentante dell’unica famiglia vivente di sauri dotata di veleno. Il primo ordine illustrato è quello dei Testudinati con esemplari di tartaruga terrestre e di tartaruga marina (comuni anche nel mar Ligure). Anticipa l’esposizione dei coccodrilli della sala 15 un notevole esemplare di gaviale del Gange (Gavialis gangeticus).

Approfondimento

La delicata nascita delle tartarughe marine

Comparsi 250 milioni di anni fa, i rettili sono stati i primi vertebrati a rendersi completamente indipendenti dall’ambiente acquatico, ma il gruppo delle tartarughe si è in parte riadattato all’acqua, conservando però l’abitudine di deporre le uova sulla terraferma. A notte fonda la femmina, strisciando sul ventre e spingendosi avanti con le pinne anteriori, si porta sulla spiaggia e scava nella sabbia con le natatoie posteriori una buca profonda di circa mezzo metro, dove depone da 60 a 120 uova bianche e grandi come palline da ping pong. Al termine della deposizione, ricopre la buca con la sabbia. Molto spesso i nidi sono predati da uccelli marini e altri animali, e anche al momento della nascita le piccole tartarughe sono assai vulnerabili, specialmente nel tratto di spiaggia che devono percorrere prima di giungere al mare. Dall’uovo può nascere un individuo sia di sesso femminile che maschile e ciò verrà determinato dalla temperatura maggiore o minore. Nel Mediterraneo le tartarughe marine si riproducono lungo le coste orientali di tale mare; in Italia i siti di nidificazione di Caretta caretta sono nelle Isole Pelagie (Linosa e Lampedusa) e lungo la costa ionica della Calabria.

SALA 15
Rettili, Anfibi, Pesci

I Rincocefali comparvero sulla Terra 200 milioni di anni fa, ed ebbero una grande diffusione nel Triassico, occupando Europa, Africa e America, mentre attualmente sono rappresentati da un’unica specie, il tuatara (Sphenodon punctatus), confinato in poche isolette della Nuova Zelanda e considerato un "fossile vivente". Gli Squamati comprendono Sauri e Serpenti. I grandi coccodrilli presentano uno spiccato adattamento alla vita acquatica. Passando agli Anfibi, essi comprendono Caudati o Urodeli, Apodi e Saltatori o Anuri. Interessante l’illustrazione delle diverse fasi della metamorfosi, che conduce dall’uovo e dai diversi stadi di girino (acquatici, con respirazione branchiale) all’individuo adulto (generalmente terrestre, con respirazione polmonare). Di particolare rilevanza la salamandrina dagli occhiali (Salamandrina perspicillata), esclusiva dell’Appennino centro-settentrionale, e lo straordinario proteo (Proteus anguinus) delle grotte del Carso, con adattamento alla vita nell’oscurità delle caverne. I Pesci sono introdotti con una vetrina in cui sono esposti i caratteri principali della classe (caratteristiche dello scheletro, modalità di riproduzione, ecc.). Seguono alcuni esemplari di pesci cartilaginei, fra cui una ricca serie di squali e il pesce angelo (Squatina squatina), con caratteristiche intermedie fra squali e razze; si segnala inoltre l’unico appartenente all’ordine degli olocefali del Mediterraneo: la chimera (Chimaera monstrosa) con caratteristiche intermedie fra pesci cartilaginei e pesci ossei.


Approfondimento

Lo straordinario Proteo

Un anfibio caudato davvero particolare è il proteo (Proteus anguinus). La sua distribuzione geografica naturale è limitata alle acque sotterranee delle grotte del Carso e della Jugoslavia: un ambiente alle cui condizioni questo animale si è adattato a tal punto che tutti i tentativi di insediarlo in altre zone sono finora falliti. Presenta una forma neotenica, dal corpo allungato, con arti piccoli, branchie esterne e polmoni. Gli occhi, in rapporto alla vita nell’oscurità che conduce, sono atrofizzati, e la pelle è depigmentata. Si nutre principalmente di crostacei cavernicoli, ma non ha un grande fabbisogno alimentare.

