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Titolo dell'opera:

Trittico ligneo

Acquisizione:

F. S. Mosso 20/11/1909 Genova - donazione

Ambito culturale:

ambito etiope

Autore:

Anonimo

Tipologia:

trittico dipinto

Epoca:

1501 - 1600 - XVI

Inventario:

C.A. 787

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 42; Larghezza: 47.5

Provenienza (nazione):

Etiopia

Tecnica:

tempera su tela incollata su tavola

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Descrizione:

Trittico proveniente dalla Chiesa di Cherseberg ad Adigrat, città dell'Etiopia e capoluogo della provincia dell'Agamé, nella regione di Tigrè.
Tra i soggetti raffigurati vi è un Ràis: tale titolo, uno dei più nobili della corte imperiale etiope ed equivalente all'europeo "duca", nacque probabilmente nel XVI secolo; era dapprima attribuito ai signori feudali delle maggiori province dell'Etiopia, mentre in seguito fu assegnato ai dignitari di rango immediatamente inferiore al negus. Anche alcuni dignitari della Chiesa ortodossa etiope tevahedo avevano il diritto di portare questo titolo. Trittico ligneo costituito da un dipinto a tempera su tela applicata su tavola. L’opera presenta la classica costruzione medievale, che prevede un supporto ligneo su sui è stata applicata una tela (incamottatura) formata, sia in trama che in ordito, da una fibra di cotone.
Su quest’ultima è stata prima stesa in un solo strato la preparazione a base di gesso, anch'essa tipica della costruzione italiana medievale, e poi la pellicola pittorica. La pellicola pittorica presenta pigmenti in uso dai tempi più antichi. Lo smaltino, derivante dalla lavorazione del vetro; la Crisocolla, trovata anche in tombe egizie; il Cinabro e i gialli di piombo o di arsenico, da sempre usati nella pittura derivante dalla storia artistica più remota.
Il trittico presenta la seguente raffigurazione:
a destra dall'alto, Santo con due devoti e angeli e scena della Crocefissione con San Giovanni e la Madonna addolorata;
al centro, Madonna con bambino;
a sinistra dall'alto, Cristo coronato di spine; San Giorgio che ferisce il demonio; Ràis con due capi militari, due tigri e due leopardi.

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Titolo dell'opera:

Fionda

Acquisizione:

Civico Museo Pedagogico 1935

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Fionda

Tipologia:

fionda

Epoca:

XIII-XIV - 1201 - 1400

Inventario:

S.N. 86

Misure:

Tipo di misura: lunghezza; Unità di misura: cm; Valore: 206; Varie: "La più grande fionda che si conosca" E. H. Giglioli.

Provenienza (nazione):

Perù

Utilizzo:

Utilizzata per cacciare animali per il sostentamento. Caccia

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Descrizione:

Lunga fionda costituita da bretella lavorata a mezzo intreccio e due cinghie che terminano in fasce di cordoni lavorati a intreccio di colore rispettivamente marrone e rosso. La bretella è costituita da cinque cordoncini a mezzo intreccio circolare con fasce alternate di colore rosso, crema e senape, collegati ai cordoni tramite intrecci tubolari a cordoncino dai colori verde, rosso e senape. Enrico H. Giglioli ha descritto così l'oggetto: "Grandissima fionda peruviana antica – la più grande che si conosca". Si tratta di un manufatto rinvenuto in una sepoltura maschile, parte del corredo funerario che accompagnava il corpo del defunto.

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Titolo dell'opera:

Strada sulla sommità di Sheep Table

Autore:

Douglas Beasley Photography

Epoca:

XXI 2001 2009

Inventario:

N.A. 141

Misure:

Unità di misura: cm
Altezza: 100
Larghezza: 250

Provenienza (nazione):

Sud Dakota

Descrizione:

Il progetto in cui è inserita questa foto è stato realizzato principalmente nelle Badlands e nelle Black Hills del South Dakota, aree a lungo considerate sacre dagli indiani Lakota (Sioux) e ora sotto la minaccia imminente di sviluppo da parte dell'estrazione di uranio e del turismo. L'interesse di Douglas Beasley non è documentare questi siti, ma rivelare un senso del luogo nella speranza di condividere l'importanza di preservare questa terra per l'arricchimento spirituale delle generazioni future.

