Maschere teatrali

Le maschere teatrali giapponesi sono frutto dell’arte e del talento di scultori specializzati: piuttosto piccole e modellate in modo da ottenere svariati effetti espressivi sfruttando il gioco di luci e ombre, sono tratte da un unico pezzo di legno, solitamente di cipresso, dipinto con lacche e pitture policrome.

Il dramma teatrale classico del Giappone, chiamato Nō o nugen nō, ’spettacolo del sogno’, è una rappresentazione da palcoscenico consistente di recitazione e danza accompagnate da musica, che tratta temi tragici ed eroici e fa uso di costumi sfarzosi e maschere in legno scolpito e dipinto. La forma canonica del Nō praticata ancor oggi fu perfezionata da Kan’ami e da suo figlio Zeami Motokiyo (1363-1443) nei secoli XIV-XV, con il patrocinio dell’aristocrazia militare. Possiamo dividere le maschere Nō (nōmen) presenti nella collezione Chiossone in alcune categorie principali: Okina, tipo d’uomo anziano e venerabile; Kishin, orco oni o dèmone; , divinità in aspetto di vecchio; Onna, donna; Otoko, uomo e Onryo, fantasma o spirito.

Il Kyōgen è una farsa basata su dialoghi satirici o amorosi e costituisce l’interludio comico dei drammi Nō. Le maschere kyōgen, a differenza delle nōmen, presentano tratti ambigui e grotteschi (vetrina 12).

Il Bugaku, detto anche Gagaku, è una sintesi di musica e danze d’origine cinese introdotte in Giappone nel Periodo Nara (645-794), sviluppatesi e affermatesi durante la prima metà del successivo Periodo Heian (794-1185). Il Bugaku si diffuse e divenne molto popolare nel Periodo Muromachi (1392-1568): tipico soggetto è la maschera del Re Dragone del mare Ran Ryō-ō, che troviamo nella vetrina 13.

Museo d'Arte Orientale E. Chiossone

Maschera Nō di donna

Maschera Nō di donna

Museo d'Arte Orientale E. Chiossone

Maschera Nō di donna

Maschera Nō di donna