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Titolo dell'opera:

Fronte del sarcofago di Pagano Doria

Ambito culturale:

Scultore lombardo attivo a Genova

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Fronte del sarcofago di Pagano Doria

Tipologia:

fronte di sarcofago

Epoca:

1354 - 1354 - XIV

Inventario:

MSA 43

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 90; Lunghezza: 233

Tecnica:

marmo

Descrizione:

Proveniente dalla demolita chiesa di San Domenico. Pagano Doria fu vittorioso ammiraglio della flotta genovese contro veneziani ed aragonesi. La repubblica di Genova per onorarne le imprese, decise di sostenere le spese per la realizzazione della sua tomba. Parte frontale di sarcofago scolpita a bassorilievo e divisa in cinque scomparti da colonnine tortili su cui poggiano altrettanti archi trilobati. Nello scomparto centrale è raffigurata la Madonna col Bambino. A destra sono scolpiti il dedicante inginocchiato, Pagano Doria, e San Giorgio. Nelle nicchie a sinistra si trovano San Giovanni Battista e San Domenico.

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Titolo dell'opera:

Sovrapporta con San Giorgio

Acquisizione:

1887 - acquisto

Autore:

Gagini, Giovanni

Tipologia:

sovrapporta

Epoca:

1401 - 1500 - XV

Inventario:

MSA 527

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 81; Larghezza: 206.5; Profondità: 15

Tecnica:

ardesia scolpita- incisa

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Descrizione:

Proveniente dalla collezione dello scultore Santo Varni, era originariamente inserita a Palazzo Fieschi in piazza San Lorenzo. Sovrapporta in ardesia raffigurante San Giorgio a cavallo con la spada levata nell'intento di uccidere il drago, mentre la principessa con braccia levate osserva la scena. Ai lati di San Giorgio si vedono due armi araldiche totalmente cancellate: si conservano solo gli elmi con figure di gatto come cimiero. Si conservano inoltre le iniziali G.F.

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Titolo dell'opera:

Lastra sepolcrale di Lazzaro Doria

Autore:

Gaggini, Giovanni

Tipologia:

lastra tombale

Epoca:

1486 - 1486 - XV

Inventario:

MSA 3727

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 224; Larghezza: 88; Spessore: 11

Tecnica:

marmo

Descrizione:

Il rilievo era messo in opera nella cappella di Lazzaro Doria (1412-1486) alla Certosa di Rivarolo, dove l'illustre mercante e politico genovese decise di essere sepolto. Di questa sepoltura, smembrata nel XIX secolo, faceva parte anche il sigillo con stemma e sette angioletti ora al Louvre (inv. RF 2012.08). Grande lastra rettangolare al cui centro - entro un nicchia architettonicamente definita - è raffigurato Lazzaro Doria, coricato, con braccia incrociate e con testa sorretta da un cuscino.

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Titolo dell'opera:

Altare di Santa Maria della Pace -Trittico con Madonna della Cintola e Santi

Ambito culturale:

Arte dell'Italia Centrale

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Altare di Santa Maria della Pace -Trittico con Madonna della Cintola e Santi

Tipologia:

trittico

Epoca:

1401 - 1500 - XV

Inventario:

MSA 256

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 195; Larghezza: 238; Profondità: 16

Tecnica:

marmo scolpito e dipinto

Descrizione:

Inquadrata in una elaborata struttura che ricorda le carpenterie in legno dei polittici coevi, questa composizione, di stile prettamente lombardo, si caratterizza per avere pressoché integralmente conservato la coloritura originale. In particolare si noti come la Madonna centrale, vestita di blu, sia attorniata da angeli vestiti nei colori delle virtù teologali: rosso per la fede, verde per la speranza, bianco per la carità. Le figure sono ispirate al gotico nordico, mentre la decorazione, con le eleganti carpenterie scolpite, mostra l’ispirazione ai polittici dipinti. Lo scomparto centrale di questo trittico lavorato a bassorilievo mostra la Vergine in gloria; nel registro inferiore sono scolpiti degli angeli. Nel pannello di destra sono raffigurati i Santi Giovanni Battista e Antonino, mentre in quello sinistro si trovano i Santi Ludovico e Francesco d'Assisi.

