Gio.Francesco II Brignole - Sale (1747-1748)

Gio.Francesco II Brignole - Sale (1747-1748)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Jacopo Antonio Boni (Bologna, 1688 - Genova, 1766)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 266 x 179

Nel marzo del 1746 Gio. Francesco II Brignole - Sale fu eletto doge della Repubblica di Genova e il pittore bolognese Jacopo Antonio Boni, già attivo per lavori ad affresco a Palazzo Rosso nel 1744-1745, fu incaricato di dipingerne l’immagine ufficiale. Il modello compositivo dell’immagine ricalca pedissequamente nella posa di tre quarti – pressoché identica – e nell’ambientazione una delle opere più celebri e famose del pittore parigino Hyacinthe Rigaud, il Ritratto di Luigi XIV, realizzato nel 1701 (Parigi, Louvre). Lo stesso Rigaud nel 1739 aveva eseguito un ritratto di Gio. Francesco II in occasione dell’andata a Parigi di questi in qualità di ambasciatore e, precedentemente, nel 1704, aveva effigiato anche il di lui padre, Anton Giulio. La scelta di rifarsi al prototipo dedicato al potente monarca francese evidenzia chiaramente l’intento celebrativo del committente, che è raffigurato con un sontuoso manto regale, la mozzetta di ermellino e il bastone del comando all’interno di un’imponente scenografia creata dal tendaggio a baldacchino e dallo scorcio della colonna binata che apre su il paesaggio dello sfondo, in cui è abbozzato l’episodio della battaglia della Bocchetta.
Il dogato di Gio. Francesco II, infatti, incorse durante i drammatici fatti storici del 1746 – quelli che ebbero come protagonista il mitico Balilla – quando a Genova, invasa dalle truppe austro-piemontesi, scoppiò una rivolta popolare che portò alla cacciata del nemico e alla liberazione della città. La scritta sulla lettera appoggiata al tavolino, che recita: “pro patria/et libertate”, la maschera di Giano bifronte sul plinto della colonna e l’armatura ai piedi del doge risultano quindi tutti elementi che, oltre a personalizzare il dipinto, alludono agli avvenimenti coevi e al difficile ruolo ricoperto da Brignole - Sale a salvataggio delle istituzioni repubblicane da lui rappresentate.