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Pietro Fragiacomo (Trieste, 1856-1922)
dipinto
olio su tela, 24 x 40 cm
Firmato in basso a destra “P. Fragiacomo”, [1889]
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Pietro Fragiacomo (Trieste, 1856-1922)
dipinto
olio su tela, 24 x 40 cm
Firmato in basso a destra “P. Fragiacomo”, [1889]
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Lino Selvatico (Padova, 1872 - Treviso, 1924)
Olio su tela
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L'Amazzone al Bois de Boulogne
Luigi Frugone 1953 Genova - legato
De Nittis, Giuseppe
GAM1534
Unità di misura: cm; Altezza: 31.5; Larghezza: 42.5
olio su tela
The Apulian Giuseppe De Nittis was one of the most appreciated and recognised artists in Paris in the second half of the 19th century, thanks also to his relationship with the famous merchant Alphonse Goupil. He was the only Italian artist invited by his friend Edgar Degas to the first exhibition of the Impressionists, organised in the studio of the photographer Nadar in 1974. De Nittis distinguished himself for the views of the cities where he stayed, including Paris and London, delving into the theme of the urban upper middle class, particularly the female figures, in the rapidly changing urban environment from 19th century cities to modern metropolises. The subject presented in this work recurs in several of De Nittis' canvases that often present subjects portrayed from an elevated viewpoint, as the artist depicted scenes of Parisian life inside a special carriage that allowed him to witness, unseen and from a privileged vantage point, city episodes. Worthy of note is the painting's breakthrough to the right, leading all the way to the Arc de Triomphe as a vanishing point that compensates for the captivating figures of the amazon and her friends, sketched with attention to details in the central part of the painting.
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Musica in famiglia
Legato Frugone 1928 - legato
Favretto, Giacomo
GAM1537
Unità di misura: cm; Altezza: 98; Larghezza: 57
olio su tela
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Al ponte di Rialto
Legato Frugone 1953 - legato
Favretto, Giacomo
GAM1538
Unità di misura: cm; Altezza: 125; Larghezza: 84,5
olio su tela
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Al caffè. La lettura del giornale
G.B. Lazzaro Frugone 1935 Genova
Milesi, Alessandro
GPB 679
Unità di misura: cm; Altezza: 86.2; Larghezza: 43
olio su tela, cm 43x86
Venezia - 1991<br>Genova - 1984<br>Venezia - 1983<br>Venezia - 1959<br>Collezioni di Luigi e G.B Lazzaro Frugone - Palazzo Bianco, Genova - 1938
Medaglia d’oro all’Esposizione di Boston del 1890, anno a cui si può far risalire la sua esecuzione, il dipinto, ricordato anche con il titolo Notissie Nove e La lettura del giornale, raffigura una giovane donna seduta mentre sorseggia una tazza di caffè, durante una pausa dalla lettura del Gazzettino di Venezia. E’ un ritratto femminile impostato con grande abilità ed eleganza, che sembra sottolineare il carattere indipendente del personaggio. Costituisce una felice rappresentazione di una scena di vita quotidiana, borghese ed elegante, costruita con gusto e raffinatezza anche grazie al sapiente uso dei contrasti cromatici (il bianco del giornale, i colori scuri dell’abito, il vivace colore del fiocco).
L’opera raffigura due temi della pittura del tempo, un ritratto e una veduta, quella di Venezia, che si delinea al di là della finestra, sul fondo del quadro.
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Ettore Tito (Castellammare di Stabia, 1859 - Venezia, 1941)
olio su tavola, 73x60
Quando il dipinto fu esposto alla Biennale veneziana del 1909, il successo della tela fu tale che lo scultore Domenico Trentacoste avanzò la proposta di acquistarlo "per la Galleria" (d’arte moderna di Firenze o di Venezia?) come risulta da un telegramma inviato per l’occasione da Antonio Fradeletto al proprietario del dipinto.
Oggi conosciuto come Pagine d’amore, firmato e datato 1907, è invece indicato come Lettera d’amore in una lista di quindici opere di Tito con relativi prezzi in possesso del gallerista F. Stefani: lista che, allegata a una lettera del 21 maggio 1918, venne da questi inviata a Lazzaro G. B. Frugone. L’opera venne poi acquistata da Luigi che la pagò presumibilmente trentamila lire, prezzo alto di cui il mercante milanese era consapevole, e che denuncia l’ottima fama e l’alta quotazione di cui il pittore godeva nel mercato dell’arte, non solo in ambito nazionale. Assai vicino alle Rappezzatrici del 1903 (sempre lo stesso gruppo di donne, sotto lo stesso pergolato), di cui pare in realtà il pendant, il dipinto rivela appieno il felice virtuosismo pittorico, la costante ricerca di effetti luminosi, di atmosfere vibranti e solari dell’autore, ai quali si accompagna tuttavia un tono bozzettistico, da "cartolina", del soggetto di genere e del taglio compositivo.
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Ettore Tito (Castellammare di Stabia, 1859 - Venezia, 1941)
olio su tela, cm 121x91
L’artista, usando un procedimento dì tipo fotografico, riesce a tagliare l’immagine in modo da far rimanere fuori dalla tela parte del soggetto della ripresa, rendendo così l’effetto del movimento. In questo caso le parti mancanti della imbarcazione in primo piano e di quella che procede a sinistra, sono un mezzo per sottolineare il movimento delle barche, ulteriormente amplificato dall’ondeggiare dello specchio d’acqua e per consentire all’osservatore una sorta dì "presa" diretta sul soggetto.
Attraverso il colore e le forme, l’artista costruisce la profondità della visione, con pennellate che degradano verso il fondo e con l’andamento delle imbarcazioni che, a vele spiegate, si dirigono da destra verso sinistra. La scena è pervasa da una luce dorata che riflette l’arancio delle vele sulla crespatura dell’acqua con piccole e calde pennellate.
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Guglielmo Ciardi (Venezia, 1842-1917)
olio su cartone, cm 68
L’opera, databile intorno alla fine degli anni Ottanta dell’Ottocento, si può annoverare tra le vedute lagunari di Venezia, quando le marine di Ciardi si arricchiscono di nuovi elementi come le vele delle imbarcazioni.
La veduta, dipinta "con forza, vivacità e sapienza coloristica" è sostenuta da una salda costruzione dello spazio, data dalla barca obliqua in primo piano. Realizzata recuperando un vivace cromatismo, la materia viene trattata, secondo la tecnica della pittura di macchia, sia nelle imbarcazioni in primo piano sia negli edifici all’orizzonte, tradotti attraverso il giustapporsi di macchie colorate che ne ricostruiscono il nitido profilo.
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Piazza San Marco
Pietro Fragiacomo (Trieste, 1856-1922)
GPB 765
Unità di misura: UNR
olio su tela
Il dipinto raffigura Piazza San Marco a Venezia, vista dal lato opposto alla chiesa, illuminata dai raggi dorati del sole dopo una giornata di pioggia, con gli elementi architettonici riflessi nel lastricato e piccole figure quasi fluttuanti nella leggera nebbia che avvolge l’insieme.
Si tratta di una versione successiva, ma quasi identica sia nel soggetto che nelle dimensioni, del quadro omonimo esposto alla Biennale di Venezia del 1899 e oggi conservato presso la Galleria D’arte Moderna della stessa città, realizzata però con una pennellata più definita.
Alle inevitabili citazioni della tradizione vedustica settecentesca si affianca una differente sensibilità cromatica, legata alle poetiche artistiche coeve, fondata su una tavolozza dai colori smorzati che bene si intonano alla scelta del soggetto.
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