Il primo libro mastro di San Giorgio

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Il primo libro mastro di San Giorgio

Tipologia:

Registro manoscritto

Tecnica e misure:

Registro cartaceo, mm 315 x 230, cc. 142

La Casa delle Compere e dei Banchi di San Giorgio è forse l’istituzione genovese più conosciuta a livello mondiale: tra il 1407 e il 1805 ha combinato alcune prerogative proprie dello stato (debito pubblico, fiscalità, sovranità territoriale) con l’esercizio di un’attività finanziaria iniziata nel 1408. San Giorgio è diventato così il primo esempio di banca pubblica in Europa, con funzionari assunti tramite concorso che effettuavano operazioni di deposito, giro e credito amministrando i conti correnti dei genovesi. L’archivio conserva perciò documentazione relativa a tassazione, gestione di possessi territoriali come la Corsica o Sarzana, registrazioni doganali e conti correnti, testimoniando l’estrema varietà di competenze assunte nel tempo da questa istituzione. Nell’attività bancaria, i libri mastri registrano le transazioni dei clienti a mano a mano che questi si presentano davanti allo scriba per disporre del proprio denaro. Le operazioni sono registrate in partita doppia: un sistema contabile che vede a Genova il più antico utilizzo noto nella contabilità pubblica, con il primo registro della massaria dell’Antico Comune del 1340.

 

Liber Gazarie

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Liber Gazarie

Tipologia:

Manoscritto

Tecnica e misure:

Manoscritto pergamenaceo, mm 350x250, cc. 74

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Nel 1313 viene istituita la magistratura straordinaria degli "Otto saggi preposti alle questioni del Mar Nero, della Gazaria (= Crimea) e della Persia e della navigazione oltre la Sicilia", o più semplicemente Officium Gazarie, con il compito di legiferare e mantenere il controllo giudiziario sulla navigazione per l'Oriente e il mar Nero, il Mediterraneo occidentale e l'Atlantico e di provvedere all'organizzazione degli insediamenti commerciali in Crimea. Le norme emanate dalla magistratura vengono riunite dal doge Simone Boccanegra nel 1340 in un unico corpus, facendone  un vero e proprio codice internazionale di navigazione. Esso stabilisce misure, capacità di carico (bordo libero), armamento di bordo, equipaggio delle imbarcazioni; obblighi del capitano; disposizioni sulla navigazione in carovana lungo le rotte d’Oriente e d’Occidente; norme per l’organizzazione e il governo delle colonie nell’Egeo e nel mar Nero. Il manoscritto reca il testo a piena pagina e le rubriche in rosso ed è perfettamente conservata la legatura coeva in cuoio e piatti di legno.

Lettera dell'Imperatore bizantino Alessio III Angelo Comneno ai genovesi

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Lettera dell'Imperatore bizantino Alessio III Angelo Comneno ai genovesi

Tipologia:

Documento Manoscritto

Tecnica e misure:

Documento cartaceo, mm 350 x 265

L’Archivio di Stato di Genova è rimasto l’unico archivio al mondo a conservare documenti originali bizantini del XII secolo. La seconda metà del secolo è particolarmente turbolenta per i rapporti tra Genova e Bisanzio. Incursioni e saccheggi colpiscono a più riprese l’embolo di Santa Croce, il quartiere di insediamento dei genovesi a Costantinopoli, così come gli altri insediamenti latini in città. I genovesi rispondono con le scorrerie del pirata Gafforio e di altri corsari contro le coste e le isole dell’Egeo. Nel 1199, l’imperatore Alessio III Angelo Comneno invia questo basilikòn (“scritto regale”) per riprendere i rapporti diplomatici. Questo tipo di lettera è il principale strumento utilizzato dalla cancelleria bizantina per la cura delle relazioni internazionali con l’Occidente. Tra il testo greco e la sua traduzione latina l’imperatore apponeva di propria mano e con l’inchiostro rosso, ottenuto con il cinabro e il cui utilizzo era riservato a lui solo, la data (menologio) che valeva come sottoscrizione. A seguito di questo gesto dell’imperatore bizantino, l’ambasciatore Nicolò Medico otterrà nel 1201 l’assegnazione di un nuovo quartiere ai genovesi.

