Maggio - La passeggiata nel viale

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Jan Wildens (Anversa, 1585 circa - 1653)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 122,5 x 192 x 2,8 cm

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Scena d’ osteria

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Abraham Teniers (Anversa, 1629-1670)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, cm. 25,5 x 34

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Uomo che si accende una pipa in osteria

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Abraham Teniers (Anversa, 1629-1670)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, cm. 24 x 34,5

Paesaggio invernale con pattinatori e slitte

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Hendrick Avercamp (Amsterdam, 1585 - Kampen, 1634)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, cm. 22 (diametro)

Paesaggio invernale con pattinatori e giocatori di hockey

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Hendrick Avercamp (Amsterdam, 1585 - Kampen, 1634)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, cm. 22 (diametro)

Aprile - Primavera in un giardino all’italiana (1614)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Jan Wildens (Anversa, 1585 circa - 1653)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 123 x 191

Il dipinto fa parte di una serie di dodici tele del pittore fiammingo Jan Wildens che illustrano i mesi dell’anno in rapporto alle varie attività umane, agricole, del lavoro e dello svago caratterizzanti le differenti stagioni. L’intero ciclo, documentato per la prima volta a Palazzo Rosso alla fine del XVIII secolo, quando era ancora attribuito a GotfriedWaals, nel corso dell’Ottocento fu diviso nelle diverse residenze Brignole - Sale per poi pervenire alle collezioni civiche – a due riprese e incompleto – per mezzo della donazione e del legato della duchessa di Galliera: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto e Settembre furono infatti destinati a Palazzo Rosso, mentre Gennaio, Aprile e Novembre a Palazzo Bianco. Riuniti
in un’unica sede espositiva, mancano a completare la serie originaria i mesi di Marzo e Ottobre, rimasti nell’antica villa Brignole - Sale del sobborgo genovese di Albaro, ora sede di una congregazione religiosa, Dicembre, identificato in una tela di collezione privata, e Febbraio, attualmente disperso.
Il soggetto, tipico della tradizione iconografica fiamminga, ebbe grande diffusione a Genova dove, molto probabilmente, si trattenne lo stesso Wildens nel corso del suo soggiorno italiano, protrattosi dal 1613 al 1616; il ciclo è datato al 1614, in considerazione del fatto che almeno tre delle tele di questa serie riportano proprio
questa data.
Lo scenario di Aprile si presenta affatto diverso, più aulico, ambientato in una dimora di villa con logge rinascimentali – cui non sono esenti suggestioni genovesi nella pavimentazione a quadri bianchi e neri – e giardino all’italiana con le aiuole fiorite di narcisi, calendule e tulipani gialli, rossi e screziati. L’ariosa composizione è popolata dai giardinieri intenti nel loro lavori e da gentildonne e gentiluomini che si dilettano nel luminoso paesaggio mattutino.
 

Gennaio - Pattinatori sul ghiaccio

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Titolo dell'opera:

Gennaio. Pattinatori sul ghiaccio

Acquisizione:

Maria Brignole-Sale De Ferrari 1889 Genova - legato

Autore:

Wildens, Jan

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1614 - 1615 - sec. XVII

Inventario:

PB 93

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 120; Larghezza: 193; Profondità: 2,5

Tecnica:

olio su tela

Descrizione:

Il dipinto fa parte di una serie di dodici tele del pittore anversano Jan Wildens che illustra i mesi dell’anno in rapporto alle varie attività umane, agricole, del lavoro e dello svago che caratterizzano le differenti stagioni, un soggetto tipico della tradizione iconografica fiamminga che ebbe grande diffusione a Genova. L’intero ciclo, documentato per la prima volta a Palazzo Rosso alla fine del XVIII secolo, quando era ancora attribuito a Gottfried Waals, fu diviso nel corso dell’Ottocento nelle diverse residenze Brignole-Sale per poi pervenire alle collezioni civiche - a due riprese e incompleto - per mezzo della donazione e del legato della duchessa di Galleria: Maggio, Giugno, Luglio, Agosto e Settembre furono destinati a Palazzo Rosso mentre Gennaio, Aprile e Novembre a Palazzo Bianco. Riuniti in un’unica sede espositiva, mancano a completare la serie originaria i mesi di "Marzo" e "Ottobre", rimasti nell’antica villa suburbana dei Brignole-Sale, mentre "Dicembre" è stato identificato in una tela di collezione privata e "Febbraio" risulta attualmente disperso. La serie, datata 1614 sulla base del fatto che questa data compare in tre dei dipinti che la compongono, è molto probabilmente stata realizzata a Genova, dove si trattenne lo stesso Wildens nel corso del suo soggiorno italiano, protrattosi dal 1613 al 1616. L’attività del pittore in questa città sarebbe infatti implicitamente provata da diversi elementi, tra cui, la presenza di sue tele in inventari genovesi di primo Seicento (Boccardo 2006) e i precisi riferimenti al paesaggio cittadino, come nel caso del mese di Novembre, appartenente a questa serie, in cui si riconosce il tratto di costa che va dalla chiesa di San Nazaro al promontorio di San Benigno (Di Fabio 1997, p. 87) o all’architettura locale, come nell’Aprile di collezione privata dove è raffigurata sulla collina di sfondo una villa di evidente impronta alessiana (Orlando in I fiori del barocco 2006, n. 43, p. 112). Besta in Musei di Strada Nuova 2010, p. 64 Dipinto a olio raffigurante pattinatori sul fiume ghiacciato.

Paesaggio con conigli (1641-1642)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Albert Cuyp (Dordrecht, 1620-1691)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, 44 x 67 cm.

