Servizio da tè e da caffè, 1925

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Casa Giuseppe Mazzotti, Albisola

Tecnica e misure:

Terracotta decorata sotto vernice

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La produzione della Casa Giuseppe Mazzotti, fondata nel 1903 ad Albisola, assume un orientamento di stampo futurista grazie all’apporto dei due figli di Giuseppe, Torido e Tullio. Quest’ultimo, non a caso, redigerà con Filippo T. Marinetti il manifesto futurista Ceramica e Aeroceramica nel 1938.
Il servizio da tè e da caffè, marcato M.G.A. con damina sul verso e siglato dal pittore “P.G.D.” sulla teiera e sulla caffettiera, riflette la tendenza déco di alcuni manufatti Mazzotti presentati alle Biennali di Monza e all’Expo di Parigi del 1925.

Il cameriere, 1933

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Alf Gaudenzi (Genova, 1908-1980)

Tecnica e misure:

tecnica mista su cartoncino

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Esempio di grafica futurista che risente delle innovative soluzione formali degli anni Trenta. L’impostazione dinamica e sintetica, la schematizzazione della figura umana e la semplificazione a metà strada fra il geometrico e l’astratto sono le caratteristiche principali della grafica pubblicitaria di quegli anni.

Maternità, 1934

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Raffaello Consortini (Volterra, 1908-2000)

Tecnica e misure:

Gesso

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Alla mostra dei Prelittoriali interprovinciali di Pisa del 1935, i temi a cui dovevano ispirarsi gli scultori erano la maternità e un soggetto di carattere sportivo. Raffaello Consortini, membro del Nucleo universitario fascista (NUF) di Volterra, presentò Maternità e Torso di atleta o Busto di lottatore. Insieme agli altri volterrani Mino Rosi e Raffaello Michelotti, venne ammesso ai Littorali della Cultura e dell’Arte che si tennero a Roma, presso il palazzo della Facoltà di Lettere. Maternità si aggiudicò il secondo premio.
La scultura si ispira e dà voce alla retorica della famiglia e dell’incremento demografico cara al regime fascista.

Stipo, 1899

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Carlo Bugatti (Milano, 1856 - Molsheim, 1940)

Tecnica e misure:

Noce con intarsi in legni e metalli diversi, rame sbalzato, pergamena

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Il gusto per l’esotismo impostosi a metà Ottocento, che presentava un’immagine favolosa e pittoresca dell’Oriente appositamente costruita per il pubblico occidentale, si impose dapprima nelle arti figurative per poi passare anche alle arti decorative: negli ultimi anni del secolo si diffonde, soprattutto fra la nuova borghesia in ascesa, la moda di proporre nei propri palazzi arredi in stile moresco.
Carlo Bugatti, artista geniale e straordinariamente creativo, elaborò uno stile nuovo e personalissimo, contrassegnato da una spiccata originalità. Nei suoi mobili il gusto moresco si intreccia con motivi grafici derivati dal giapponismo allora in voga e con reminiscenze di culture del passato.
Lo stipo della Wolfsoniana testimonia inoltre l’attenzione che l’artista ebbe per l’uso di materiali diversi e spesso poco usati nei mobili (rame, ottone, pergamena, seta), sempre lavorati con uno straordinario virtuosismo tecnico.

Sedia per casa Sarfatti, 1933

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Marcello Piacentini (Roma, 1881-1960)

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