 

Il Documento Maiorchino

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Il Documento Maiorchino

Tipologia:

documento manoscritto

Tecnica e misure:

documento pergamenaceo, mm 855 x 615

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La spedizione contro Almeria e Tortosa del 1147-1148 si rivela estremamente dispendiosa per i genovesi, tanto da provocare una grave crisi finanziaria. Già dal 1149 si cerca un riavvicinamento con i regni islamici del Mediterraneo occidentale, in particolare con l’emiro Abū-Abd-Allah Muhammad ibn Said ben Mardanish, chiamato nelle fonti latine Re Lupo. Nel 1188 l’ambasciatore Nicola Leccanozze stipula con Abd-Allah, figlio e successore di Re Lupo, un accordo ventennale a forte contenuto commerciale. A fronte dell’impegno a non recare danno alle terre del sovrano, a non prestare assistenza ai suoi nemici e a difendere i suoi sudditi per terra e per mare, i genovesi ottengono la promessa di protezione dei territori sotto la loro giurisdizione, l’esenzione dai dazi, la tutela delle navi anche in caso di naufragio, la concessione ovunque vorranno di un fondaco, un forno, l’accesso a un bagno una volta la settimana e una chiesa per la celebrazione dei loro riti. I privilegi del 1181 e 1188 conservati nell’Archivio di Stato di Genova sono gli unici rimasti tra quelli emanati dalla dinastia dei Banū Gāniya. Il testo arabo è interlineato dalla traduzione latina e testimonia così l’incontro delle due diplomazie nel variegato panorama culturale del Mediterraneo medievale.

Libri Iurium, Duplicatum

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Libri Iurium, Duplicatum

Tipologia:

Manoscritto

Tecnica e misure:

Codice pergamenaceo, mm 475 x 315, cc. 474

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Fin dal 1146 abbiamo notizia di un registrum Comunis, nel quale vengono trascritti gli atti più importanti per l’amministrazione, la politica e i commerci di Genova. L’esistenza di un corpus della documentazione di maggior interesse per il Comune di Genova è testimoniata già in un lodo consolare del 1146. In epoca successiva è attestata la redazione di altre raccolte, come il corpus della documentazione relativa alle relazioni estere realizzato nel 1229 su impulaso del podestà bolognese Iacopo Baldovini, giurista. Di queste più antiche compilazioni, oggi perdute, viene fatta copia a partire dal 1253 con il registro Vetustior; la stesura dei 9 codici dei Libri Iurium prosegue fino al XVII secolo. I volumi sono di grandi dimensioni e di particolare pregio, a dimostrazione dell’importanza che si attribuisce alla raccolta. Duplicatum, assieme al Liber A, oggi conservato dalla Biblioteca Universitaria di Genova, rappresenta la raccolta più ricca. In questa pagina viene trascritta l’iscrizione in lettere d’oro che i genovesi fecero porre nel 1105 sull’architrave dell’altare del Santo Sepolcro di Gerusalemme, elencando i privilegi ricevuti in Terrasanta dopo la prima crociata.

Cartolare di Giovanni Scriba

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Cartolare di Giovanni Scriba

Tipologia:

Manoscritto

Tecnica e misure:

Manoscritto cartaceo, mm 290 x 220, cc. 196

Il registro di Giovanni Scriba è non soltanto il più antico registro notarile esistente, ma anche il più antico codice cartaceo dell’Europa occidentale. Esso rappresenta la testimonianza delle attività e della quotidianità degli abitanti di una città mercantile, Genova, che andava aprendosi sempre più al Mediterraneo. Non per caso, alcuni fogli sciolti allegati sono di fabbricazione araba e recano un testo forse redatto dalla cancelleria egiziana, secondo l’ipotesi di Michele Amari. Il manoscritto apre la lunga serie dei notai, che conta ben 7 cartolari del XII secolo, 150 registri duecenteschi, 420 del XIV secolo e oltre mille filze quattrocentesche, per un totale di 1630 unità archivistiche notarili per il periodo medievale.

Demone Balrog

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Balrog

Tipologia:

Statua

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I Balrogs sono creature di Arda, l'universo immaginario fantasy creato dallo scrittore inglese J.R.R. Tolkien. Si tratta di Maiar sedotti da Morgoth, il Principio del Male e primo Oscuro Signore della Terra di Mezzo. Al pari di Sauron, erano i suoi servitori più potenti. In lingua sindarin, Balrog significa letteralmente "demone di potenza", mentre in quenya essi sono chiamati Valaraukar, dal medesimo significato. Compaiono in "Lord of the Rings".

