Storia della Collezione

Il 21 marzo 1993 le raccolte di pittura, scultura e grafica di Otto e Novecento dei fratelli genovesi Luigi e G. B. Lazzaro Frugone s'inauguravano nella sede espositiva dell'antica Villa Grimaldi Fassio a Nervi, ripensata per la nuova funzione. Esposte nel 1938 a Palazzo Bianco, erano state conservate dal 1953 al 1982 nei locali dell’Accademia Ligustica di Belle Arti per essere poi trasferite nei depositi della Galleria d'Arte Moderna, a Nervi, in previsione della mostra temporanea della sola collezione di dipinti e sculture di Luigi Frugone che si aprì al pubblico proprio in Villa Grimaldi Fassio per un anno, tra il 1984 e il 1985 a cura di Giuliano Frabetti, conservatore e storico dell'arte comunale.

Il resto del patrimonio lasciato dei due mecenati fu suddiviso tra il Museo di Sant'Agostino e la Galleria di Palazzo Bianco per l'epoca antica degli oggetti di arti figurative, degli arredi e delle suppellettili.

Due eccezionali collezioni di 284 pezzi tra dipinti, sculture e disegni di artisti italiani e stranieri, attivi tra la seconda metà dell’Ottocento e il primo Novecento, trovano dunque spazio in Villa Grimaldi Fassio in un allestimento che rispetta in buon parte i criteri collezionistici dei loro proprietari ed espone i dipinti con le magnifiche cornici originali.

Donate al Comune di Genova con due legati testamentari nel 1935 e nel 1953, le raccolte erano appartenute ai fratelli Frugone, G. B. Lazzaro e Luigi, imprenditori e generosi mecenati genovesi.

Ritratti, pittura di genere, paesaggi, rispondenti al gusto di quel collezionismo altoborghese di inizio Novecento che, muovendo dalle ricerche italiane e straniere della pittura di paesaggio en plein air nella seconda metà dell’Ottocento, si orientava verso l’eleganza disinvolta della Belle Époque europea di fine secolo, Parigi in testa, sfiorando il simbolismo di Leonardo Bistolfi e di Giovanni Segantini, ed evitando consapevolmente avanguardie ed esperienze novecenteschi legate a futurismi, metafisica e realismo magico.

 

Due collezioni che avevano avuto nel mercante e gallerista Ferruccio Stefani (Mantova 1857- Griante 1928), fornitore e consigliere dei fratelli Frugone dai primi anni del Novecento e fino alla sua morte, un imprescindibile punto di riferimento.

G. B. Lazzaro Frugone (Genova 1860-1935) si occupava di commercio di lana all'ingrosso con uno stabilimento per la lavatura alla foce del torrente Torbella a Rivarolo Ligure e l'ufficio in piazza Cinque Lampadi, nel cuore del centro storico genovese. "...Egli fu esempio di attività intelligente, ordinata e scrupolosa, dirigendo personalmente la sua azienda... uomo eccezionale ed esemplare di condotta come figlio, come sposo e come cittadino, schivo da qualsiasi ambizione ed esibizionismo..." : così venne descritto dal fratello Luigi, a pochi giorni dalla morte, in una breve biografia pubblicata nella rivista municipale "Genova". G. B. Lazzaro aveva accumulato una cospicua sostanza destinata, in parte agli Ospedali Civili di San Martino e, in parte, a arricchire il patrimonio artistico di proprietà.
Egli acquisì circa 150 opere, in prevalenza di piccolo formato, inclusa anche una sezione di grafica, scegliendo sulla scorta di un gusto "innato" e personale che, secondo la lettura un po' compiacente del suo mercante Ferruccio Stefani, lo induceva a acquisire, non l’oggetto più appariscente, ma quello più disadorno e indefinibile.

Luigi Frugone (Genova 1862-1953) fu invece  coltivatore e  produttore di cereali tra Italia e Argentina, fondatore nel 1905 coi soci Rocco Piaggio e Cesare Preve di una società a Buenos Aires e del  noto marchio del  "Riso Gallo". L'imprenditore fu costretto dal lavoro a frequenti viaggi in Sud America, occasioni probabili per un suo primo incontro col mercante Ferruccio Stefani. Più intraprendente del fratello, culturalmente più autonomo e disponibile a investire forti somme di denaro nell’acquisto di opere, Luigi aveva ricevuto nel 1924 una medaglia dalla direzione della Biennale di Venezia segno di gratitudine "per gli importanti e ripetuti acquisti". Le sontuose immagini della dimora genovese dell'imprenditore, insieme al catalogo delle  sue opere, furono pubblicate nel 1936 in un volume monografico curato del critico d'arte Enrico Somaré; due anni dopo, nel 1938, Luigi Frugone  espose la sua raccolta accanto a quella del fratello, scomparso tre anni prima, nelle sale del piano terreno di Palazzo Bianco.

Ferruccio Stefani (Mantova 1857- Griante 1928), fornitore dei fratelli Frugone e il loro consigliere circa l’acquisto delle opere,  esordì come violinista a Calcutta, in India, a diciott'anni, e fu poi disegnatore di copertine di spartiti per le Grafiche Ricordi di Milano, editore musicale in Argentina, gallerista e collezionista d’arte a Buenos Aires, Valparaiso, Rio de Janeiro e Montevideo.
Fu lui a indirizzare le scelte dei due fratelli, a segnalare loro la comparsa di opere specifiche sul mercato, a mantenere i contatti coi fornitori, a metterli in contatto con artisti viventi - nota la sua stretta amicizia con Leonardo Bistolfi, Vittore Grubicy, Ettore Tito,  Lorenzo Delleani, Domenico Trentacoste,  Lino Selvatico e Giacomo Grosso, che gli dedicò un intenso ritratto oggi nelle collezioni dell'Accademia Albertina di Torino - a suggerire visite a musei e letture di libri d’arte, a fornire indicazioni sullo stile d’arredamento, sull'allestimento degli oggetti nelle loro dimore, sull'abbinamento di stoffe e colori.  
Ferruccio Stefani fu un mercante animato da una forte passione per l’arte, con un impegno promozionale nei confronti di manifestazioni quali la Biennale di Venezia - dove ricoprì un ruolo di pubbliche relazioni nel 1926 - che lo spinse in prima persona verso l’acquisto di opere contemporanee. La sua collezione, formata da arredi, dipinti e sculture antiche e moderne e conservata in un magnifico appartamento milanese, fu valutata, a fini di realizzo, nel 1921 la somma di un milione e duecentomila lire e, di lì a poco, in gran parte da lui ceduta proprio ai fratelli Frugone.
Nel 1924, aveva accolto, con grande entusiasmo e ovvia soddisfazione personale, la notizia della decisione dei Frugone di legare le loro raccolte alla città di Genova.

Le bagnanti

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