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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Scultore con influssi pisani

Tecnica e misure:

Marmo

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Scultore con influssi pisani

Tecnica e misure:

Marmo

Scolpiti da un ignoto maestro a conoscenza della cultura pisana, ma anche lombarda ed emiliana, per un portale della chiesa di San Siro, sono fra le testimonianze più grandiose e impressionanti delle scultura romanica a Genova.

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Scultore norditalico

Tecnica e misure:

Marmo

Di incertissima provenienza, questo sarcofago è scolpito in marmo orientale rilavorato e interpreta in chiave nuova il modello di origine classica “a colonne”, fra le quali sono inseriti i due leoni che minacciano una figura centrale riconoscibile come Daniele, il biblico giovinetto salvato per intervento divino.
Una figurazione fra le più consuete in ambito funerario perché esempio della salvezza eterna accordata da Dio al giusto.

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Scultore lombardo

Tecnica e misure:

Marmo

E’ opera di uno scultore comasco, ed anche il marmo proviene dalle cave di quelle zone. Stilisticamente risponde ai criteri di un romanico lombardo non ancora troppo evoluto, ma attesta comunque già la presenza di scultori lombardi in città. Proviene da San Lorenzo, di cui potrebbe documentare, con pochi altri pezzi reimpiegati nella Cattedrale stessa, un restauro della seconda metà del Mille, precedente quindi alla ricostruzione dell’edificio in forme più grandiose che ne portò alla consacrazione solenne nel 1118.

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Anonime maestranze di cultura bizantina e locale

Tecnica e misure:

Marmo

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Questi capitelli furono ritrovati riutilizzati come materiale da costruzione nei muri del convento di San Tommaso, posto alla periferia occidentale della città e demolito alla fine dell’Ottocento per i lavori di costruzione della stazione marittima e della nuova viabilità cittadina.
Il monastero subì un incendio nel 1176 e venne riedificato negli anni seguenti. Questi capitelli, pertanto, documentano una fase edilizia ben precedente, databile attorno al Mille.
Lo stile e le tipologie delle figure si mostrano vicine ad esempi di influsso bizantino, pur con inflessioni più ‘europee’ quali l’uso intenso di intrecci e l’”horror vacui” che porta a riempire di decoro ogni spazio disponibile. Un esempio coevo e più aderente al modello bizantino può essere visto ancora in opera nei capitelli del chiostro della abbazia di San Fruttuoso di Camogli.
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