Ritratto aereo di Mario Carli

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Titolo dell'opera:

Ritratto aereo di Mario Carli

Acquisizione:

Mitchell Wolfson Jr. 2007 Genova - donazione

Autore:

Dottori, Gerardo

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1931 - 1931 - XX

Inventario:

GX1993.462

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 159; Larghezza: 129.5

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Quando, nel 1931, Dottori dipinse il Ritratto aereo di Mario Carli intitolandolo anche "Un italiano di Mussolini", lo scrittore e attivista futurista era ormai diventato un personaggio ufficiale del regime – di lì a poco venne nominato console prima a Porto Alegre in Brasile e poi a Salonicco – ma il suo percorso esistenziale e artistico era stato assai accidentato, in grado di rivelare le molte contraddizioni insite nell’evoluzione storica del fascismo. Dopo aver debuttato a Firenze, prima della guerra, come autore di romanzi sperimentali, quasi pre-surrealisti, Carli fu uno degli esponenti di spicco dell’arditismo, fenomeno tipico dell’originario movimentismo fascista, che proponeva la figura di un “uomo nuovo” insofferente a ogni regola e convenzione, violento e anarchico, radicale e provocatore, audace e spregiudicato, un uomo, insomma, con “cuore da dinamo, polmoni pneumatici, fegato da leopardo”. Animato da questi ideali, Carli si arruolò volontario nel 1917, venne ferito e decorato; andò con D’Annunzio a Fiume e lì lanciò “La Testa di Ferro”, l’organo di stampa dei legionari fiumani; venne più volte processato e arrestato; per aprire la strada alla rivoluzione, si mostrò disponibile ad accogliere esperienze e modelli anche socialisti e comunisti, tanto da suscitare i sospetti di Marinetti e Mussolini. A seguito della crisi dell’arditismo e dopo la marcia su Roma, fondò la rivista “L’Impero” allo scopo di aggregare le forze più innovatrici del futurismo e delineare una nuova cultura adeguata alle prospettive del fascismo, finché Mussolini, ormai consolidatosi al potere e epurato l’iniziale spirito sovversivo del movimento, lo imbrigliò nell’ufficialità per renderlo inoffensivo.

Ciotola dalla Tomba 110

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ciotola ligure dalla Tomba 110 Necropoli di Genova

Tipologia:

Corredo di sepoltura a incinerazione dentro pozzetto

Tecnica e misure:

Terracotta

Descrizione:

Piccola ciotola con piede sagomato e carena realizzata dalle popolazioni liguri con argille locali e lavorata a mano senza l’uso del tornio. La parte centrale della ciotola  è decorata con motivi incisi a tacche che formano zig-zag su doppia fila, delimitata orizzontalmente da una linea e da tratti incisi. Questa decorazione è tipica della cultura ligure della seconda età del Ferro. La ciotola probabilmente faceva parte di un corredo funerario di un abitante di origine ligure e conteneva offerte per il defunto. Si inquadra nel 4°-3° secolo a.C.

Tomba guerriero di Pietra Ligure

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Tomba di guerriero da Pietra Ligure (Sv)

Tipologia:

Corredo di sepoltura

Tecnica e misure:

Manufatti in ferro

Descrizione:

Una grande lancia con punta fogliata, numerose altre lance o  giavellotti, due coltelli ed una corta spada in ferro detta “ad antenne” accompagnavano la sepoltura, forse ad incinerazione, di un guerriero ligure di alto rango vissuto circa 2600 anni fa. Armi preziose ed importanti, alcune scambiate con popoli lontani, come la grande lancia o la spada simili ad altre scoperte in ricche tombe della  Lombardia e della Svizzera.

Secondo il ricordo degli operai che in una cava scoprirono la tomba, vi era anche un carro da guerra o da caccia -  non più grande di una biga romana – quasi certamente un lusso, uno status symbol dell’epoca. La sepoltura è datata tra il 650 e il 600 a.C.

Disegno Mago Meraviglie

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Disegno del Mago della Valle delle Meraviglie

Tipologia:

Disegno a calco

Tecnica e misure:

Carta su cartone

Descrizione:

Questo disegno fu realizzato dallo studioso Clarence Bicknell alla fine dell''800 ricalcando una incisione della Valle delle Meraviglie, sulle Alpi Marittime. Il Mago è una delle più famose ed enigmatiche fra le incisioni rupestri della Valle: risale all’età del Rame (3° millennio a.C.) ed è composta dalla sovrapposizione di una testa di bovino trasformata in volto umano con occhi, naso e fila di denti, cui sono state aggiunte due mani e due pugnali.

A proposito della fila di denti che si intravede sotto il naso, Clarence Bicknell, il naturalista inglese che per primo studiò queste incisioni e realizzò questo “calco”, così scriveva nel 1912: “vi sono 7 denti nella bocca pochi, ma io ne ho meno!”.