Figlio e probabilmente allievo di Jacob Gerritsz Cuyp, Aelbert è l’esponente più celebre di una famiglia di pittori originari di Dordrecht, in Olanda, paese dove visse tutta la sua vita. I suoi lavori giovanili risentono dell’influenza di Jan van Goyen, cui in passato è stato attribuito questo dipinto, databile intorno al 1641-1642, proveniente dalla quadreria Brignole - Sale di Palazzo Rosso dove è documentato a partire dal 1684 come “paese con conigli in tavola bellissimo”.
Cuyp, noto prevalentemente per le sue vedute pastorali, dipinse in realtà molti altri soggetti tra cui ritratti, scene bibliche e maestosi panorami dei porti olandesi, in una personale sintesi di effetti di luce “italiani” e di paesaggismo nordico. L’artista fu oggetto di una vera e propria riscoperta da parte dei collezionisti e degli artisti inglesi del XVIII secolo, motivo per cui la sua produzione è oggi meglio rappresentata nelle collezioni britanniche, pubbliche e private, piuttosto che nei musei olandesi. Le sue opere migliori, in genere paesaggi con fiumi o con placide mucche aulicamente raffigurate, mostrano un magistrale trattamento della luce e degli effetti atmosferici favorendo, in genere, quelli della prima mattina o del crepuscolo, che creano ambienti permeati da grande serenità.
In questo paesaggio si possono pienamente cogliere i tratti distintivi del suo personalissimo linguaggio, riconoscibili nella scelta di una prospettiva ribassata che, invertendo la consueta scala dimensionale, ingigantisce la famiglia di conigli in primo piano. Questi ultimi risultano quindi i veri protagonisti della raffigurazione rispetto alle minuscole figure umane che si trovano sullo sfondo pervaso da una calda luce dorata.
 

Madonna della Pappa (1510-1515)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Gerard David (Oudewater, 1455 circa - Bruges, 1523)

Tecnica e misure:

Olio su tavola, cm. 41 x 32

Trasferitosi a Bruges dai Paesi Bassi settentrionali nel 1484, sullo scorcio del XV secolo Gerard David ereditò da Memling il ruolo di indiscusso protagonista della scena pittorica locale dipingendo sia opere monumentali per le più importanti istituzioni religiose e secolari sia ritratti e dipinti devozionali di carattere privato venduti in parte sul libero mercato.
A quest’ultimo genere sono riconducibili le almeno sette differenti versioni raffiguranti la Madonna della pappa – tra le quali la tavola conservata all’Aurora Trust di New York, considerata l’esemplare più antico e di più alta qualità pittorica –, che condividono lo stesso cartone o modello, sostanzialmente riconoscibile in tutte le repliche, eseguite con maggiore o minore partecipazione della bottega.
Nella composizione, databile al 1510-1515, sono stati riconosciuti influssi di impronta lombarda probabilmente derivati da esemplari di Madonna col Bambino risalenti a un prototipo leonardesco di cui esistono diverse varianti realizzate da artisti italiani e nordici, da Bernardino de’ Conti al lombardo Ambrogio Benzone o Ambrosius Benson, che nel 1519 entrò peraltro nella bottega di David a Bruges. Nell’interpretazione di questo soggetto, ambientata in un interno domestico e intimo, sembrano comunque prevalere le componenti fiamminghe della raffigurazione ravvisabili sia nel paesaggio che si apre all’orizzonte sia nella descrizione minuta degli oggetti in primo piano: il pane, la ciotola con il latte, il coltello e la mela che paiono rispettivamente alludere a un preciso messaggio di contenuto eucaristico; in questo modo le cose quotidiane acquistano anche un significato altro e il pane e il latte della pappa diventano simbolo dell’Eucarestia di Cristo mentre il coltello ne prefigura la Passione.
 

Ritratto di un giovane veneziano

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Titolo dell'opera:

Ritratto di giovane

Acquisizione:

Brignole-Sale De Ferrari Maria 1874 Genova - donazione

Autore:

Dürer, Albrecht

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1506 - 1506 - XVI

Inventario:

PR 47

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 46; Larghezza: 35

Tecnica:

olio su tavola

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Descrizione:

Il dipinto, siglato e datato da Durer, fu eseguito durante il suo secondo viaggio a Venezia (1505-1506). Tutte le opere di questo periodo erano in rapporto con il fondaco dei tedeschi ed, in particolare, con i Fugger, importante famiglia mercantile. Per tale motivo si è ipotizzato (Garas, 1972) che il giovane del ritratto sia da identificarsi con Christof Fugger. Intorno al 1508 l'opera fu nella raccolta di Gabriele Vendramin nel suo "camerino delle anticaglie" a santa fosca, ma non si è a conoscenza dei passaggi fino a questa sede. Il dipinto non è, peraltro, menzionato nell' inventario della collezione steso da marcantonio Michiel nel 1530. Dopo la morte di Gabriele Vendramin (1610), la raccolta andò ad andrea e poi al pittore Nicolas Regnier. Alla morte di quest'ultimo (1666) il dipinto fu acquistato da Giuseppe Maria Durazzo; in seguito fu ereditato da sua figlia Maria Durazzo, moglie di Giovanni Francesco II Brignole-Sale. Boccardo (Albrecht Durer 1471-1528. Capolavori a bulino, 2019, pp. 14-15) smentisce l'identificazione del ritrattato con Christopher Fugger, suggerendo che vi si possa invece riconoscere, in via dubitativa, il celebre pittore Giorgione, a noi noto attraverso l'autoritratto conservato all'Herzog Anton Urlich Museum di Braunschweig. Il dipinto rappresenta un ritratto in primo piano di un giovane.

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