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Mosè Bianchi (Monza, 1840-1904)
olio su tela , cm 62
Proveniente dalla raccolta genovese degli eredi di Giuseppe Bertollo battuta all’asta presso la Galleria Scopinich di Milano nel maggio 1928 e inserito nel volume relativo alla collezione di Luigi Frugone stilato da Enrico Somarè nel 1936, il dipinto, firmato e datato 1874, affronta un piacevole soggetto femminile in termini neosettecenteschi, secondo modalità e suggestioni offerte all’artista forse dal soggiorno parigino del 1866, durante il quale ebbe occasione di conoscere l’opera di due virtuosi del pennello, Mariano Fortuny e Jean-Louis Meissonier.
Ne La pittrice l’intensità della luce che illumina la scena serve a far risaltare la preziosità quasi miniaturistica dei particolari, risolti in cromie smaltate con un approccio che richiama lo stile del pittore Giuseppe Bertini, maestro di Bianchi. Si conosce una versione probabilmente coeva ma di tono più abbozzato di questo quadro, appartenente a una collezione privata, nel quale sono state riconosciute le fattezze di Carolina Marignani, moglie dell’artista; al 1872 si riferisce invece un acquerello, già in una collezione privata milanese, considerato una prima idea per questa tela.
Il museo conserva altri due dipinti su tavola di Mosè Bianchi, appartenenti al legato di Lazzaro G.B. Frugone: Barca a Chioggia e Vecchia Milano, databili entrambi alla metà degli anni Ottanta.