Il Museo e Villa Centurione Doria sono al momento chiusi al pubblico. Il Museo però è vivo, ne approfitta per mettersi in sicurezza e per progettare nuovi percorsi e nuovi momenti da condividere con i suoi visitatori in vista della futura riapertura. Grazie ad un accordo con il CUP (Centro universitario Ponente) è possibile per associati o cittadini lo svolgimento di saltuarie attività pubbliche o private (su prenotazione).
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Museo Navale di Pegli - Villa Centurione Doria
Il Museo Navale di Pegli, con sede nella rinascimentale Villa Centurione Doria, è attualmente chiuso al pubblico, ma sono allo studio nuovi percorsi e attività da offrire ai visitatori in vista di una futura riapertura.
La Villa fu realizzata per Adamo Centurione Oltremarino, ricco mercante e finanziere della Genova cinquecentesca, amico e consigliere di Andrea Doria, per poi passare a Giovanni Andrea Doria, erede del celebre ammiraglio.
Impreziosita dall’intervento di Galeazzo Alessi, che creò nel parco un lago artificiale e una “fatata isola”, e da uno splendido ciclo di affreschi di fine Cinquecento, la villa diventa di proprietà pubblica nel Novecento e ospita dal 1930 le collezioni marittime acquisite dal Comune di Genova per lo più grazie a importanti donazioni, con manufatti che vanno dal XV al XIX secolo.
Nell’edificio sono custodite preziose carte geografiche, dipinti, disegni, modelli navali, strumenti di costruzione e di navigazione, documentazioni sugli antichi cantieri navali e le botteghe artigiane legate al mondo marittimo. Rilevanti sono anche le testimonianze di cultura materiale dei marinai e dei maestri d’ascia liguri.
Il Comune di Genova ha affidato la gestione tecnico-scientifica della villa e della collezione in essa conservata al Mu.MA - Istituzione Musei del Mare e delle Migrazioni.
Le 10 meraviglie
Nel 1922, uno dei più importanti progettisti navali del Paese, l’ingegner Fabio Garelli, donò al Comune di Genova la sua raccolta privata, costituita da un articolato complesso dì modelli, acquarelli, incisioni, disegni e libri.
Alla donazione Garelli si aggiungevano molti altri lasciti, tra cui spiccava particolarmente quello librario dell’armatore Gio. Batta Bibolini.
Da queste due raccolte provengono le opere più significative del museo.
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