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L’ Elefante antico e la ricostruzione degli ambienti del passato
L’esemplare di Elephas antiquus italicus, pressoché completo, appartenente alla specie di mole massima vissuta nelle foreste euroasiatiche del Quaternario e ora estinta, venne rinvenuto nel 1941 in un giacimento di "farina fossile" situato in provincia di Viterbo.
La zona del ritrovamento, non lontana dal lago di Bolsena e dal vulcano Cimino, ha un passato geologico assai travagliato. Vi si alternarono momenti di parossismo vulcanico e lunghe pause, durante le quali le acque, ruscellando, modellarono colline di tufi vulcanici e, accolte nelle depressioni, formarono laghi e paludi. E’ probabile che l’elefante, sceso nel lago per bagnarsi, come fanno abitualmente questi animali, sia rimasto impantanato nella melma e non abbia saputo riguadagnare la riva. Dopo la morte andò a fondo e, lentamente, venne sepolto dal sedimento lacustre costituito dai microscopici scheletri delle Diatomee. Il deposito divenne roccia con il passare del tempo e permise così la fossilizzazione di questo grande animale.