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Gabinetto Fotografico Municipale 1910 - 1935
Fotografia
Da negativo originale su lastra di vetro alla gelatina ai sali d'argento, 9 x 12 cm
Le trasformazioni urbanistiche che nel Novecento hanno segnato gli sventramenti della città medievale, trasformando luoghi di residenzialità sanguigna in anemici spazi dirigenziali, hanno lasciato tre cicatrici di nostalgia sulla linea del rivo Torbido: Ponticello, anni Trenta; Piccapietra, anni Cinquanta; Madre di Dio, anni Settanta. Ogni vent’anni una ferita, profezia di un non-luogo. Ecco Ponticello e Borgo Lanaiuoli nel 1920, prima della costruzione di Torre Piacentini, per qualche anno il grattacielo più alto d’Europa.
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Celestin Degoix (attivo dal 1860 al 1890)
Fotografia
Positivo all'albumina, 11,8 x 16,3 cm
La monumentalità della stazione centrale di piazza Principe sottolineata da un arco neoclassico oggi rimosso… Carrozze a cavalli che attendono i prossimi passeggeri… La commenda dei cavalieri gerosolimitani in secondo piano… Sullo sfondo, il bastione naturale di San Benigno che, separando Genova dall’immediato Ponente e chiudendo la corona boreale stesa tra il Righi e il Peralto, aggusciava intorno al suo porto la città simile a una gatta acciambellata al sole meridiano.
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Alfred Noack (Dresda, 1833 - Genova, 1895)
Fotografia
Da negativo originale su lastra di vetro ai sali d'argento, 24 x 30 cm
Uno dei mestieri più caratteristici della Riviera di Levante colto dal più noto tra i fotografi paesaggisti attivi a Genova. L’arte del tombolo: territorio di lenta pazienza e mani e occhi di donna, fonte di piccola integrazione del reddito domestico, testimonianza di un sapere di povera gente ma destinato a infiorettare gli arredi delle benestanti (o a impreziosire i corredi nuziali).
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Renzo Picasso (Genova, 1880–1975)
Eliocopia, 75,5 x 35,5 cm
Visionario e mozzafiato: così il progetto di una Genova futuribile pensato in piena Grande Guerra, tra grattacieli old-fashion degni di una metropoli della East-Coast e macchine volanti che brulicano per l’aria sulla marina di Carignano. Tra belle époque e fantascienza, Picasso ci racconta un sogno mancato.
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Tomaso Castello (Genova, 1792–1845)
Dipinto
Olio su tela, 66 x 108 cm
La spianata del Bisagno, e Genova sullo sfondo (1834), pare intrisa di quiete, come del quadro la tela dall’olio e dai suoi motivi tenui. Castello racconta un tempo fermo, un’età sospesa tra le inquietudini che hanno segnato la fine dell’Ancien Régime e lo slancio industriale che nei successivi decenni avrebbe trasformato radicalmente la città.
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Achille Testa (Genova, 1861 circa - Camogli, 1949)
Positivo all'albumina, 16,4 x 10,5 cm
Achille Testa era un nome di spicco a Genova all’inizio del Novecento. Nel 1927 il Municipio di Genova deliberò l’acquisto per 5000 lire del suo archivio fotografico, contenente circa 1000 negative. Oltre ai palazzi della città, alle vedute del porto e alle opere d’arte, i ritratti sono uno dei campi di specializzazione del fotografo. Molti personaggi illustri dell’alta borghesia e personaggi dello spettacolo si rivolgevano a lui per essere immortalati.
Un esempio originale dei suoi ritratti è questo ritratto di bambino, con un'insolita inquadratura dentro all’uovo.
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Pasquale Domenico Cambiaso (Genova, 1811-1894)
Dipinto
Acquerello e biacca su carta, 18,6 x 28,8 cm
Seppia e biacca per narrare il palazzo del principe Doria e i suoi giardini, tra la via romana e il mare, prima della circonvallazione a mare, della strada sopraelevata, della stazione marittima, dello stesso porto come ancora oggi lo conosciamo, quando lo spazio tra San Teodoro e Fassolo era campagna prossima della città.
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Luigi Garibbo (Genova, 1782 - Firenze, 1869)
Materia e tecnica: acquaforte e acquatinta ; cm 37,7 x 54,3
Luigi Garibbo - Veduta del porto di Genova presa dal campanile della Metropolitana
Data: ante 1825
Collezione Topografica del Comune di Genova, inv. 1736
Descrizione: La tecnica incisoria dell’acquatinta fu utilizzata nell’Ottocento per imitare con la stampa gli effetti dell’acquerello, riuscendo a realizzare drammatiche campiture di chiari e di scuri e a proporre audaci effetti luministici. Nella Veduta del porto Garibbo non abbandona la dimensione documentaria, ma si confronta con la complessità del manufatto urbano, fermando una situazione di particolare interesse – via San Lorenzo – , prima delle modifiche degli anni Quaranta, proponendone una lettura lucida ed emozionata.
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Matteo Vinzoni (Montaretto, 1690 - Levanto, 1773)
Cartografia
Album a stampa, 40 x 60 cm
Cartografato dal colonnello Vinzoni, ecco un brano di una tra le opere più fascinose e monumentali, eppure misconosciute, di Genova: l’acquedotto della val Bisagno. Si tratta di una "biscia" di pietra e mattoni lunga 28 chilometri tra anse, ponti, sifoni e un cammino pedonale di costante pendenza pressoché irrilevante.
Sede:
Comune di Genova - Palazzo Tursi
Via Garibaldi 9 - 16124 Genova
C.F. / P.iva 00856930102