L’invenzione

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Paolo Gerolamo Piola (Genova, 1666-1724)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 44,5 x 30

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Divinità fluviale

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Paolo Gerolamo Piola (Genova, 1666-1724)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 33,5 x 44

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Apollo e le Muse

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Paolo Gerolamo Piola (Genova, 1666-1724)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 88,5 x 86

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Allegoria della Clemenza

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Paolo Gerolamo Piola (Genova, 1666-1724)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 96.8 x 49.8

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L’incoronazione della Vergine

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Titolo dell'opera:

Incoronazione della Vergine

Acquisizione:

Elisa Patri, n. 1720 1985 - acquisto

Autore:

Piola, Domenico

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1695 - XVII

Inventario:

PB 2778

Tecnica:

olio su tela

Ultimi prestiti:

Mostra d'arte antica - Palazzo Bianco, Genova - 1892
El Esplendor de Génova - Museo de Bellas Artes, Bilbao - 20/10/2003 - 18/01/2004
Superbarocco. Arte a Genova da Rubens a Magnasco - Roma, Scuderie del Quirinale - 26/03/2022 - 03/07/2022

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Descrizione:

La tela, ricordata da Alizeri nel Palazzo Doria Spinola all'Acquasola, consiste nel bozzetto per l'affresco della cupola della chiesa di S. Luca, chiesa gentilizia della famiglia Spinola. Probabilmente, Domenico Piola ne intraprende la decorazione già a partire dal 1681, ma lo stile è pienamente quello degli anni novanta e rivela la collaborazione del figlio Paolo Gerolamo, richiamato appositamente a Genova da Roma nel 1694. Il ruolo di Piola, maestro più anziano, come regista dell'impianto decorativo è documentato da numerosi disegni che testimoniano la complessità della fase progettuale e che sarebbero serviti da guida per i molti collaboratori. Il bozzetto conservato a Palazzo Bianco sembra, in realtà, presentare lo studio progettuale definitivo, ovvero quello da proporre al committente per ottenerne l'approvazione. La scena si sviluppa in formato orizzontale in modo da proiettare la concavità della cupola e si articola in due registri, scanditi dalla nuvola centrale, che segna una sorta di confine fra il cupo regno terreno sottostante e la raggiante sfera celeste in cui la Vergine viene incoronata. Il modello di riferimento è l'affresco di Correggio sulla cupola del duomo di Parma. Si distingue l'intervento di Paolo Gerolamo in alcune figure che si stagliano con maggior rilievo, come l'angelo che suona il flauto a sinistra e la Virtù femminile seduta a destra. Il dipinto rappresenta l'ascesa della Vergine in cielo circondata da nuvole ed angeli.

Riposo durante la fuga in Egitto (D. Piola)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Domenico Piola (Genova, 1627-1703)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 118 x 167

Miracolo del Beato Salvatore d’ Orta

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Domenico Piola (Genova, 1627-1703)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 313 x 190

Clemenza di Alessandro

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Domenico Piola (Genova, 1627-1703)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 158 x 220

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Santa Maria Maddalena

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Domenico Piola (Genova, 1627-1703)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 172 x 123

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Ateneo delle Belle Arti

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Titolo dell'opera:

L'Ateneo delle belle arti

Acquisizione:

Ageno De Simoni Carlotta, n. 65 27 novembre 1913 Genova - legato

Autore:

Piola, Domenico

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1690 - XVII

Inventario:

PB 1850

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 158; Larghezza: 223

Tecnica:

olio su tela

Ultimi prestiti:

El esplendor de Génova - Museo de Bellas Artes, Bilbao - 20/10/2003 - 18/01/2004

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Descrizione:

La tela, proveniente da Casa Piola e raffigurante l'Ateneo delle Belle Arti, costituisce la replica o il modelletto del più grande dipinto commissionato dal marchese Nicolò Maria Pallavicini, attualmente disperso. Dalla corrispondenza tra il pittore e il marchese si evince che, nel momento in cui il pagamento per questo dipinto è stato saldato per 2500 lire genovesi, il marchese commissionò a Piola un'altra tela raffigurante la Clemenza di Alessandro, la cui replica si trova anch'essa a Palazzo Bianco. Siccome le due opere si trovavano nello stesso ambiente al momento della stesura dell'inventario, sono state considerate ideali pendants. L'allegoria piolesca è manifesto del gusto accademico del marchese, membro dell'Arcadia, che ha mostrato particolare apprezzamento per quest'opera tanto da affidare all'artista molte altre commissioni. Del tema esistono tre disegni preparatori, in cui la composizione è pressoché la medesima, ma ciascuno presenta una serie di modifiche più o meno radicali, soprattutto per quanto riguarda l'allegoria della Scultura, rappresentata dal busto posto al centro della scena, e i gruppi sulla destra e sulla sinistra. Il disegno di Parigi è probabilmente da considerarsi il primo in ordine cronologico: la composizione è impostata su un movimento rotatorio, accentuato dal motivo del portico sullo sfondo e bilanciato dai due giganti che sorreggono il Globo a sinistra e dall'allegoria della Gloria a destra, ma risulta interrotto dalla figura della Scultura al centro. Il disegno di Genova, proveniente dalla collezione Varni, ora a Palazzo Rosso, presenta una serie di considerevoli trasformazioni. L'architettura, che funge da quinta scenica, è spostata in fondo, ed è allo steso tempo arricchita da vari elementi decorativi, come l'introduzione del portico che supporta i due Atlanti. Questi due disegni rappresentano due interpretazioni indipendenti dello stesso soggetto, ma entrambe non hanno evidentemente soddisfatto appieno il Piola, che a quel punto si è cimentato nell'esecuzione di un terzo e definitivo disegno preparatorio, oggi custodito nella Royal Library del castello di Windsor. Quest'ultimo studio è sostanzialmente il risultato delle fusione dei primi due, ponendo però un maggiore accento sul contenuto allegorico: dal disegno di Parigi estrae il gruppo di destra e il movimento circolare su cui si basa la composizione, mentre da quello di Genova deriva la formulazione dei personaggi a sinistra. L'allegoria della Scultura è definitivamente eliminata, ma viene aggiunta la figura dell'angelo musico che campeggia sullo sfondo del cielo. Il dipinto rappresenta l'Ateneo delle belle arti come una sorta di compendiario: infatti, sono rappresentate, oltre alle Arti liberali, anche scienze come la filosofia e l'astronomia, tutte inserite in una scenografia teatrale di stampo classicista.

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