L’edificio primitivo fu eretto tra la fine del V e il primo VI secolo, ma quanto di più antico oggi si vede risale all’epoca della sua ricostruzione a fine XI secolo. Questa fase, romanica, è databile dal 1118, anno in cui papa Gelasio II consacrò il nuovo tempio, ed è documentata nelle ordinate murature esterne dell’abside maggiore e dei due fianchi, in ciascuno dei quali si apre un portale.
La parte inferiore della facciata risale a una fase di primo Duecento rimasta incompiuta: si prevedeva di ricostruire l’edificio al fine di adeguarlo ai modi costruttivi del gotico del nord della Francia. Innovativa rispetto a quei modelli fu la scelta di parare la facciata non solo con liste bianche e nere, ma con marmi policromi di gran pregio: bianchi, rossi, rosa e verdi, e con pietra nera. Nel paramento delle fronti e dei fianchi di ambo i campanili si notano sarcofagi romani vari per epoca, tipologia e provenienza che contribuiscono a qualificare e a nobilitare l’edificio.
La parte alta della facciata presenta parti scalate nel tempo: trecentesco è il livello delle esafore, quattrocenteschi il rosone, poi rifatto alla metà del XIX secolo, e la loggetta che corona la torre rimasta incompiuta; cinquecentesco il campanile destro, portato a termine nel 1522.
All’interno una sorta di atrio (endonartece), completamente voltato su pilastri, dà l’idea di come dovesse essere rinnovato l’interno della cattedrale secondo i progetti duecenteschi, e all’inizio delle due navate laterali si notano ancora gli attacchi delle arcate rimaste incompiute.
All’interno spiccano vari altari e cappelle: nello specifico la grandiosa cappella dedicata a San Giovanni Battista, lungo la navata sinistra, con facciata marmorea risalente alla metà del Quattrocento, e l’interno degli inizi del Cinquecento; e le cappelle absidali la cui decorazione si situa alla metà del Cinquecento (cappella di sinistra), tra Cinque e prima metà Seicento (cappella maggiore), e nella seconda metà del Seicento (cappella destra).