L'astronave Millennium Falcon di Ian Solo e Chewbecca

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Millennium Falcon

Tipologia:

Modello astronave

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Il modello riproduce l'astronave, il Millennium Falcon che, pilotata da Harrison Ford "Ian Solo" e dal suo co-pilota il wookie Chewbecca, è protagonista della saga "Guerre stellari – Star Wars", la trilogia ideata dal regista George Lucas. Il primo film è stato “Guerre Stellari - Episodio IV . Una nuova speranza” (1977). Gli altri due titoli della prima trilogia sono: “L'Impero colpisce ancora” (1980) e “Il ritorno dello Jedi! (1983).  Nel 1999 Lucas girò una trilogia di prequel, vale a dire la storia di quanto successo prima del primo episodio della trilogia originale. I titoli sono “La minaccia fantasma” (1999), “L'attacco dei cloni” (2002) e “La vendetta dei Sith” (2005). The Walt Disney Company  nel 2012 ha comprato i diritti di tutta la serie e avviato la produzione di una nuova trilogia. Questa volta si realizza il sequel, cioè quello che avviene dopo l’ultimo episodio della trilogia originale del 1977. Ed ecco i titoli: Il risveglio della Forza (2015), Gli ultimi Jedi (2017) e L'ascesa di Skywalker (2019). In questa ultima serie si è poi inserita l’Anthology con due film spinoff: Rogue One: A Star Wars Story (2016) e Solo: A Star Wars Story (2018). Oggi l’universo Star Wars è infinito proprio come quello in cui è ambientata la saga: ci sono diversi spin-off, serie televisive, fumetti, videogiochi. Siamo di fronte non solo a un film che ha appassionato, ma un fenomeno culturale che ha interessato diverse generazioni e che continua ad appassionare grandi e piccoli, dal 1977 a oggi.

 

Curiosità - Quando Luke Skywalker si lancia nel vuoto per salvarsi da Darth Fener, ne "L'Impero colpisce ancora" del 1980, in realtà non urla. Nel 1997, nella versione rimasterizzata, hanno aggiunto il grido. Un’idea che a molti fan non è piaciuta: non gridare sottolineava un’intenzione forte di andare incontro alla morte, smorzata con l’introduzione del grido. Messaggio ricevuto: nelle edizioni successive l’urlo fu rimosso. A oggi, quindi, questo dettaglio è rimasto solo nella versione del 1997. 

 

 

Billy il Pupazzo del film Saw - L'enigmista

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Billy il Pupazzo

Tipologia:

statua

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Fedele riproduzione del pupazzo Billy di "Saw l'enigmista": inquietante tanto quello vero, con annesso il triciclo rosso. Il film è stato portato sul Grande Schermo da James Wan diciassette anni fa, Saw - L'enigmista” è uno dei film horror che ha generato più sequel: è in arrivo il nono film (“Spiral, l’eredità di Saw”) e si sta già lavorando a una decima pellicola. Tra trabocchetti, torture e inganni machiavellici, e tanto, tanto sangue, l’enigmista chiamato JigSaw, alias di John Kramer, infligge tremende punizioni a chi, secondo lui, non ha saputo apprezzare il dono della vita. La trama originale del primo film colpì a tal punto il pubblico da decretarne un grandissimo successo. JigSaw, per recapitare i messaggi alle sue malcapitate vittime sul gioco che avrebbero dovuto fare, si serviva del pupazzo Billy. 

Curiosità - Saw contiene alcuni riferimenti ai film del maestro italiano dell’horror, Dario Argento: il pupazzo Billy è ispirato infatti al terrificante bambolotto del film “Profondo Rosso”. Inoltre, i guanti neri dell’Enigmista Killer sono una delle firme di Argento, che li ha inclusi in quasi tutti i suoi film.

 

 

Spiderman, l'Uomo Ragno

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Spiderman

Tipologia:

Statua

Tecnica e misure:

2 m

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Il film Spider-Man è ispirato all’omonimo fumetto della Marvel, nato dalla creatività di Stan Lee e Steve Ditko. Considerato tra i migliori del genere dei super eroi, quello girato da Sam Raimi nel 2002 fu il terzo film per record d’incassi. Per questo seguirono altri sequel, nel 2004 e nel 2007. La Columbia pictures nel 2021 produsse “The amazing Spiderman”, una rivisitazione dei film precedenti, slegata dalla trilogia originale.

Curiosità - Wolverine e Spider-Man insieme sul grande schermo. Sogno o realtà? Ci siamo andati vicini: durante la produzione del film i due eroi avrebbero dovuto comparire insieme in una scena. Lo confermò lo stesso Hugh Jackman in un’intervista: “Era in programma un cameo, ma non se ne fece più nulla”. Che peccato!

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