Sepoltura neolitica

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sepoltura neolitica

Tipologia:

Sepoltura

Tecnica e misure:

Ossa umane, lastre di pietra

Questa donna neolitica è vissuta alla Caverna delle Arene Candide, nel Finalese, circa 6500 anni fa. Ha il corpo in posizione rannicchiata sul fianco sinistro con le mani verso il viso. Intorno vi sono lastre di pietra che delimitavano la sepoltura. Gli oggetti sono scarsi, infatti è presente un punteruolo in osso. La corporatura degli agricoltori e allevatori di quell’epoca in Liguria è robusta e si riscontra la presenza frequente di carie e problemi dovuti al consumo dei cereali e alla vicinanza con gli animali domestici. 

vaso da AC

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ceramica impressa neolitica

Tipologia:

Manufatto

Tecnica e misure:

Terracotta

La più antica ceramica neolitica ritrovata nelle grotte liguri e risalente a oltre 7000 anni fa, in particolare nella caverna delle Arene Candide, mostra un notevole repertorio di motivi impressi sull’argilla cruda e per questo è chiamata dagli archeologi “ceramica impressa”. I vasi venivano decorati utilizzando dita e unghie oppure utensili come punte e schegge di pietra, bastoncini e il bordo delle conchiglie, in particolare le valve del Cardium che lasciano il tipico motivo a piccole onde. I frammenti esposti in museo sono fra i più antichi di questa cultura: comprendono impressioni verticali di unghie, digitazioni, pizzicature, tratti dentellati, tacche lineari e molti altri tipi di decorazioni neolitiche.

Ocra rossa

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Blocco di ocra rossa e macinello in pietra

Tipologia:

Minerale e manufatto

Tecnica e misure:

Ocra e pietra

Questo colorante naturale, derivato da un ossido di ferro, è piuttosto diffuso in natura. Nella preistoria europea veniva utilizzato per dipingere animali e scene di caccia sulle pareti delle caverne.  Troviamo l’ocra e macinelli per triturarla anche nelle sepolture paleolitiche della Caverna delle Arene Candide: il pigmento in polvere è stato cosparso sul terreno di sepoltura così le ossa e gli oggetti di corredo con il passare del tempone hanno assorbito la colorazione. Tracce di ocra rossa si trovano anche all’interno dei vasi di terracotta neolitici, su pestelli in pietra usati per triturarla e sulle pintaderas, gli stampini usati per imprimere disegni e tatuaggi su tessuti e pelle. Questo blocco di ocra e il macinello in pietra risalgono al Neolitico, oltre 6000 anni fa.

Palco d'alce

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Palco d'alce

Tipologia:

Resti di fauna

Tecnica e misure:

Corno

Descrizione:

Il grande palco d’alce, oggi esposto al primo piano del museo, è stato scoperto in un’area di sepoltura all’interno della Caverna delle Arene Candide accanto alla sepoltura di un ragazzo vissuto nel Paleolitico. Qui, in due fasi diverse, vennero sepolti una ventina di individui vissuti in Liguria alla fine dell’era glaciale, 12.000-11.000 anni fa circa.  Il palco di alce, per la sua vicinanza all’area sepolcrale, doveva avere un significato rituale. Ancora oggi questo animale, che vive nelle regioni sub-artiche, è simbolo di coraggio e potenza presso alcune culture tradizionali.

Vasi a bocca quadrata neolitici

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Vasi a bocca quadrata

Tipologia:

Manufatti

Tecnica e misure:

Terracotta

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Descrizione:

I vasi dalla tipica imboccatura quadrata vengono realizzati dagli agricoltori e allevatori neolitici circa 6000 anni fa e dalla loro forma prende il nome la Cultura dei Vasi a Bocca Quadrata, presente in buona parte dell’Italia Settentrionale (Liguria, Piemonte, Emilia, Trentino, Veneto). Il repertorio comprende tazze, scodelle e fiaschi decorati con tre diversi stili: geometrico-lineare, meandro-spiralico, a incisioni e impressioni. Alcuni sono esposti al piano terra e al primo piano del museo e sono stati scoperti in numerose grotte del Finalese.

Statuina neolitica AC

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Statuina neolitica

Tipologia:

Scultura

Tecnica e misure:

Terracotta

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Descrizione:

Questa statuina femminile, scoperta nella Caverna delle Arene Candide risale al Neolitico, manca della parte inferiore, ha il torso appiattito e seni piccoli.  La testa è compressa e allargata con due fori per gli occhi. Queste statuine in terracotta realizzate dagli agricoltori e allevatori neolitici sono state ritrovate anche in Liguria così come in diverse regioni del bacino del Mediterraneo e dell'Europa continentale. 

Le statuine femminili sono spesso a tutto tondo, con gambe e seni accentuati e viso poco dettagliato. Diversi esemplari di questo tipo provengono dalla caverna delle Arene Candide. In alcuni casi sono presenti anche tracce di colore, ad esempio per realizzare la capigliatura.

Gli studiosi ricollegano questi oggetti all'idea della dea madre e alla rinascita della vita vegetale legata alle attività agricole.

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