
Clicca qui per visualizzare l'immagine
Barattolo da tè con racchette, nubi e piccoli pini
Legno, lacca bruna e makie
Legno, lacca bruna e makie - a. 7.0, Ø 6.7
Giappone, secondo-terzo-quarto secolo XIX

Clicca qui per visualizzare l'immagine
Armatura completa
Bronzo
Equipaggiamento del Samurai
Giappone, secoli XVII-XIX

Clicca qui per visualizzare l'immagine
Giappone, Unkei, periodo Kamakura (1185-1333)
Statua
Bronzo colato e patinato in lacca nera con tracce di doratura a foglia. a. 47,8 cm a. base 12cm x ø 15
La statua di Amida Nyorai stante risponde alla tipologia e alle dimensioni canoniche “un piede e cinque sun”. La forma allungata del volto, il fatto che il bordo del manto monacale copra la metà superiore del braccio sinistro, e la prossimità formale e stilistica della figura alla maniera degli allievi del celebre scultore Unkei (1151-1223), consentono di datare la statua al periodo Kamakura e, più precisamente, alla metà del secolo XIII. Le mani, il nimbo e il piedistallo sono, invece, rimpiazzi di epoca Edo. Possiamo ipotizzare che il Buddha Amida fosse affiancato, come è tipico nella composizione della triade detta Amida Sanzon dalle statue dei bodhisattva Kannon e Seishi, purtroppo mancanti come il piedistallo e il nimbo originali. La statua esprime un potente senso di monumentalità e volumetria, oltre che una più marcata mascolinità, elementi che rivelano un intenzionale riferimento allo stile della scuola di scultura Kei del periodo Kamakura.
Museo d'Arte Orientale E. Chiossone

Clicca qui per visualizzare l'immagine
Argentiere genovese su disegno di Francesco Maria Schiaffino, 1747 – 1748
Scultura
Argento, 194 x 78 x 46 cm
La statua venne fatta realizzare tra il 1747 e il 1748 da sette gentiluomini genovesi, di recente ammessi a far parte del patriziato della Repubblica, per farne dono al doge in carica, Giovan Francesco Brignole-Sale, che, col suo atteggiamento, aveva avuto un ruolo considerevole nella cacciata delle truppe austriache che avevano occupato Genova nel 1746.
Alla scadenza del suo mandato, il Brignole la donò alla cattedrale con l’intento che fosse portata il processione l’8 dicembre di ogni anno, tradizione che però venne portata avanti solo fino al tempo della Rivoluzione.

Clicca qui per visualizzare l'immagine
Manifattura siriana, I secolo d.C.
Manufatto
Vetro, 9 x 40 cm
Il piatto, considerato per secoli di smeraldo, è stato realizzato in realtà colando del vetro colorato in verde in uno stampo di forma esagonale. Per tradizione è ritenuto il Santo Graal, ovvero il piatto usato da Cristo per consumare l'agnello pasquale con i discepoli durante l’ultima cena.
Si tratta di un manufatto prodotto nell’antica Siria, più credibilmente intorno al I secolo d.C. (ma la sua datazione è discussa), e secondo la maggior parte delle fonti è stato portato a Genova da Guglielmo Embriaco in seguito alla conquista di Cesarea nel 1101, ovvero nel periodo della prima Crociata. Nel passato la preziosa reliquia era mostrata in Cattedrale soltanto il primo giorno di Quaresima.
Agli inizi del XIX secolo Napoleone lo fece portare a Parigi, dove venne esaminato scoprendone così la natura vitrea, e probabilmente durante il viaggio di ritorno, nella tratta tra Parigi e Torino, andò rotto.
Ultimi prestiti
Genova, Museo di Sant’Agostino
da 19/03/2016 a 26/06/2016
per la mostra “Genova nel Medioevo. Una capitale del Mediterraneo al tempo degli Embriaci”

Clicca qui per visualizzare l'immagine
Manifattura romana, I secolo d.C. e orafo parigino, inizi secolo XV
Manufatto di oreficeria
Calcedonio, lamina d’oro, smalti policromi e gemme, diametro 38 cm
Secondo la tradizione il piatto sarebbe stato usato per raccogliere la testa del Battista dopo la sua decollazione: si tratta comunque di un pezzo eccezionale per la qualità artistica, per il valore devozionale e per il valore intrinseco. Il piatto è frutto di due interventi differenti: il recipiente vero e proprio è di calcedonio, è di produzione romana del I secolo d.C. e fu probabilmente commissionato da un imperatore.
La decorazione metallica che lo incornicia e lo caratterizza al centro con la raffigurazione della testa del precursore è opera francese degli inizi del XV secolo: si tratta di oro, rubini e smalti.
Il primo proprietario noto è il cardinal Jean Balue, personaggio di primo piano della Francia della metà del XV secolo, consigliere e amico del re di Francia, e molto probabilmente il committente del decoro quattrocentesco fu un esponente della dinastia dei Valois: lo stesso re Carlo VI oppure il duca di Borgogna o quello di Berry. Dal porporato venne donato a papa Innocenzo VIII, che in quanto genovese, lo destinò alla protettoria della cappella di San Giovanni Battista.