Il Porto e il lavoro portuale

Il Complesso Monumentale della Lanterna è un luogo privilegiato da cui poter approfondire la storia del Porto della città e delle storiche professioni ad esso collegate.
 
“È come un mondo a sé, oscuro grembo del nostro porto ove si addensano, quasi l’uno sull’altro, i piroscafi del carbone! Le tozze prore, i fianchi enormi, rigonfi; i bassi alberi e lo stridor delle mancine; il nuvolio perenne di fumo che torpe intorno nell’aria, attraggono gli occhi. Ed ecco a quei si appressano lunghe file di uomini seminudi con coffe di antracite sul valido omero, una negra folla che sbarca ed un’altra che imbarca nel tempo stesso su un esile filo di tavole; innumerevoli carri di treni, immobili, partenti, in manovra; e tra quelli, come isole, con le mura di neri mattoni all’intorno, cumuli di carbone”. (Ceccardo Roccatagliata Ceccardi, 1901)

Gente del Molo

Al Molo, chiassoso agglomerato di gente dedita al mare, si trovavano le costruzioni navali e tutto quello che serviva alla navigazione. In questo borgo marinaro si stabilirono maestri d’ascia, velai, fabbri-ferri, fonditori, bottai, fabbricanti d’ancore, di remi, di pulegge, i pescatori di arselle che svolgevano pure mansioni di pulizia del porto, i disegnatori di carte per la navigazione ed infine i marinai più esperti che avevano il compito di portare soccorso, in caso di tempesta o altro, alle navi ancorate o in entrata nel porto. (Da Porto/Lavoro Portuale di A.G. Velardita)
 
La storia del Porto è indissolubilmente legata alle persone che vivono al suo interno e lo animano, alle professioni storiche che qui sono nate e si sono sviluppate, come i “Confidenti”, intermediari della mano d’opera che già nella seconda metà dell’Ottocento costituivano una vera e propria “Società dei Forti” che, spalleggiata da reggenti e armatori e nell’indifferenza delle forze di Polizia, spadroneggiava per il porto; i “Carenanti” addetti a raschiare le incrostazioni e verniciare i fianchi delle navi entrate nei bacini di carenaggio, sia di meravigliosi transatlantici che di semplici navi da carico; i “Caravana”, associazione di facchini nata nel 1340, che avevano impostato la loro Compagnia e la loro vita all’operosità e alla fratellanza. I soci dovevano essere scelti tra i cittadini di Bergamo e della Val Brembana, quale premio per servizi resi in passato alla Repubblica genovese (privilegio soppresso solo nel 1848); i “Carbuné”, addetti allo scarico del carbone (la Compagnia Portuale Pietro Chiesa fu fondata nel 1893 ed è ancor oggi operante nel Porto di Genova).