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Titolo dell'opera:

Galea genovese

Acquisizione:

Arsenale della Repubblica di Genova e Museo Civico - Provenienza

Ambito culturale:

ambito italiano

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Galea genovese

Tipologia:

modello

Epoca:

1751 - 1800 - XVIII

Inventario:

3382

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 150; Larghezza: 220; Lunghezza: 38

Tecnica:

legno

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Descrizione:

La galea fu un tipo di imbarcazione in dotazione alle flotte europee sino agli inizi del XIX secolo, anche se la sua "epoca d'oro" coincise con il XVI-XVII secolo. I suoi punti di forza - la cui concezione risale alle antiche triremi greco-romane - non mutarono nei secoli: la possibilità di navigare sia a vela che a remi, la maneggevolezza, il basso pescaggio (cioè la parte di scafo immersa), la funzione allo stesso tempo mercantile e militare: poteva imbarcare infatti alcune decine di "soldati di marina", armati un tempo di archi e frecce, poi di balestre, infine di archibugi e moschetti; pochi e leggeri potevano essere i pezzi di artiglieria, lacuna che alla fine fece perdere alla galea il secolare confronto con i grandi vascelli. Lo scafo è fasciato a corsi alternati, per rendere visibili le costole interne. La galea è inalberata, ma priva delle vele. I remi sono del tipo "a scaloccio" (uno per 4-5 uomini) e in posizione di voga. Il dritto di poppa anziché la ruota connota un tipo di galea in epoca tarda.

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Titolo dell'opera:

Lente di Fresnel

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Lente di Fresnel

Epoca:

XX secolo - 1930 - 1930

Inventario:

4642

Misure:

Tipo di misura: diametro; Unità di misura: cm; Valore: 60; Profondità: anello massimo; Tipo di misura: altezza; Unità di misura: cm; Valore: 80; Profondità: ottica completa

Tecnica:

vetro/ bronzo

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Descrizione:

La lente di Fresnel migliorò in modo decisivo il secolare problema della visibilità di un faro da grande distanza. Sino ad allora si era agito su due fattori: l’altezza del faro e l’intensità della luce prodotta.
Torri costiere sulla cui sommità ardevano fuochi, sono note in dall’antichità.
Per secoli il fuoco fu alimentato bruciando legna, successivamente carbone, con i problemi connessi al reperimento del materiale e alla difficoltà di trasporto e sollevamento sino alla sommità del faro.
Altri problemi erano legati a vento e pioggia che spegnevano la fiamma: l'installazione di vetri di protezione fu utile da un lato, ma limitava la visibilità per via della opacità del vetro, da addebitarsi a scarsa qualità del materiale e fuliggine. Solo nel corso del ’700 la situazione migliorò grazie a nuove tecniche di produzione del vetro e l'uso di nuovi combustibili che emanavano poco o niente fumo: cera in candele, olio di oliva, olio di balena (spermaceti), gas acetilene, per finire con la definitiva elettrificazione dei fari.
Nel frattempo grandi progressi facevano gli studi nel campo dell’ottica e della rifrazione della luce in particolare: ci si accorse che facendo convergere i raggi di una fonte luminosa per mezzo di specchi o lenti se ne migliorava la visibilità a grandi distanze.
Il fisico Augustin-Jean Fresnel ci riuscì nel 1827 modellando la superficie esterna di una lente in una serie di anelli concentrici, al cui centro c’era la fonte luminosa. La sua invenzione risolse nello stesso tempo gli altri problemi che erano il peso, lo spessore e ingombro di una comune lente sferica.
La luce riflessa dalla lente conservata al Museo Galata era visibile sino a 27 miglia (15 km).

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Titolo dell'opera:

Atlante geografico

Acquisizione:

Gio Batta Bibolini 06/04/1905

Autore:

Nolin, Jean Baptiste

Tipologia:

atlante

Epoca:

1720 - 1720 - XVIII

Inventario:

669

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 68; Larghezza: 50

Tecnica:

carta- acquaforte ritoccata a mano

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Descrizione:

