Lot ubriacato dalle figlie

Lot ubriacato dalle figlie

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Bartolomeo Guidobono (Savona, 1654 - Torino, 1709)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 224 x 161

La tela fa parte della serie di quattro sovrapporte, che narrano le storie di Abramo e di suo nipote Lot, commissionate da Gio. Francesco I Brignole - Sale per ornare il salone di rappresentanza di Palazzo Rosso, dove tuttora sono collocate.
Il libro dei conti della famiglia documenta l’acconto per l’esecuzione dei dipinti (1694) e il saldo del lavoro (1695 e 1696).
In questo dipinto è rappresentato l’episodio della Bibbia secondo cui dalla distruzione divina della città di Sodoma si salvarono solo Lot e le sue due figlie, mentre il resto della popolazione, giudicata empia e peccatrice, perì, lasciando completamente disabitato quel territorio.
La figlia maggiore suggerì pertanto alla sorella di ubriacare il padre e di giacere entrambe con lui, reso inconsapevole dal vino, per ottenere la discendenza. Da questa unione ebbero origine i popoli dei Moabiti e degli Ammoniti.
Bartolomeo Guidobono, pittore savonese, originale e raffinato interprete del rococò a Genova e attivo soprattutto nell’ambito della grande decorazione, dà qui un’interpretazione profana del testo biblico, esibendo le rosee nudità delle due giovani, la palpabile preziosità del manto di una e la posa leziosa e ammiccante dell’altra.
Fuori dalla grotta in cui Lot e le figlie trovarono rifugio, in lontananza, si scorge la città di Sodoma, devastata dalle fiamme. La sagoma immobile che si scorge dinanzi al rogo della città è quella di Sara, moglie di Lot, tramutata in una statua di sale per aver disatteso all’ordine di Dio di fuggire senza mai voltarsi indietro.
Una dimostrazione dell’abilità di questo artista, giunto ormai alla piena maturità, è la natura morta in primo piano, che accompagna gradevolmente lo sguardo dello spettatore verso il centro della scena; tra i frutti in essa raffigurati sono presenti sia il simbolo del peccato (la mela) sia quello della passione di Cristo (l’uva), contrapposizione coerente con il senso dell’episodio, in cui un’azione in sé peccaminosa è letta come atto sacrificale per dar vita a una nuova discendenza di uomini giusti.