Poesia visiva

Uno dei più interessanti movimenti di neo-avanguardia che si radica a Genova alla fine degli anni ’50 quasi in contemporanea ad altre città italiane, Napoli e Firenze, è la Poesia Visiva, che le collezioni di Villa Croce documentano in modo approfondito.

Nata con l’obiettivo di scavalcare le barriere tra discipline e sovvertirne le tecniche - gli artisti visivi sono pittori, scrittori, editori, performer - si sviluppa secondo diversi filoni di pensiero con una particolare attenzione all’indagine sulle corrispondenze tra segno grafico-visivo e significato-contenuto.

Anno di partenza è il 1958 con la fondazione del Gruppo di Studio di Luigi Tola e le sperimentazioni verbo-visuali di Martino Oberto (Genova 1925-2011) e Anna Oberto (Ajaccio, Francis, 1934) che si concretizzano nella rivista "Ana Eccetera", il cui il numero 0 è di quell’annoIntorno al Gruppo Studio si coagulano numerosi artisti tra cui Luisella Carretta (Genova, 1938), artista che ha lasciato al Museo una generosa donazione e a cui è stata dedicata nel 1995 una mostra antologica. Tra le molte opere la serie delle "Sagome" documenta, in una versione concettuale e grafica, la critica alla società dei consumi, posizione che poi sfocerà in una originale direzione ecologica-ambientalista come nei "Tracciati" dove Luisella, usando metodologie quasi scientifiche, concentra l’attenzione sulla essenziale unità tra uomo e natura.

Grande animatore culturale del Gruppo Studio fu Rodolfo Vitone (Genova 1927-2019) che con Tola diede vita a un circolo-galleria "La Caràbaga" e due riviste, "Marcatré", punto di riferimento per gli scrittori e i critici del "Gruppo 63", e "Trerosso" oltre alla successiva rivista "Tool" creata con Ugo Carrega e Lino Matti Vitone interpreta il rapporto tra arte e comunicazione, tema centrale delle ricerche visuali, in modo originale riproducendo frammenti di prodotti industriali intrecciati a segni e lettere tipografiche che negli anni ’90 diventeranno tridimensionale.

L’artista ha donato al Museo una grande opera "Autoritratto" in occasione del suo 80° compleanno festeggiato al Museo nel 2007.

Martino Oberto e il progetto Ana Eccetera è l’altro polo di attrazione per i poetico-visivi, sul piano artistico, con le sue sperimentazioni condotte con il colore spremuto direttamente sulla tela come l’opera "Spazio scrittura" del 1955 e di aggiornamento culturale e filosofico-letterario anche grazie alla sua amicizia con Ezra Pound. Anna Oberto, che seguirà il cammino della rivista Ana Eccetera fino alla fine del progetto, nel 1971, rilegge in una versione totalmente personale e, in alcuni casi come nel progetto "Diario sentimentale", al femminile le istanze visuali e raggiunge una propria dimensione poetica dove la corrispondenza tra scrittura e immagine abbandona la pittura per orientarsi verso una grafia con inserti di foto polaroid, collage e segni. Anche ad Anna Oberto fu dedicata, nel 1993 un’ampia personale.

Corrado D’Ottavi (Roma 1934 – 1984) si unisce al gruppo soprattutto per l’influenza di Martino e presto incentra i suoi lavori sulla tecnica del collage, prelevando materiali già esistenti dal mondo dei media e della pubblicità, per scombinarli e ricombinarli in composizioni che danno nuovo senso alle immagini. L’artista,  utilizzando sistematicamente ogni fonte disponibile, inizialmente ritagli di giornale, foto da riviste, spezzoni di pubblicità, scritture a mano e, in opere più tarde anche piccoli oggetti, raggiunge una sintesi di immagine visiva e verbale impiegata per una critica sociale, a volte feroce, del consumismo e dei meccanismi di persuasione usati dai media.

All’interno delle collezioni di Villa Croce sono molte le opere di questo artista, ben 52, donate e poi esposte nella mostra "Corrado D’Ottavi e la ricerca verbo-visiva", che il Museo gli dedicò nel 1988 poco dopo la sua prematura scomparsa.