Santa Francesca Romana

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Giovanni Antonio Galli, detto Lo Spadarino (Roma, 1580 - post 1650)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 49 x 67

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Le lacrime di San Pietro

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Giovanni Battista Beinaschi (Fassano, 1636 - Napoli, 1688)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 91 x 78

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Cristo Risorto

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Giovanni Lanfranco (Parma, 1582 - Roma, 1647)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 48 x 38

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San Rocco guarisce gli appestati

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Alessandro Mattia da Farnese (Farnese, 1635 - post 1679)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 78 x 55

Madonna col Bambino dormiente (1621-1624)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Orazio Gentileschi (Pisa, 1563 - Londra, 1639)

Tecnica e misure:

Olio su rame, 30,8 x 23,4 cm

Orazio Gentileschi, fratello del pittore Aurelio Lomi e padre di Artemisia, arriva a Genova nel 1621 su invito di Gio. Antonio Sauli, aristocratico committente per il quale – nell’arco del suo soggiorno protrattosi fino al 1624 – realizza almeno tre dipinti (una Maddalena penitente, ora in collezione privata; una Danae, New York, Richard L. Feigen, e Lot e le figlie, Los Angeles, The J. Paul Getty Museum), considerati tra i più belli e stilisticamente maturi della sua opera, “e tavole di molta esquisitezza”, come riportato dallo storiografo Raffaele Soprani nel 1674. La provenienza di questo prezioso rame da quella stessa famiglia Sauli è documentata da una scritta autografa della duchessa di Galliera sul pannello di fondo della cornice, che recita: “Questo quadro mi è stato regalato oggi 18 aprile 1867 dalla mia cara nipote Maria Sauli, in memoria della defunta madre di essa, mia amatissima cognata Marina De Ferrari Sauli mancata à vivi il 18 marzo di quest’anno. Brig[no]le D[e] F[errari] di Galliera”.
Proprio per il suo carattere di oggetto di devozione privata, il dipinto non era stato compreso nella donazione di Palazzo Rosso del 1874 ma solo tra i beni che, con legato testamentario, arrivarono nelle collezioni nel 1889. Fino ad anni recenti collocato nelle cosiddette “stanze riservate” dei Brignole - Sale, destinate ai ricordi famigliari non accessibili al pubblico, è stato riscoperto dalla critica che ne ha riconosciuto l’autografia mettendolo in rapporto con l’identico rame di Burghley House a Stamford.
La qualità dell’opera è, infatti, altissima e al realismo e alla semplicità della scena raffigurata – la Madonna seduta su un gradino all’aperto che regge il Bambino addormentato tra le sue braccia –, si contrappone la preziosità della cromia, giocata sugli effetti di cangiantismo delle tinte fredde del blu scuro del manto e di quelle giallo oro della veste, i cui effetti di luminosità sono sapientemente accentuati da una preparazione bianca e dallo stesso materiale del supporto, il rame, che restituisce ed esalta la lucentezza dei colori.

Ritratto di Georg Wrangel

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ritratto di Georg Wrangel

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 131 x 97

Ritratto di Anna Pieri Brignole-Sale

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Anton Von Maron (Vienna, 1733 - Roma, 1808)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 133 x 97 cm

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La dama raffigurata in questo ritratto di Anton von Maron, pittore viennese allievo di Mengs, è la moglie di Anton Giulio II Brignole - Sale, Anna Pieri Brignole, vivace e colta esponente del patriziato senese, sposa dell’aristocratico genovese nel 1786. Trasferitasi a Genova in un nuovo appartamento all’ultimo piano di Palazzo Rosso (oggi chiuso al pubblico in attesa di restauro), la nobildonna senese ospiterà nel suo salotto gli intellettuali illuministi del tempo. Spesso a Parigi, Anna Pieri sarà ammessa come dama di palazzo alla corte di Maria Luisa d’Austria, seconda moglie di Napoleone, ottenendo da Bonaparte il titolo di contessa e per i figli prestigiose cariche. Von Maron, conosciuto per essere stato il ritrattista ufficiale della corte austriaca, eseguì il dipinto, caratterizzato da un’evidente sensibilità tardo-settecentesca e da uno stile aggraziato e prezioso, durante un soggiorno genovese della dama nel 1792.

