Scena di mercato (circa 1565)

Scena di mercato (circa 1565)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Joachim Beuckelaer (Anversa, circa 1534 - Anversa? circa 1574)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, cm. 203 x 103. Monogramma sulla tinozza: "JB"

Acquistata ad Anversa dal nobile genovese Gio. Agostino Balbi durante il suo soggiorno nelle Fiandre, che si protrasse dal 1595 al 1621, questo dipinto, insieme con La cuoca di Aertsen, contribuì significativamente alla diffusione, a Genova, di tematiche di genere che incontrarono da subito il gusto della emergente classe borghese e mercantile, incline a veder rappresentati concretamente aspetti della vita quotidiana nonché gli abbondanti frutti delle ricchezze accumulate.
Questi testi pittorici giocarono, dunque, un ruolo determinante nello sviluppo della pittura genovese; basti pensare a dipinti come la famosissima Cuoca di Bernardo Strozzi o al Pifferaio dello stesso maestro, impensabili nel panorama della pittura italiana senza l’apporto e l’influsso di questi maestri del Nordeuropa.
Nipote di Pieter Aertsen e suo allievo, Beuckelaer si cimentò soprattutto in scene di interni, di cucine e di mercati, con uno stile assai riconoscibile, in cui a una composizione piuttosto rigida dove le figure umane, raffigurate in gesti bloccati e statuari, non hanno la varietà e la vividezza del ritratto ma sono piuttosto dei tipi, si contrappone una descrizione dettagliata e spesso movimentata di oggetti, animali, suppellettili, eseguiti con maestria.
La scansione minuziosa della realtà, tuttavia, non è in contraddizione con un eventuale significato simbolico di alcuni oggetti rappresentati come l’edera che, secondo una simbologia diffusa, significa la vita che si rigenera e quindi anche la Resurrezione di Cristo e la presenza dell’uovo emblema della perfezione divina, della fecondità e della vita.