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Villa Cambiaso dettaglio della facciata
Fotografia
Collotipo
In Robert Reinhardt, 'Palast-Architektur Italiens. Genua'. Berlino, 1886.
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Villa Cambiaso dettaglio della facciata
Fotografia
Collotipo
In Robert Reinhardt, 'Palast-Architektur Italiens. Genua'. Berlino, 1886.
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Pasquale Domenico Cambiaso (Genova, 1811-1894)
Disegno
Matita su carta
Veduta di Albaro con Villa Cambiaso e la chiesa San Francesco
Metà Ottocento.
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Luigi Garibbo (Genova, 1782 - Firenze, 1869)
Stampa
Acquaforte e acquatinta acquerellata
1812 - 1820.
Garibbo propone qui un punto di ripresa inconsueto: la città appare quasi divisa dallo scorrere del torrente, a sinistra, in primo piano, il seicentesco Convento dei Camaldolesi, sullo sfondo la piana del Bisagno e dietro a questa si intravvedono le mura di cinta dei quartieri orientali della città.
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Luigi Garibbo (Genova, 1782 - Firenze, 1869)
Stampa
Acquatinta
1821.
Quasi animato dallo spirito del reporter, Garibbo documenta la grande tempesta abbattutasi sulla città. Le collezioni civiche conservano lo schizzo preparatorio, eseguito a matita e acquerello seppiato sul posto. L’incisione mostra inoltre la palazzata della strada di san Teodoro, destinata nella seconda metà del secolo a essere abbattuta unitamente all’omonima chiesa che si profila in secondo piano. La medesima angolatura sarà riproposta da Garibbo anche in altre esecuzioni all’acquarello. L’artista, autore sia del disegno sia dell’incisione, dedica la stampa al governatore di Genova, il marchese Hector Veuillet d’Yenne de la Saunière.
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Luigi Garibbo (Genova, 1782 - Firenze, 1869)
Stampa
Acquaforte e acquatinta, 50 x 64,3 cm (foglio); 43,8 x 57 cm (parte figurata)
In questa bella veduta ante 1825, Luigi Garibbo delinea l'ampio spazio della darsena, al principio del XIX secolo.
L'artista propone qui una lettura lucida ed emozionata di Genova, riuscendo a realizzare drammatiche campiture di chiari e di scuri e audaci effetti luministici, senza abbandonare, tuttavia, l'aspetto documentario nella resa topografica.
Luigi Garibbo è non solo disegnatore ma anche autore della matrice incisa, e restituisce con grande abilità tecnica e compositiva la fitta trama urbana. La complessità dell’insieme rende difficile l’individuazione dei singoli manufatti: di particolare interesse la situazione di via San Lorenzo, qui rappresentata prima delle modifiche intervenute negli anni Quaranta dell’Ottocento.
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Luigi Garibbo (Genova, 1782 - Firenze, 1869)
Disegno
Acquerello seppia e inchiostro su cartoncino
Antecedente 1825.
Garibbo conosceva bene questa strada, oggi intitolata a Martin Piaggio, e la percorreva probabilmente ogni giorno: secondo il registro degli iscritti alla scuola di Disegno dell’Accademia Ligustica del 1802, infatti, il giovane aspirante pittore risulta abitare qui. Sulla sinistra si estende parco della Villa del marchese Di Negro; procedendo idealmente, si raggiungerebbe i “mucchi dell’Acquasola” raffigurati in altri lavori del vedutista genovese.
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Basilica e Ponte di Carignano
Disegno
Acquerello e tracce di matita su cartoncino
Ante1825
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Luigi Garibbo (Genova, 1782 - Firenze, 1869)
Disegno
Acquerello su cartoncino, con quadrettatura a matita
1820 ca.
In primo piano un muro diroccato del complesso di San Benigno, in abbandono in seguito alla soppressione degli ordini religiosi in età napoleonica. Il monastero, di origine medievale, sorgeva sulla sommità del promontorio di Capodifaro, sul colle che separava Genova dal limitrofo comune di Sampierdarena, che la veduta ci mostra nella sua fase preindustriale, in un digradare dal sapore romantico dove agli orti succedono amene ville.
Consapevole del valore documentario oltre che pittorico dell’acquerello, Garibbo se ne servì nel 1859 per la composizione di un dipinto a olio, oggi in una collezione privata.
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Luigi Garibbo (Genova, 1782 - Firenze, 1869)
Disegno
Acquerello su cartoncino, con quadrettatura a matita
Primi mesi del 1825.
Con la soppressione degli ordini religiosi in età napoleonica, il complesso di San Domenico, risalente al XIII secolo, venne abbandonato; dopo l’annessione della Liguria al Regno di Piemonte e Sardegna, la chiesa e il convento furono adibiti a magazzini e caserma. Nel 1821, in seguito ai progetti dell’architetto civico Carlo Barabino per la sistemazione dell’area destinata a usi civili, cominciarono i lavori di demolizione: nel 1828 è terminato il Teatro Carlo Felice, nel 1831 il palazzo destinato a ospitare la Civica Biblioteca e l’Accademia Ligustica. Luigi Garibbo diventa il cronista di questa trasformazione urbana, e “fotografa” lo stato delle demolizioni nei primi mesi del 1825. La precisione è tale da registrare una porzione del quattrocentesco monumento sepolcrale di Francesco Spinola, oggi conservato alla Galleria Nazionale di Palazzo Spinola. La vistosa quadrettatura è dovuta al fatto che l’acquerello servì a Garibbo come modello per un dipinto ad olio eseguito nel 1856, oggi perduto.
Sede:
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Via Garibaldi 9 - 16124 Genova
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