Ritratto di un giovane veneziano

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Titolo dell'opera:

Ritratto di giovane

Acquisizione:

Brignole-Sale De Ferrari Maria 1874 Genova - donazione

Autore:

Dürer, Albrecht

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1506 - 1506 - XVI

Inventario:

PR 47

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 46; Larghezza: 35

Tecnica:

olio su tavola

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Descrizione:

Il dipinto, siglato e datato da Durer, fu eseguito durante il suo secondo viaggio a Venezia (1505-1506). Tutte le opere di questo periodo erano in rapporto con il fondaco dei tedeschi ed, in particolare, con i Fugger, importante famiglia mercantile. Per tale motivo si è ipotizzato (Garas, 1972) che il giovane del ritratto sia da identificarsi con Christof Fugger. Intorno al 1508 l'opera fu nella raccolta di Gabriele Vendramin nel suo "camerino delle anticaglie" a santa fosca, ma non si è a conoscenza dei passaggi fino a questa sede. Il dipinto non è, peraltro, menzionato nell' inventario della collezione steso da marcantonio Michiel nel 1530. Dopo la morte di Gabriele Vendramin (1610), la raccolta andò ad andrea e poi al pittore Nicolas Regnier. Alla morte di quest'ultimo (1666) il dipinto fu acquistato da Giuseppe Maria Durazzo; in seguito fu ereditato da sua figlia Maria Durazzo, moglie di Giovanni Francesco II Brignole-Sale. Boccardo (Albrecht Durer 1471-1528. Capolavori a bulino, 2019, pp. 14-15) smentisce l'identificazione del ritrattato con Christopher Fugger, suggerendo che vi si possa invece riconoscere, in via dubitativa, il celebre pittore Giorgione, a noi noto attraverso l'autoritratto conservato all'Herzog Anton Urlich Museum di Braunschweig. Il dipinto rappresenta un ritratto in primo piano di un giovane.

Orologio notturno (Databile 1655 - 1665)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Giacinto Brandi (Roma, 1621–1691)

Legno ebanizzato con intarsio di marmi e pietre policromi: diaspro di Sicilia, ametista, lapislazzolo, corniola, alabastro; bronzo dorato; mostra in rame dipinto. 
Databile 1655 - 1665.

Ritratto virile (un magistrato?)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ritratto virile (un magistrato?)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 155 x 131

Ritratto di dama con maschera

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Jacop Ferdinand Voet (Anversa, 1639 - Parigi, 1689)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 129 x 97

Riposo nella fuga in Egitto

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Carlo Maratta (Camerano, 1625 - Roma, 1713)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 120,5 x 95

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Noli me tangere

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Francesco Albani (Bologna, 1578-1660)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 32,5 x 41

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Madonna col Bambino (il Moretto)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Alessandro Bonvicino, detto il Moretto (Brescia, 1498-1554)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 63 x 69

Cristo nell’orto

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Carlo Dolci (Firenze, 1616 - 1686)

Tecnica e misure:

Olio su rame, cm. 40 x 30

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Questo piccolo dipinto su rame fu realizzato nel 1643. L’artista iniziò la sua carriera come ritrattista alla corte dei Medici per dedicarsi, in seguito, totalmente alla pittura devozionale. Il dipinto, autografo, rivela una chiara matrice penitenziale. Quando la duchessa di Galliera donò Palazzo Rosso al Comune nel 1874, volle trattenere il prezioso rame per sé, e lo portò nella sua residenza parigina.

Dedalo e Icaro (circa 1645)

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Andrea Sacchi (Nettuno, 1599 - Roma, 1661)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 147 x 117

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Andrea Sacchi, personalità di spicco nel panorama artistico della Roma seicentesca, allievo del Cavalier d’Arpino e di Albani, aderì da protagonista alla corrente classicista che si opponeva alla ridondanza del barocco allora imperante, considerandolo eccessivamente enfatico.
Il dipinto di Palazzo Rosso ben testimonia questo atteggiamento stilistico per cui le figure dei due uomini che occupano la composizione completamente, con composta imponenza, sono definite da una fonte luminosa che scolpisce le proporzioni ben calibrate dei loro corpi, così da richiamare la statuaria classica. Il dipinto si colloca, infatti, cronologicamente, intorno agli anni quaranta del Seicento, quando nell’opera del pittore si evidenzia quella tendenza classicista che lo opporrà polemicamente alla barocca esuberanza di Pietro da Cortona. Il soggetto, replicato più volte dall’artista, è tratto dalle Metamorfosi di Ovidio in cui Dedalo, padre di Icaro e creatore del labirinto dove venne imprigionato ilMinotauro, per fuggire dall’isola di Creta, indossa ali realizzate con penne e cera. L’iconografia di questo noto episodio più frequentemente propone il momento della caduta di Icaro da leggersi, secondo le versioni moralizzate del testo di Ovidio, come monito rivolto ai giovani che “per lo pazzo ardire loro cascano da altissimo honore in uno bassisimo disonore”. Qui, al contrario, Sacchi coglie un altro momento del mito, in cui il padre cerca di istruire il figlio sulla tecnica del volo e, con cura amorosa, con mani tremanti e con occhi umidi di lacrime, gli adatta le ali alle giovani spalle, mettendo in evidenza l’unione fra padre e figlio, volta a sollecitare un rapporto di affetto e guida.
La tela proviene probabilmente dalla collezione Barberini a Roma, dove è ricordata nel 1671.

Paesaggio della campagna romana

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Autore/ Manifattura/ Epoca:

Gaspard Dughet (Roma, 1615-1675)

Tecnica e misure:

Olio su tela, cm. 90 x 71

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