Ben Vautier "Fluxus cannot save the world", 2002

Ben Vautier "Fluxus cannot save the world", 2002

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ben Vautier (Napoli, 1935)

Tecnica e misure:

Colori spray su muro

Collocazione:

Primo piano (n. inv. 3359)

Tipologia:

Intervento site specific

 

Ben Vautier, più noto solo come Ben, è un artista attivo dalla fine degli anni ’50 con operazioni artistiche legate in particolar modo alla sfera performativa. Già dagli esordi si lega al movimento Fluxus, nato dalle riflessioni di George Maciunas a partire dal loro primo Festival tenutosi a Wiesbaden nel 1962. 

L’idea di fondo del movimento, di cui hanno fatto parte artisti internazionali tra loro molto diversi, da Joseph Beuys a Daniel Spoerri, da Nam June Paik a Ben Patterson, è di portare l’arte nella vita fino alla coincidenza totale delle due sfere. 

Ben invita Maciunas nel 1963 a organizzare un festival Fluxus a Nizza, città dove vive e lavora e, da quella data, continua a presentare una infinità di happening, azioni, perfomance  ed eventi con il suo inconfondibile senso ironico e dell’assurdo. Partendo dai Ready mades di Marcel Duchamp, l’artista si appropria del mondo che lo circonda, comprese le opere di altri artisti, del suo proprio corpo e di quello degli altri, attraverso la sua firma e la sua caratteristica grafia corsiva che invade e copre ogni cosa dissolvendo il confine tra arte e vita secondo quell’ottica Fluxus che lo contraddistingue.

L’opera nelle collezioni è un intervento su muro realizzato al museo nel 2002 per la mostra The Fluxus Constellation che intendeva festeggiare a Genova i 40 anni del movimento. Nella sala a lui riservata, l’artista aveva installato molte sue opere riservandosi però di intervenire direttamente su una parete, dove, con bombolette spray di colori fluo, riassume la sua poetica Fluxus con l’ironia che rimane il suo marchio di fabbrica.