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Pastore addormentato

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Titolo dell'opera:

Pastore addormentato

Autore:

Segantini, Giovanni

Tipologia:

bozzetto

Epoca:

XIX - 1893 - 1893

Inventario:

GPB 695

Misure:

Unità di misura: UNR (= Unita' Non Rilevata)

Tecnica:

carboncino su tela

Descrizione:

Si tratta del foglio conclusivo di una serie di soggetti simili affrontati a più riprese da Segantini, anche con tecniche differenti. Il carboncino viene qui utilizzato per velare il supporto in carta granulosa. Solo dopo l’artista inserisce le figure del pastore e degli animali. Lazzaro Frugone acquista il disegno, con la mediazione del consueto mercante Ferruccio Stefani dal noto direttore d’orchestra Arturo Toscanini, suscitando le invidie del collezionista Ricci Oddi di Piacenza, che lo avrebbe voluto per sé. Il disegno raffigura un pastore al riposo sotto un albero, al sui fianco una pecora.

Arabo

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Domenico Morelli (Napoli,1826-1901)

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La poupée

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Lucien Simon (Parigi, 1861 - Sainte-Marine, 1945)

Tecnica e misure:

olio su tela, cm 70x94

Al dipinto, ascrivibile a un periodo anteriore al 1911-12, conosciuto anche come La modellina e il dipinto, sembra in realtà più consono il titolo La poupée: la bambina infatti non appare nel quadro che sta osservando ed è presumibilmente una delle due figlie dell’artista colta nell’atto dì curiosare, con la sua bambola, nello studio del padre. Simon, pur avendo adottato nelle ultime opere una tavolozza molto brillante, mostra in questo dipinto di non aver abbandonato quella prima maniera "oscura", a "solide macchie di colore di tonalità bassa, con qua e là qualche nota vibrante di rosso e di giallo e qualche nota luminosa di bianco...". Questa era la tipicità della sua pittura nell’ambito di quel gruppo di artisti (Cottet, Dauchez, ecc.) che, privilegiando soggetti bretoni, si rifaceva alle tinte sombres di Courbet, in antitesi alla peinture claire impressionista e fu perciò denominato dalla critica, a partire dagli anni Novanta, "la banda nera". Rispetto ad analoghi dipinti dello stesso tema, che ricorre con una certa frequenza nella pittura Belle Epoque, la tela si segnala, soprattutto, per il modo in cui è ritratta la bimba, di spalle, in una posa priva di artificio che riesce a comunicare la sua infantile curiosità per quel luogo misterioso e pieno di fascino, dove non sì è avventurata senza la sua bambola.

Sonnellino in barca (1869)

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Titolo dell'opera:

Sonnellino in barca

Acquisizione:

Legato Frugone 1953 Genova - legato

Autore:

Sorolla y Bastida, Joaquin

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1895 - 1896 - XIX

Inventario:

GAM1590

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 45; Larghezza: 66

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

La particolare inquadratura che taglia lo scafo orizzontalmente, suggerisce una continuazione di questo oltre la parte inferiore della tela e colloca il pittore (e chi guarda con lui) all’interno della barca, in modo da riprendere il fanciullo da vicino: espediente derivato chiaramente dalla pittura degli impressionisti, conosciuta direttamente da Sorolla durante il soggiorno a Parigi avvenuto nella seconda metà degli anni Ottanta. La tela delle Raccolte Frugone, datata 1895/1896 (forse per indicare le date d’inizio e di fine dell’opera, o, nella datazione tarda, il momento della vendita del dipinto), è un esempio della pittura di Sorolla legata al costumbrismo (ovvero al "bozzetto folklorico", tematica diffusa in Spagna, in pittura e in letteratura, nell’arco di tutto l’Ottocento) che si può definire marinero, in cui un maggior distacco dal soggetto favorisce l’acquisizione di quel respiro internazionale che segnerà l’inizio della sua affermazione. Lo studio della luce diventa qui elemento fondamentale: la zona in ombra del primo piano rende ancora più forte la luminosità oltre la poppa: il chiarore della luce zenitale è ottenuto con bianchi intensissimi e quasi abbaglianti nel timone , nella leggera increspatura delle onde del mare, e nelle barche all’orizzonte. La vela, appena mossa dal vento, chiude il dipinto nella parte superiore, lasciando filtrare i raggi del sole che illuminano in piccole zone alcuni particolari del primo piano. "Sonnellino in barca" presenta un fanciullo addormentato su una barca, all’ombra della vela, sulla riva del mare.