Jean-Baptiste Nolin e il suo figlio omonimo (✝ 1762), furono i veri rinnovatori della cartografia francese. La loro attività si svolse tra la fine del Seicento e la prima metà del Settecento, quando il primato della produzione cartografica passava dagli olandesi alle due marinerie "imperiali" emergenti, quelle inglese e francese.
L'atlante da loro curato, il Theatre du Monde, è dedicato a Luigi XIV, il Re Sole, che compare sul frontespizio del libro come nuovo Apollo e conduce il cocchio solare fra le nubi.
Il testo dei volumi è articolato, le carte sono complete e complesse: rappresentano un mondo ancora largamente da scoprire, ma nel quale già si delineano le rotte esplorative da seguire: è il caso dell'Australia, la cui costa orientale sarà "mappata" solo una settantina d'anni dopo ma che qui vede anticipati i contorni di un nuovo continente.
Altro grande contributo di J.B. Nolin è poi la grande mappa quadripartita — ovvero divisa in quattro tavole, presente all'inizio del libro — intitolata «Le globe terrestre réprésenté en deux pian hemispheres dressé sur les dernières observations»: realizzata nel 1700, con la precisione delle sue incisioni e la dovizia di particolari geo-cartografici segnò per la cartografia l'avvento di una nuova epoca. Raccolta di carte geografiche rilegate in un unico volume.

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Titolo dell'opera:

Gioco del Biribis

Acquisizione:

Matteo Luxoro 1945 - legato

Ambito culturale:

manifattura genovese

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Gioco del Biribis

Tipologia:

gioco del biribis

Epoca:

1701 - 1800 - XVIII

Inventario:

M.G.L. 220

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 66; Larghezza: 91

Tecnica:

olio su tela

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Descrizione:

Come rivelano l'emblema della Repubblica e le armi di famiglie locali, quali i Doria e gli Spinola, il gioco proviene da ambito genovese, dove era molto diffuso nel XVIII secolo. Sulla cartella in tela, che originariamente veniva conservata arrotolata intorno alle assicelle di legno fissate sui lati, sono dipinte 66 caselle quadrate, in ognuna delle quali sono rappresentate figure allegoriche, come la Fortuna o la Vanità, animali, frutti, maschere della Commedia dell'Arte e personaggi vari, oltre ad armi araldiche di famiglie genovesi.

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Titolo dell'opera:

Secchio

Acquisizione:

sec. XIX fine

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Secchio

Tipologia:

secchio

Epoca:

XVII - 1694 - 1694

Inventario:

3475

Utilizzo:

sgottare l'acqua dai bacini chiusi fissato per mezzo della catena ad una gru a bilanciere girevole detta 'cicogna' quando il bacino è stato delimitato da palificate

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Descrizione:

Secchio in ferro con corregge di rinforzo impernate e catena. Prima dell'invenzione delle draghe - navi adibite all'escavazione del fondale marino di un porto - le operazioni venivano eseguite manualmente.

Delimitata la zona interessata per mezzo di una palificata in legno, sull'orlo di essa venivano montate le "cicogne": sorta di gru di legno munite da un lato di una catena che reggeva un secchio di ferro; dall'altra da un contrappeso.

Con le cicogne si svuotava il bacino dall'acqua, dopodichè gli operai provvedevano a rimuovere dal fango il fondale per mezzo di ceste portate a spalla. Anche le donne erano impegnate in questo genere di lavoro, molto faticoso.

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Titolo dell'opera:

Portolano del Mar Nero e colonie genovesi

Acquisizione:

Mercato antiquario

Autore:

Agnese, Battista

Tipologia:

mappamondo

Epoca:

XVI - 1501 - 1600

Inventario:

3373

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 34; Larghezza: 47

Tecnica:

pergamena- inchiostro

Descrizione:

A partire dalla metà del XIII secolo piccole comunità provenienti da tutta la Liguria si stabiliscono sulle sponde del Mar Nero. I Genovesi d'oltremare costituiscono più dell'80% della popolazione occidentale di quelle terre. Città come Soldaia, Pera e Caffa, conoscono uno sviluppo eccezionale, si dotano di successive cinte di mura e resistono agli assalti dei Greci e dei Mongoli, per non cadere che due secoli più tardi in potere degli Ottomani, superiori in numero, navi e potenza di fuoco. I Genovesi convivono con gli Orientali, non si integrano, non li convertono e non li sottomettono come avverrà nella logica del colonialismo ottocentesco. Le colonie genovesi nel Mar Nero sono il punto d'incontro privilegiato tra il mondo della steppa e della foresta e le città mercantili mediterranee, luoghi di scambio tra le più importanti risorse locali - cera, miele, pellicce, cereali, financo schiavi – in cambio di panni, tele, vino.

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