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Titolo dell'opera:

Big Horn, Campo di battaglia di Custer

Autore:

Douglas Beasley Photography

Epoca:

XXI 2001 2009

Inventario:

N.A. 144

Misure:

Unità di misura: cm
Altezza: 145
Larghezza: 115

Provenienza (nazione):

Wyoming

Descrizione:

Il progetto in cui è inserita questa foto è stato realizzato principalmente nelle Badlands e nelle Black Hills del South Dakota, aree a lungo considerate sacre dagli indiani Lakota (Sioux) e ora sotto la minaccia imminente di sviluppo da parte dell'estrazione di uranio e del turismo. L'interesse di Douglas Beasley non è documentare questi siti, ma rivelare un senso del luogo nella speranza di condividere l'importanza di preservare questa terra per l'arricchimento spirituale delle generazioni future.

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Titolo dell'opera:

Kiva

Autore:

Douglas Beasley Photography

Epoca:

XXI 2001 2009

Inventario:

N.A. 142

Misure:

Unità di misura: cm
Altezza: 150
Larghezza: 150

Provenienza (nazione):

Minnesota

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Descrizione:

Il progetto in cui è inserita questa foto è stato realizzato principalmente nelle Badlands e nelle Black Hills del South Dakota, aree a lungo considerate sacre dagli indiani Lakota (Sioux) e ora sotto la minaccia imminente di sviluppo da parte dell'estrazione di uranio e del turismo. L'interesse di Douglas Beasley non è documentare questi siti, ma rivelare un senso del luogo nella speranza di condividere l'importanza di preservare questa terra per l'arricchimento spirituale delle generazioni future.

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Titolo dell'opera:

Sedile in porcellana smaltata

Acquisizione:

E. A. D'Albertis 1932 Genova, Castello d'Albertis

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sedile in porcellana smaltata

Epoca:

1801 - 1850

Inventario:

C.D.A. 1898

Misure:

Unità di misura: cm
Altezza: 47
Larghezza: 30

Provenienza (nazione):

Cina

Descrizione:

La sagoma a botte non compare né nell'elenco imperiale delle porcellane fornite nel terzo anno del Regno di Tongzhi (1864) né in quello della dote dell'imperatrice presentato il 23 febbraio 1889 dell'era Guangxu (1875-1908). Alcuni decori simili alle riserve ricorrono in vassoi appartenuti alla collezione brasiliana di Avellar de Almeida, Barone di Massambarà, appartenente ad una potente famiglia di proprietari di piantagioni di caffè comandate dall'Ordine Imperiale della Rosa. Sedile dalla sagoma a botte con una doppia fila di borchie a rilievo, a imitazione dei modelli in legno dell'epoca Ming, e delle antiche borchie in metallo proprie dei primi modelli. La faccia inferiore della botte è aperta e il corpo in pesante porcellana è rivestito da una coperta azzurra ondulata al tatto, a "buccia d'arancia". Tutta la superficie esterna è decorata a riserve polilobate di varie sagome e dimensioni, alcune a forma di pipistrello augurale, ritagliate su un fondo oro decorato con girali verdi, corolle di loto rosa e farfalle multicolori. Accostamenti vivaci "ad arlecchino" di uccelli e fiori: peonie, bambù, crisantemi, frutti di lechee, melagrane, dipinti in prossimità di rocce e coppie di uccelli e farfalle.
L'apparato iconografico-decorativo è molto ricco: nelle riserve sono dipinte scene di corte che si svolgono in interni o su terrazze. Possiamo notare letterati che suonano il chin, bevono il tè e scrivono su rotoli; dame conversano e suonano il liuto; saggi osservano; inservienti servono il tè. Tra gli oggetti d'arredo decorati in queste scene ci sono vasi con fiori di loto e brucia incenso tripodi; questi oggetti hanno significati augurali che alludono alla felicita, alla gioia, alla longevità.
All'interno di una cornice è raffigurata una scena tratta dalla rappresentazione del Teatro di Pechino, con un giovane guerriero con copricapo dalle lunghe penne di fagiano, vasi con loti, scettri ruji e fiori di pesco.
Tra i materiali usati ci sono: porcellana, smalti policromi sopra coperta del tipo famiglia rosa, rosa di Cassio, bianco, celeste, turchese, verde smeraldo e pisello, giallo primula, marrone, rosso di ferro, nero.

