Salotto delle Virtù Patrie (circa 1740)

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Salotto delle Virtù Patrie (circa 1740)

L’ambiente deve il suo nome ai soggetti che vi dipinse, a fresco su muro e a tempera su tela, Lorenzo De Ferrari (1680-1744), il figlio del più celebre Gregorio, negli ultimi anni della sua attività e su commissione di Gio.Francesco giuniore Brignole - Sale (1695-1760), che di questa stanza aveva voluto fare il suo studio.
Prescindendo dalla tradizione locale De Ferrari non trasfigurò lo spazio per ambientarvi allusive mitologie, come nelle altre sale del palazzo, ma celebrò il tema delle “Virtù Patrie” attraverso una serie di immagini, tratte dell’antichità romana, variamente disposte all’interno di una decorazione particolarmente apprezzabile nel suo effetto di insieme.
Al centro della volta è raffigurata la personificazione del Valore che, messa in relazione alle Virtù cui alludono i puttini e i simboli in secondo piano, la configura come un emblema allegorico delle “Virtù Patrie”, cioè delle attitudini morali ritenute fondamentali per il governo della cosa pubblica.
Negli angoli sono dipinte piccole scene che illustrano episodi della storia romana antica – L’allocuzione di Scipione in Senato, Le Vestali custodiscono il fuoco sacro, Le matrone offrono i loro gioielli alla patria, Il trionfo militare di Costantino – che devono essere letti come esempi dell’esercizio delle virtù nei confronti della patria. Sulle pareti altre personificazioni di Virtù – in senso orario, da ovest: Intelligenza (?), Consiglio, Fedeltà, Concordia, Soccorso e Felicità Pubblica – riprendono i concetti già espressi sulla volta, affiancando i grandi riquadri che ospitano quattro tele, dipinte a tempera, che illustrano ancora esemplari soggetti di storia romana: La giustizia di Tito Manlio Torquato nel condannare il figlio, La continenza di Publio Cornelio Scipione nel restituire la fidanzata ad Allucio, La fortezza di Muzio Scevola nel punirsi per non esser riuscito a uccidere Porsenna e La religiosità di Numa Pompilio.

(Piero Boccardo)

Lot fatto prigioniero

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Lot fatto prigioniero

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 225 x 164

Torna al Focus:
Fetonte al cospetto del padre Apollo (bozzetto)

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Gregorio De Ferrari (Genova, 1647-1726)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 70 x 94

Romolo e Remo con la lupa

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Romolo e Remo con la lupa

Torna al Focus:

Gruppo marmoreo en pendant a "Giove in forma di cigno con Elena e Polluce" . E' sempre da ricondurre alla progettazione di Domenico Parodi, venne però realizzato
da un suo più stretto collaboratore, Francesco Biggi, che, formatosi nella bottega del padre di Domenico, il grande scultore di tardo Seicento Filippo Parodi, ebbe poi l’incarico di mandare avanti quel genere di attività dato che Domenico era piuttosto versato alla pittura.

Gio Francesco II Brignole - Sale

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Pasquale Bocciardo (Genova, 1710 circa - 1791)

L'attuale aspetto della loggia del secondo piano nobile risale alla sistemazione postbellica, quando vennero sistemati qui pezzi marmorei che in precedenza avevano differenti collocazioni: "Elena e Polluce con il cigno"} di Bernardo Schiaffino e "Romolo e Remo con la lupa" disegnato da Domenico Parodi e scolpito da Francesco Biggi. Erano infatti realizzati in origine, come arredi di fontane per un salotto del mezzanino tra primo e secondo piano nobile.
Committente di queste opere fu, tra il 1736 e il 1740, Gio.Francesco II Brignole-Sale che dieci anni più tardi, divenuto doge della Repubblica di Genova, venne effigiato nel maestoso busto, opera di {Pasquale Bocciardo}, che ancora oggi si può ammirare nella loggia, collocato su una mensola fra le due porte di fronte alla scala.

Settembre - La caccia

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Settembre - La caccia

Tecnica e misure:

Olio su tela, 123 x 192 cm

Torna al Focus:
Agosto - La mietitura

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Titolo dell'opera:

Agosto - La siesta dopo la mietitura

Acquisizione:

Maria Brignole-Sale De Ferrari 1874 Genova - donazione

Autore:

Wildens, Jan

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1614 - 1615 - sec. XVII

Inventario:

PR 283

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 123; Larghezza: 191

Tecnica:

olio su tela

Torna al Focus:
Descrizione:

Il quadro fa parte di una serie di dodici tele raffiguranti le stagioni dell'anno e le relative attività umane, realizzati da Jan Wildens nel corso del suo soggiorno in Italia, protrattosi tra il 1613 e il 1616. Infatti, se molte delle tele sono firmate, almeno tre riportano anche inequivocabilmente la data 1614. Questo ciclo, insieme alle altre opere dell'artista menzionate all'interno di alcuni inventari di collezioni genovesi del Seicento, non fa che confermare la totale credibilità del soggiorno genovese dell'artista in quegli anni. L'intero ciclo è documentato per la prima volta a Palazzo Rosso alla fine del Settecento, allora attribuito a Gottfried Waals, prima di venire separato nel corso del secolo successivo tra le diverse residenze Brignole-Sale. Questa divisione fece sì che la serie pervenne agli attuali Musei di Strada Nuova non solo incompleta (mancano, infatti, all'appello i mesi di Marzo e Ottobre, rimasti nella villa di famiglia ad Albaro, Dicembre, oggi in collezione privata, e il disperso Febbraio), ma anche in due gruppi distinti, che inizialmente non vennero riconosciuti come parte di un unico ciclo. Fu W. Adler il primo a riconsiderarli in tal senso, escludendo però il "Nobile trattenimento in campagna" (Maggio). Il dipinto in questione, firmato in basso a sinistra, rappresenta il mese di Agosto, caratterizzato dalle alte spighe di grano da mietere e dalla calura estiva, quasi palpabile in quest'opera, che spinge i contadini a fare una pausa all'ombra degli alberi. Il dipinto rappresenta un campo di grano nel momento della mietitura. Sono presenti contadini che stanno lavorando e altri che mentre si riposano.

Giugno - Lo stagno

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Jan Wildens (Anversa, 1585 circa - 1653)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 122,5 x 191 cm

Torna al Focus:
Combattimento tra archibugieri e cavalleria

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Cornelis de Wael (Anversa, 1592-1653)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 79 x 99 cm

Torna al Focus:
Luglio - Il taglio del fieno

Clicca qui per visualizzare l'immagine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Jan Wildens (Anversa, 1585 circa - 1653)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 123 x 191

Wildens dipinse la serie dei dodici mesi cui appartiene questa tela, firmata e datata, e conservata con altre sette presso i Musei di Strada Nuova, nel 1614, durante il viaggio in Italia che completò la sua formazione, e che molto probabilmente lo vide a Genova.
Le grandi dimensioni delle tele le rendevano più adatte a decorare le dimore del patriziato genovese rispetto alle tavole fiamminghe di soggetti simili ma dal taglio più bozzettistico.

Iscriviti a