CORRIDOIO DEL MARE
Il mare riveste una notevole importanza per la biosfera e per l’uomo, a partire dalle relazioni trofiche che avvengono fra gli organismi che vivono in esso. I sali minerali costituiscono il punto di partenza e di arrivo del ciclo: partenza, in quanto necessari al fitoplancton per i processi di organicazione, ed arrivo, in quanto prodotto finale della degradazione. L’ambiente marino subisce delle variazioni in rapporto alla profondità e alla presenza o meno di una vasta piattaforma continentale.
Si possono distinguere i domini del benthos e del plancton. Di particolare rilevanza per il ruolo che svolgono nell’economia del mare sono i vegetali, fra cui si possono ricordare le Posidonia che formano praterie tipiche del Mediterraneo. A livello animale, quasi tutti i gruppi esistenti annoverano rappresentanti marini. Dal punto di vista delle risorse offerte, accanto a pesci, crostacei, molluschi, che maggiormente contribuiscono all’alimentazione umana, non vanno dimenticate le alghe, da cui vengono estratte preziose sostanze, mentre coralli, spugne, conchiglie, ecc. sono oggetto di raccolta e commercio fin dall’antichità.

Approfondimento

Le praterie di Posidonia

La Posidonia è un importante endemita del mar Mediterraneo. Vera e propria pianta marina, dotata di radici, fusto e foglie, rappresenta anche un importante indicatore biologico perché molto sensibile agli agenti inquinanti, e per questo motivo purtroppo è attualmente in regressione in molte aree. Questa fanerogama marina forma ampie praterie sommerse, nelle quali offre rifugio e fonti di cibo a diverse specie di pesci e invertebrati. Inoltre con le sue radici aumenta il consolidamento del substrato dei fondali sabbiosi limitando così l’erosione delle onde in prossimità delle coste

SALA 16
Pesci, Ciclostomi

I pesci ossei sono i vertebrati che predominano nelle acque sia marine che dolci. In rapporto con gli ambienti che frequentano e con la vita che conducono, hanno forma molto varia: affusolata, serpentiforme, nastriforme, discoidale, ecc. Alcuni pesci ossei primitivi possiedono scheletro ancora in gran parte cartilagineo, ma il corpo è protetto da elementi ossei dermici, come negli storioni (Acipenser) dell’ordine degli Acipenseriformi, assai conosciuti per essere fornitori del caviale e della colla di pesce. Il curioso ordine dei Mormiriformi comprende specie delle acque dolci africane fra cui il mormiro (Mormyrus kannume) dotato di organi in grado di creare un debole campo elettrico che gli consente di rilevare quanto avviene nell’ambiente circostante. I pesci volanti (Cypselurus), dispiegando le grandi pinne pettorali, balzano fuori dall’acqua dando l’impressione di volare; la rana pescatrice (Lophius piscatorius) utilizza come esca il primo raggio della pinna dorsale modificato in illicio per attirare gli animaletti di cui si nutre; l’abissale e piccolo melanoceto (Melanocetus johnsoni) è capace di inghiottire prede assai più grandi di lui grazie alla straordinaria dilatabilità dello stomaco.


Approfondimento

I Pesci serpentiformi

Gli Anguilliformi si differenziano dagli altri pesci ossei soprattutto per la forma del corpo molto allungata, per la mancanza di pinne ventrali e per le squame rudimentali o del tutto assenti. L’anguilla (Anguilla anguilla) è il rappresentante più conosciuto di tale ordine, famoso per le migrazioni che compie al momento della deposizione delle uova dalle acque dolci, dove trascorre la maggior parte della propria esistenza, al mare. Lo sviluppo avviene attraverso uno stadio larvale caratterizzato da un corpo trasparente che prende il nome di "leptocefalo" dal quale, dopo la metamorfosi, si originano le forme giovanili. Allo stadio adulto sono animali predatori che si dedicano alla cattura di altri pesci, crostacei e molluschi.


