Porta Nuova

Porta Nuova

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All'epoca delle Mura Nuove, nel Seicento, la Lanterna fronteggiava il mare dalla punta del promontorio di San Benigno che separava nettamente Genova dalla vicina Sampierdarena. La principale via di comunicazione tra la città e il Ponente era una strada poco agevole che per ampi tratti costeggiava un costone a strapiombo. Non lontano dal faro, contestualmente proprio alla costruzione delle mura, venne realizzata una prima imponente porta della città, che, nel 1877, a causa delle progressive demolizioni e sbancamenti della collina stessa, si decise di abbattere essendo stata sostituita, tra il 1828  e il 1831, da una seconda porta che garantiva un passaggio più agevole che prese il nome di Porta “Nuova”.

Questo varco nelle mura era reso monumentale da un'architettura maestosa che rappresenta oggi uno dei migliori esempi di neoclassicismo genovese e che venne eretta in occasione dell’ammodernamento di alcune fortificazioni ad opera del generale del Genio Militare Agostino Chiodo. Realizzata su commissione di Carlo Felice di Savoia, re di Sardegna, la Porta si distingueva verso ponente per un'elegantissima facciata con un possente bugnato pietra di promontorio e teste di meduse sui varchi. Sotto all’imponente stemma sabaudo centrale una lapide di marmo porta un'iscrizione dovuta allo scrittore, giurista e latinista, Marco Faustino, in cui si cui si attesta la data del completamento nel 1831.

Uno degli aspetti di innovazione rispetto alla porta più antica è il doppio passaggio scavato direttamente nella roccia che garantiva la possibilità di gestire separatamente l'entrata e l’uscita dalla città; inizialmente i due varchi possedevano due ponti levatoi pensati per meglio controllare gli accessi, ma nel giro di pochi anni vennero sostituiti da una passerella fissa, visto l’intensificarsi dei transiti. I due passaggi mobili erano azionati da catene che giravano su pulegge di bronzo e che venivano azionate dal lato interno, rivolto alla città.

Quando nel 1935 si decise di abbattere anche questo varco (durante l’operazione di sbancamento del promontorio di San Benigno) il fronte architettonico venne salvato e rimontato, ruotato di 90 gradi, dove lo si vede ancora adesso.