100 mila anni in Liguria

PERCORSI  AL MUSEO

La visita al Museo di Archeologia Ligure inizia a partire dalle due sale 100 mila anni in Liguria e I tesori del Tirreno. In esse è possibile comprendere cosa si scoprirà nel resto del Museo: le epoche esplorate, il genere di reperti esposti, il territorio preso in esame e le sue caratteristiche, il modo che il Museo ha scelto per raccontare al visitatore 100 mila anni di passato della Liguria. Si tratta di una storia fatta di cambiamenti climatici e ambientali, migrazioni e rivoluzioni umane, sociali e economiche.

100 MILA ANNI IN LIGURIA – Piano terra, lato ponente

Questa storia inizia nelle grotte della Liguria, un luogo privilegiato in cui i reperti sono stati protetti per migliaia di anni dagli agenti atmosferici e da altri fattori di disturbo. Per oltre 200.000 anni i Neanderthal sono la specie che frequenta l’Europa e anche le grotte del Ponente ligure, contendendo questi ripari a orsi, leoni e ad altri predatori, come si può vedere dai materiali esposti nella prima vetrina. La nostra specie, Sapiens, arriva in Europa 40.000 anni fa portando con sé armi da caccia più efficaci e capacità cognitive innovative per risolvere i problemi: poco dopo l’arrivo degli uomini moderni, i Neanderthal scompaiono per sempre.

La seconda vetrina racconta l'occupazione del territorio ligure a partire dalla “Rivoluzione neolitica” quando gruppi di pionieri agricoltori e allevatori attraversano il Mediterraneo portando cereali, animali domestici, tecniche e attrezzi nuovi. In Liguria arrivano circa 7800 anni fa e in breve rivoluzionano ogni aspetto della vita dei cacciatori e raccoglitori locali. Da questo momento i gruppi umani iniziano a modificare profondamente l’ambiente dando l’avvio ad un processo che non si è più fermato.

I contatti con Etruschi e Greci prima e poi lo scontro con Roma e la conquista della Liguria, trasformano i territori dei Liguri e nascono le città romane come Genova, Luni, Ventimiglia, Libarna. Hanno le caratteristiche presenti in tutto l’impero con il foro, i templi, le basiliche, il teatro, l’anfiteatro, le terme e le strade come la via Iulia Augusta e la via Postumia in Liguria. Attraverso queste vie e i porti arrivano e partono merci da e per tutto l’impero: ceramiche, vetri, tessuti, cosmetici, marmi.

I TESORI DEL TIRRENO - Piano terra, lato ponente

L’area tirrenica è straordinariamente ricca di materie prime: pietra verde, ossidiana, marmo, diaspro, rame, che da oltre 7000 anni sono state ricercate e trasportate lungo itinerari terrestri e marittimi per essere lavorate talvolta per realizzare opere d’arte famose in tutto il mondo. In questa sala del museo è possibile conoscerne le caratteristiche, vederle e tenerle tra le mani.

Nell’area di Genova, la prima presenza umana è un chicco di farro coltivato tra il 5470 e il 5220 anni a.C. a oltre 20 metri sotto l'attuale Piazza della Vittoria. Nel 7° secolo la città è un approdo per le navi etrusche e un importante snodo tra le rotte tirreniche e gli itinerari terrestri controllati dalle tribù liguri del Genovesato. Il porto, base per la flotta romana durante le guerre contro i Cartaginesi, resta anche dopo la ricostruzione di Genova, il punto di passaggio delle legioni e delle merci verso la Pianura Padana. Ancora nel tardo impero, quando Milano è capitale dell’Impero Romano, Genova è il suo porto tirrenico: numerosi materiali da relitti di navi romane, come quelli esposti nella prima vetrina di questa sala, offrono informazioni preziose sulle rotte commerciali nel mar Tirreno.