La dimora di Ansaldo

Il primo piano nobile del palazzo di Pellicceria si presenta come modello del gusto e della concezione abitativa seicentesca ed è fortemente caratterizzato dalle scelte decorative dei Grimaldi, cui si deve l'edificio e la sua prima decorazione, e dalla committenza e gusto collezionistico di Ansaldo Pallavicino e del padre Agostino.

Grazie a un sorprendente e impegnativo restauro avviato all'inizio degli anni Novanta sono da ritenersi i decori parietali legati all'intervento di Lazzaro Tavarone, autore del grande affresco della volta del salone raffigurante La conquista di Lisbona. Coerentemente inseriti in questo contesto decorativo non solo i mobili a bambocci e i diversi stipi, elementi caratterizzanti le dimore seicentesche genovesi, ma anche i dipinti del secondo proprietario, Ansaldo Pallavicino, che introdusse nel palazzo la quadreria del padre Agostino, importante committente di Anton Van Dyck e di Domenico Fiasella, che egli arricchì in particolare con opere del Grechetto, pittore verso il quale Ansaldo nutrì una particolare predilezione.