Joaquin Sorolla y Bastida "Ritorno dalla pesca"

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Titolo dell'opera:

Ritorno dalla pesca

Acquisizione:

Luigi Frugone 1953 Genova - legato

Autore:

Sorolla y Bastida, Joaquin

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1904 - 1904 - XX

Inventario:

GAM 1589

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 45; Larghezza: 75

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Nei primi anni del Novecento la pennellata di Sorolla diventa più sciolta, rapida e corposa e costruisce l’immagine per zone di luce e ombra, mosse da un segno spesso e serpentiforme, secondo una pittura che antepone le macchie di colore al disegno. In Ritorno dalla pesca l’artista ottiene effetti cromatici vibranti grazie ad una tavolozza in cui i colori ocra, azzurro e bianco si rincorrono in ogni elemento della rappresentazione; l’equilibrio cromatico e formale della composizione è animato dalla vasta porzione di ombra proiettata dalle figure e dall’imbarcazione sulla riva del mare in contrapposizione al chiarore del riverbero della luce sull’acqua e sulle altri parti che compongono il dipinto. Il dipinto raffigura alcuni pescatori che trascinano a riva una barca. L’impostazione della scena, che vede in primo piano a destra una figura in piedi in parte tagliata fuori dalla tela, prolunga esternamente l’azione, creando la suggestione dell’avanzamento reale della barca dal mare verso lo spettatore. L’azione si svolge in tarda serata, come indicano le ombre lunghe lasciate dai pescatori e dall’imbarcazione sulla riva, al rientro dopo una dura giornata di lavoro.

Signora con bambina

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Titolo dell'opera:

Madre e figlia. Signora con bambina

Autore:

Miller, Richard Edward

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1906 - 1906 - XX

Inventario:

GPB 809

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Tipico della prima produzione di Miller è la raffigurazione di interni borghesi. L'artista riprende la lezione Impressionista francese di Renoir nell’incarnato e nella capigliatura della giovane e del grande Manet nel contrasto cromatico delle vesti della signora. Felice la scelta di adottare tocchi di rosso corallo per gli accessori delle due protagoniste, la cui collocazione sulla tela definisce la porzione di maggior interesse del dipinto. Il dipinto rappresenta una madre mentre svolge un lavoro ad ago affiancata dalla figlia, che sospende momentaneamente di osservare il lavoro materno per fissare lo sguardo sul pittore.

Gli amici

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Titolo dell'opera:

Gli amici

Acquisizione:

Legato Frugone Genova - legato

Autore:

Palizzi, Filippo

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1872 - 1872 - XIX

Inventario:

GAM1554

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 39.2; Larghezza: 56.1

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Abilissimo nella rappresentazione analitica del dato naturale, è noto come Filippo Palizzi amasse, nel perseguimento di questo obiettivo, costruirsi da solo gli strumenti di lavoro, pennelli e spatole, come ricorda l’amico pittore Domenico Morelli. Esemplare di tale volontà sono i due dipinti selezionati dai fratelli Frugone, in cui il pelo degli animali, i fili di fieno, persino le crepe dei muri testimoniano della sua capacità di rendere “tattile” la pittura, rendendo alla perfezione la sensazione di ruvidezza o sofficità di ogni elemento. Il dipinto rappresenta una pecora e una mucca mentre mangiano insieme.

Ritratto della figlia con cappellino

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Armando Spadini (Firenze, 1883 - Roma, 1925)

Tecnica e misure:

olio su tela, cm 75x99

Datato dagli studiosi tra il 1917 e il 1918, il dipinto sembra essere il primo dei quattro ritratti della figlia Anna, che all’età di sette o otto anni (era nata nel 1910) diventa la modella prediletta dal padre. Il pittore la ritrae nel suo studio, arricchito dalla presenza di una tela appoggiata al muro, seduta su uno sgabello con un delizioso abito a righe bianche e blu stretto in vita da una cintura (lo stesso che Anna indossa in Bambini che studiano del 1918), dal quale spunta la sottoveste bianca in pizzo.
La bambina indossa un cappello di paglia a larghe tese, ha le braccia abbandonate in grembo, le gambe leggermente divaricate, lo sguardo immobile ed una posizione rilassata, a sottolineare un atteggiamento un po’ stanco ed annoiato a causa della eccessiva durata della posa.
Il ritratto delle Raccolte Frugone, evidenzia una pittura luminosa e sensibile a volumi più corposi, resi attraverso stesure di colore più uniformi e delineate nei contorni, sostenute da un virtuosismo pittorico del quale resta interessante esempio la realizzazione dell’abito con le righe bianche e blu.

Pastorella al monte

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Giuseppe Palizzi (Lanciano, 1812 - Parigi, 1888)

Tecnica e misure:

olio su tela, cm 68x72

La Pastorella al monte delle Raccolte Frugone vede la protagonista insieme ad un gruppo di pecore e due cani, in uno spazio naturale di ampio respiro, realizzato attraverso una pittura di tocco che diventa strumento per riportare sulla tela la percezione del reale. La tela è un esempio di come il lungo soggiorno francese abbia favorito nella pittura di Giuseppe Palizzi un interesse per il vero, inteso soprattutto come "percezione".
Se, pur mantenendo un interesse comune nei confronti della scelta del soggetto, la pittura del fratello Filippo è maggiormente orientata verso una riproduzione oggettiva del vero, nei suoi dipinti Giuseppe guarda più all’aspetto complessivo che non alla descrizione dei particolari.
Il dipinto è collocabile cronologicamente tra le opere della tarda produzione, in cui la pittura, più libera, sciolta e luminosa, sembra mossa da sollecitazioni impressioniste.

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