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Titolo dell'opera:

Sedile in porcellana smaltata

Acquisizione:

E. A. D'Albertis 1932 Genova, Castello d'Albertis

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sedile in porcellana smaltata

Epoca:

1801 - 1850

Inventario:

C.D.A. 1901

Misure:

Unità di misura: cm
Altezza: 47
Larghezza: 30

Provenienza (nazione):

Cina

Descrizione:

Per quanto il carattere ripetitivo dei motivi faccia pensare a produzione ottocentesca, porcellane con fondo monocromo in smalto, decorate con borchie, motivi floreali e girali incisi a graviata erano realizzati in Cina già durante il primo periodo Qianlong, come attesta un grande vaso ove è riportato un poema celebrativo della bellezza della porcellana cinese composto nel 1742, commissionato da Tang Yin e che documenterebbe a quella data come il gusto un po' sovraccarico prodotto ancora a tutta l'era Tongzhi (1862-1874) fosse già diffuso anche a corte e non solo per l'esportazione. Alcuni decori floreali di alta impaginazione e respiro in smalti colorati – a contrastare con lo smalto del fondo di differente colore – erano già diffusi, specie in pregevoli coppe dette di Pechino durante l'era Kangxi e Yongzheng imitate in epoca Daoguang (1821-1850). Sedile caratterizzato dalla sagoma a botte a sezione esagonale cava e decorata con una sequenza di borchie a rilievo. Su una faccia è decorata una coppia di monete augurali semi sovrapposte e forate, realizzate in smalto turchese con girali gialli e loti rosa. Questo motivo è ripetuto singolarmente e in dimensioni maggiori sulla faccia circolare superiore in smalti giallo, verde e rosa. Sui lati, su fondo giallo imperiale, sono distribuite corolle di fiori di loto e pesco e due grandi riserve poligonali delimitate da pipistrelli e draghi che si affrontano al centro. A separare questi due grandi cartigli ci sono coppie di frutti augurali che fungono da riserve per ulteriori composizioni di fiori, uccelli, farfalle; nella melagrana peonie e ciliegi, nel centro buddista salice piangente e peonie. Nelle due grandi fasce superiore e inferiore, sono presenti sei cornici con fiori e uccelli, farfalle e insetti, peonie, loti, fiori di pesco, pesche fantao, crisantemi, lechee. Una composizione simile è presente sulla faccia circolare superiore. Nelle cornici possiamo osservare:
– rocce e alberi di melograno fioriti e con frutti maturi; un fagiano centrale tra peonie e crisantemi; farfalle e cicale beneauguranti.
– rocce e fiori di pesco; farfalle; un gallo e un fagiano sul ramo; una gallina con pulcino.
Tra i materiali usati ci sono: smalti policromi sopra coperta del tipo famiglia rosa; rosa di Cassio; bianco; giallo primula; verde pisello e smeraldo; rosso di ferro; oro; nero.

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Titolo dell'opera:

Darabukka, Derbouka

Acquisizione:

1990

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Darabukka, Derbouka

Tipologia:

tamburo a calice

Epoca:

XX - 1901 - 2000

Inventario:

EA 3/1990

Misure:

Tipo di misura: altezza; Unità di misura: cm; Valore: 43; Tipo di misura: diametro; Unità di misura: cm; Valore: 28

Provenienza (nazione):

Turchia

Tecnica:

Il corpo metallo è pezzo unico lavorato a sbalzo.

Utilizzo:

Conviviale. A percussione manuale, appoggiato a una gamba. Usato nella musica popolare tradizionale.

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Descrizione:

Strumento diffuso dal Maghreb al Medio Oriente, usato nella musica popolare tradizionale.

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Titolo dell'opera:

Mbira

Acquisizione:

Stella Chiweshe Rambisai 1999

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Mbira (M’bira)

Tipologia:

lamellofono

Epoca:

XX - 1901 - 2000

Inventario:

EA 4/1999

Misure:

Tipo di misura: altezzaxlarghezzaxspessore; Unità di misura: cm; Valore: 17x17x3

Provenienza (nazione):

Zimbabwe

Tecnica:

Spesso realizzata a partire da materiale di riciclo.

Utilizzo:

Cerimoniale. A percussione pizzico manuale: pizzicato con pollice. Cerimonie ufficiali e in relazione all’evocazione degli antenati.

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Descrizione:

Strumento diffuso in tutta l’Africa nera, spesso presente in cerimonie ufficiali e in relazione all’evocazione degli antenati.

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Titolo dell'opera:

Gralla

Acquisizione:

1994

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Gralla

Tipologia:

oboe

Epoca:

XX - 1901 - 2000

Inventario:

EA 2/1994

Misure:

Tipo di misura: lunghezza; Unità di misura: cm; Valore: 35; Tipo di misura: diametro; Unità di misura: cm; Valore: 6

Provenienza (nazione):

Spagna

Utilizzo:

Folklore. A fiato.

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Descrizione:

Oboe popolare della Catalogna, fa parte dell’accompagnamento delle fasi di costruzione della torre umana, "castell", insieme a tamburi.

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