SALA 17
Invertebrati

Gli Artropodi sono un grande raggruppamento di animali con corpo segmentato, caratterizzati dalla presenza di un dermascheletro e di particolari appendici. Gli Aracnidi comprendono scorpioni, solifugi, pseudoscorpioni, araneidi e acari. Fra i piccoli gruppi, da citare quello dei merostomi, marini, con forme oggi estinte date dai gigantostraci che raggiungevano le dimensioni di 1.80 m, e con forme tuttora viventi rappresentate dai limuli, forniti di uno scudo dorsale e di una lunga appendice a forma di spada. I Crostacei costituiscono una classe con grande plasticità morfologica, che ha permesso loro la colonizzazione dei più disparati ambienti terrestri ed acquatici. Degno di nota il granchio gigante del Giappone (Macrocheira kaempferi) che, a zampe distese, può superare i 3 m di lunghezza. La classe più numerosa degli artropodi è quella degli insetti. Ampio spazio è concesso alle farfalle, sia diurne sia notturne, fra cui si segnalano la saturnia del pero (Saturnia pyri), la più grande farfalla italiana, e le stupende Morpho sudamericane, dai colori metallici. I coleotteri mostrano un’ampia variabilità di dimensioni e forme, e vivono praticamente in tutti gli ambienti, ad esclusione di quello marino. Interessanti i settori dedicati alla biologia dell’ape domestica (Apis mellifera ligustica) e ai nidi degli insetti.

Approfondimento

I nidi degli Insetti

Alcuni insetti piuttosto evoluti costruiscono nidi, dove vengono deposte le uova ed allevate le larve fino al loro completo sviluppo.
Nella sala sono presentati diversi tipi di nido; da quelli relativamente semplici a quelli decisamente complessi, la cui realizzazione è frutto del lavoro di centinaia o migliaia di individui degli insetti cosiddetti "sociali" (vespe, formiche, api). Degna di nota è la regolarità della forma delle cellette costruite con fibre vegetali masticate e ridotte ad una specie di leggero cartone o con la cera.
E’ esposto anche il modello di un termitaio, abbastanza frequente nei paesi tropicali e assai articolato: la parte aerea può raggiungere alcuni metri d’altezza, mentre le gallerie sotterranee possono espandersi per centinaia di metri.


SALA 18
Invertebrati

La sala chiude l’esposione degli invertebrati con i gruppi non compresi fra gli artropodi. Leptocardi e tunicati costituiscono, assieme ai vertebrati, i cordati, animali che durante l’intera esistenza o solo in fase transitoria possiedono una "corda dorsale". Fra i leptocardi è piuttosto noto l’anfiosso (Branchiostoma lanceolatum), lungo circa 6 cm., che vive seminascosto nel fondo sabbioso in prossimità delle coste dei mari caldi e temperati. Gli echinodermi sono un gruppo di origine antica, tutti marini e prevalentemente bentonici, ampiamente diffusi. I molluschi invece, comprendono, oltre ad un elevato numero di forme marine, anche specie d’acqua dolce e terrestri. La conchiglia è il prodotto di secrezione del mantello di moltissimi molluschi ed è costituita da una sostanza organica chiamata conchiolina e da carbonato di calcio. Di platelminti, nematodi e anellidi sono illustrati i cicli biologici dei parassiti più conosciuti e temibili. Gli cnidari presentano sia una forma natante (medusa) sia una fissata al substrato (polipo) e a livello coloniale danno luogo a formazioni coralline di vario tipo. Le spugne o poriferi si distinguono in tre classi: calcisponge o spugne calcaree, ialosponge o spugne silicee e demospongie o spugne costituite prevalentemente di spongina. Organismi difficilmente distinguibili ad occhio nudo, come protozoi e batteri, sono illustrati in alcuni tabelloni.