Maria Brignole-Sale De Ferrari, Duchessa di Galliera con il figlio Filippo

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Titolo dell'opera:

Ritratto di Maria Brignole Sale con il figlio Filippo

Acquisizione:

Brignole-Sale De Ferrari Maria 1889 Genova - donazione

Autore:

Cogniet, Léon

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1856 - 1856 - XIX

Inventario:

PB 12

Tecnica:

olio su tela

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Descrizione:

Maria Brignole-Sale De Ferrari, duchessa di Galliera, fu uno dei personaggi più munifici per la città. Ultima discendente della nobile casata dei Brignole-Sale, ella trascorse gran parte della vita a Parigi, dove il marito, Raffaele De Ferrari, uomo di finanza tra i più abili, fortunati e ricchi del suo tempo, svolgeva la sua attività. Dopo la sua morte, essendo in possesso di un immenso patrimonio e non avendo di fatto eredi, dal momento che l’unico figlio che le sopravvisse, il secondogenito Filippo, rinunciò al cognome e, con esso, all’eredità familiare, la duchessa si dedicò a grandi opere di beneficenza fondando asili, ospedali (l’ospedale Galliera è ancor oggi il secondo di Genova) e orfanotrofi, sia in Francia che a Genova. Nel 1874 fece dono al Comune di Genova di Palazzo Rosso, la dimora avita dei Brignole-Sale, con le collezioni d’arte che esso conteneva, a perenne testimonianza della magnificenza della famiglia; a questo atto seguirà il legato testamentario (1889) che concederà alla città anche Palazzo Bianco e un’altra ricca collezione di dipinti e sculture. Léon Cogniet, ritrattista estremamente affermato in Francia in quegli anni per la sua capacità di evocare l’intima personalità del modello, la ritrae nella sua prestigiosa dimora parigina, l’Hôtel de Matignon, oggi residenza ufficiale del Primo ministro francese, mentre tiene in grembo, appoggiato sulla antica Bibbia Brignole, il suo secondogenito, Filippo. Quasi noncurante di lui, Maria volge uno sguardo carico di malinconia verso il busto di marmo che si scorge riflesso nello specchio in fondo alla parete; esso raffigura Andrea, il primogenito, morto quattordicenne, cui pure la rosa posta sull’inginocchiatoio allude, come segno di tenero fiore, destinato a perire. Il dipinto raffigura la Duchessa di Galliera con il figlio, entrambi su di un divano; il bambino è posto a sinistra del quadro e si sorregge sulle braccia, che pone sopra un libro aperto sulle ginocchia della madre. Sulla destra è dipinto un inginocchiatoio con due angeli cariatidi, poco più in alto si intravede un busto in marmo. Alle spalle dei due un grosso specchio riflette la scena di un paesaggio boscoso; ai piedi della donna troviamo un tappetto persiano e una pelle di leopardo; sopra un cuscino vicino è disegnato un piccolo cane.

Rigaud_PR10_Gio. Francesco II Brignole Sale (foto Visconti 2011)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Hyacinthe Rigaud (Perpignan, 1659 - Parigi, 1743)

Tecnica e misure:

Olio su tela, 101,5 X 80 cm

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Questa aulica e raffinata immagine è stata realizzata nel 1739 da Rigaud, ritrattista ufficiale del re di Francia Luigi XV, in occasione del soggiorno a Parigi di Gio. Francesco II Brignole - Sale in qualità d’ambasciatore della Repubblica di Genova. L’artista, a partire dall’ultimo decennio del Seicento, aveva iniziato a lavorare come ritrattista esclusivamente per la corte del Re Sole, elaborando un modello di ritratto ufficiale vivace e insieme solenne nel taglio e nella composizione, a mezza figura o a figura intera, sullo sfondo di modelli architettonici e paesistici.
Nella sua opera appare evidente una attenta riflessione sui modelli di Anton van Dyck, rielaborati però in impianti di maggior rigidezza e austerità.
Il ritratto di Palazzo Rosso – il cui pendant raffigurante Battina Raggi, moglie di Gio. Francesco II, non fu eseguito dal vivo, ma in effige – è stato realizzato per soddisfare un evidente intento autocelebrativo da parte del committente, che desidera perpetuare la memoria di sé e della sua nobile famiglia.
Il gentiluomo è stato ritratto di tre quarti e indossa, sopra la corazza da parata, un manto di prezioso velluto dai freddi toni viola-rosati su cui la luce riflessa crea effetti di raffinato cangiantismo. Sullo sfondo si vede un lussureggiante paesaggio e a destra una colonna di candido marmo, elemento spesso presente anche nei ritratti di Van Dyck, con una precisa connotazione simbolica: rimanda, infatti, pur genericamente a un lussuoso palazzo gentilizio divenendo allusione al potere e alla ricchezza del protagonista.
 

Rigaud. Francesco II Brignole Sale (foto Visconti 2011)

Ritratto di Ridolfo Brignole-Sale

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Giovanni Battista Chiappe (Novi Ligure, 1722–1766)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 260 x 176

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