Incredulità di San Tommaso

Incredulità di San Tommaso

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Bernardo Strozzi, detto il Cappuccino (Campo Ligure o Genova, 1582 - Venezia, 1644)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 101 x 97,5

L’incredulità di Palazzo Rosso è certamente prodotto maturo, impostato su un deciso colorismo, apprezzato già dal Settecento. Le parole che l’evangelista fa rivolgere da Cristo al discepolo incredulo sono sottolineate ed enfatizzate attraverso il gesto della mano che, pur con una certa delicatezza, avvicina al proprio costato quella di Tommaso, fino a fargli inserire l’indice fra i lembi della ferita. Non si tratta tuttavia di una novità perché la stessa scelta, e con maggiore forza, aveva già fatto Caravaggio in una tela, già nella collezione di Vincenzo Giustiniani e oggi dispersa, che Strozzi può aver conosciuto attraverso la copia allora posseduta da Orazio Di Negro.
Tale ipotesi, piuttosto che posticipare l’esecuzione del dipinto ad un pur credibile viaggio a Roma dell’artista, accrediterebbe una datazione dell’opera ai primi anni Venti del Seicento, accettando nello stesso tempo il fatto che certe levigatezze di contenuti attestino già l’influsso di Van Dyck.
Il dipinto, acquistato nel 1672 da Giuseppe Maria Durazzo, ereditato nel 1717 da Gio.Francesco II Brignole-Sale, passò quindi sempre per via ereditaria alla Duchessa di Galliera.