Approfondimento

Il Nautilo

Il nautilo è un Cefalopode vivente dotato di una conchiglia esterna e presenta varie affinità con le Ammoniti fossili dell’Era Mesozoica. La conchiglia esposta, molto bella per forma e colorazione, appartiene al Nautilus pompilius dell’Oceano Indiano e mostra una ripartizione interna, in camere comunicanti tra loro mediante setti forati. L’animale occupa la camera più esterna, che è anche la più grande, ma attraverso i fori dei setti, invia il proprio sifone fino alla più interna. Il corpo del mollusco sporge dalla conchiglia con il capo e con le numerosissime braccia brevi, sottili e prive di ventose. Questo animale arcaico vive di solito in profondità, ma può anche emergere in superficie e avvicinarsi alle coste dove viene pescato per la carne e per la conchiglia che è costituita da pregevole madreperla.

SALA 19
La cellula

L’allestimento di questa sala è stato realizzato in collaborazione con il personale scientifico dell’Istituto di Biofisica del Consiglio Nazionale delle Ricerche.
Vengono illustrati i risultati più aggiornati della ricerca scientifica nel campo della biologia molecolare e cellulare facendo compiere al visitatore un vero e proprio viaggio all’interno della cellula.
Punto di forza e perno attorno a cui si dipana l’esposizione è la ricostruzione tridimensionale di una cellula animale, ingrandita circa 100.000 volte: si tratta di un modello di resina del diametro di 4 metri all’interno del quale sono ben individuabili il nucleo e tutti i diversi organuli cellulari inseriti nel citoplasma.
Ai lati della cellula, vari pannelli esplicativi propongono un’affascinante rassegna del mondo infinitamente piccolo, avente come scopo quello di illustrare compiutamente struttura e funzioni delle cellule, in particolare di quelle animali. Si può comprendere ad esempio come si dividono le cellule oppure qual’è l’anatomia della membrana od ancora come si trasmettono i segnali elettrici da una cellula all’altra, senza tralasciare di dare uno sguardo alla storia esaminando le tappe attraverso cui l’uomo è giunto alle conoscenze attuali.

SALA 20
Rocce e minerali

Le rocce magmatiche si originano dalla solidificazione per raffreddamento di un composto fuso e fluido e vengono suddivise in due gruppi a seconda che tale solidificazione sia avvenuta in profondità e quindi con un lento raffreddamento (rocce intrusive, come i graniti) o dopo la risalita del magma in superficie e quindi con un brusco raffreddamento (rocce effusive, come i basalti). Le rocce sedimentarie possono essere dovute alla deposizione di frammenti più o meno grossolani trasportati dalle correnti (come i conglomerati), o a deposizione chimica e/o biochimica a composizione carbonatica (calcari) o silicea (diaspri). Le rocce metamorfiche derivano da altre rocce per un processo di ricristallizzazione dovuto ad un aumento di temperatura e spesso a deformazioni. Particolare attenzione è dedicata ai minerali che possono essere rinvenuti nelle rocce della Liguria.

La forma esterna dei cristalli di ogni specie minerale rispecchia determinate leggi di simmetria che si rifanno alla geometria secondo cui sono disposti gli atomi che costituiscono il minerale stesso. Il grado di simmetria, che viene evidenziato nella sala da modelli e da esempi di cristalli, permette la suddivisione dei minerali secondo sistemi cristallini e risulta importante per il riconoscimento. Inoltre sono illustrate proprietà fondamentali per l’identificazione macroscopica come la lucentezza, la colorazione e il tipo di aggregazione. E’ fornita quindi un’ampia rappresentanza di minerali (elementi nativi, alogenuri, solfuri, ossidi, carbonati, fosfati, solfati, minerali del silicio, silicati) completi dell’indicazione del luogo di provenienza, con anche campioni di rilevante bellezza e dimensioni, per terminare con l’esposizione dei minerali utili per l’industria metallurgica.