Abbiamo avuto il privilegio e l’opportunità di collaborare con persone che hanno contribuito e ci hanno indirizzato e stimolato a far crescere i nostri servizi e a dare sostanza ai nostri progetti. Le relazioni umane e professionali che ne sono scaturite sono parte del nostro patrimonio di competenze, hanno costruito la nostra empatia con il pubblico e continuano a sostenere e a illuminare la nostra azione educativa.
Ida Maria Botto, primo direttore del Museo, ha voluto da subito proporlo come luogo educante impegnandosi per aprirlo e farlo conoscere alla scuola ancora prima dell’inaugurazione; ha compreso che perché il museo diventasse parte del quartiere di cui voleva costituire elemento connotante e vivo dovesse dialogare e diventare occasione di conoscenza e di socialità e punto di riferimento per gli abitanti.
Alfredo Gioventù, ceramista che fu alunno di Mario Lodi, con Ferdinando Bonora e con Daniela Mangini ci ha dato spunti e metodo di lavoro per realizzare un laboratorio che si è proposto come vera e propria fucina di idee e di sperimentazione. Lo stesso Mario Lodi, incontrando in museo il suo scolaro di un tempo e donandoci suggerimenti per le nostre attività, ci ha aperto gli occhi su un approccio all’infanzia delicato e sensibile che ci accompagna e ci guida sempre.
Grazie alla collaborazione con le colleghe Marina Cinieri, Luisa del Piatto e Gabriella Vallarino e con la loro Direzione di appartenenza sono nati progetti per la scuola dell’infanzia che hanno visto impegnate le insegnanti specializzate in attività espressive in attività che tuttora costituiscono un patrimonio per noi essenziale.