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Titolo dell'opera:

Servizio da caffè

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Servizio da caffè

Tipologia:

servizio da caffè

Epoca:

1933 - 1933 - XX

Inventario:

GD1994.71.1-17

Misure:

Unità di misura: UNR

Tecnica:

porcellana

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Descrizione:

Diplomato architetto all’Accademia di Brera nel 1923, Guido Andlovitz, assunto come consulente dalla Società Ceramica Italiana di Laveno, ne diviene direttore artistico nel 1927: incarico che manterrà per circa quarant’anni. Accanto alla produzione ceramica, si occupa anche della progettazione di arredi, come nel caso del boudoir presentato alla V Triennale di Milano del 1933, dove era esposta una versione interamente bianca di questo servizio, il cui marchio di fabbrica con la dicitura “Verbano-Laveno” indica che si trattava di “porcellana da tavola”. Servizio da caffè in porcellana composto da due tazze con piattino, teiera, lattiera e zuccheriera; i pezzi sono decorati con un motivo di linee rosse e nere.

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Titolo dell'opera:

Servizio da caffè “Barbara”

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Servizio da caffè “Barbara”

Tipologia:

servizio da caffè

Epoca:

1930 - 1930 - XX

Inventario:

MWJ111

Misure:

Unità di misura: UNR

Tecnica:

porcellana

Descrizione:

All’interno dell’acceso dibattito sull’industria artistica che infiammò tra gli anni Venti e Trenta il contesto di ricerca italiano, le ceramiche di Ponti per la Richard Ginori si distinsero, nonostante la loro moderna impostazione formale, per un peculiare sincretismo stilistico intriso di richiami ad epoche remote e alla classicità, come nel caso del servizio “Barbara”, realizzato in diverse versioni cromatiche e con differenti decori. Servizio da caffè composto da caffettiera, zuccheriera e cremiera. I pezzi sono realizzati in porcellana dipinta in bianco e blu con dettagli dorati.

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Titolo dell'opera:

Buffet

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Buffet

Tipologia:

buffet

Epoca:

1928 - 1928 - XX

Inventario:

GX1993.124

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 90; Larghezza: 260; Profondità: 58

Tecnica:

legno dipinto

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Descrizione:

Il buffet disegnato dall’architetto Bruno Paul, dalla forma geometrica pura, rigorosa e austera, senza alcun motivo decorativo e connotata dalle fasce bombate sovrapposte, fu esposto nel 1928 nella sezione tedesca all’Esposizione d’Arte Decorativa Moderna presso il grande magazzino Macy’s di New York. Pubblicato sulla rivista “Domus” fu particolarmente lodato da Gio Ponti per la sua originale armonia cromatica, ottenuta attraverso l’inedito accostamento dell’ocra-pistacchio con l’argento dei contorni e il bianco della lastra di marmo. Buffet di forma allungata in legno dipinto e marmo. L'arredo è privo di motivi decorativi ma attira l'attenzione per i volumi bombati delle fasce di legno verdine contrapposte alle linee della lastra di marmo bianco.

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Titolo dell'opera:

Sala da pranzo di Villa Bedarida a Livorno

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sala da pranzo di Villa Bedarida a Livorno

Tipologia:

ambiente

Epoca:

1937 - 1937 - XX

Inventario:

GX1993.199.1-13

Misure:

Unità di misura: UNR

Tecnica:

legno di acero verniciatura

Descrizione:

Nel 1936-1937 l’architetto milanese Piero Bottoni realizza a Livorno il progetto di risistemazione della casa di Umberto Bedarida, imprenditore e studioso di cultura ebraica, e sua moglie Laura Franco, pittrice e scultrice. Oltre al progetto architettonico, Bottoni disegna per la casa anche i mobili, tra cui Il tavolo e le dodici sedie in acero bianco e pero laccato nero, ora esposti alla Wolfsoniana. L’intervento di Bottoni consiste in una profonda trasformazione di una casa tradizionale ottocentesca in una villa moderna, in cui vengono introdotti i concetti del razionalismo: distribuzione funzionale degli spazi, decorazione di interni senza ornamenti e ampi spazi. Il set per la sala da pranzo s’intonava alla soluzione complessiva dell’ambiente: il piano del tavolo ovale ricoperto di cristallo smerigliato rifletteva la luce del lungo lampadario traforato appeso sopra e il colore giallo dorato delle pareti. L’acquario, posto all’interno di un tramezzo si inseriva nel gioco delle luci e dei riflessi. Dalla sala si apriva l’accesso al vestibolo con la scala elicoidale in cemento armato con le balaustre in lastre di cristallo, incassate senza alcun montante di ferro, e corrimano in pero lucidato nero, come il piano del tavolo. Fornitura per la sala da pranzo di Villa Bedarida a Livorno, comprendente il tavolo e otto sedie. I mobili sono realizzati in legno di acero e pero tinteggiati di nero. Il tavolo presenta un inserto centrale in cristallo mentre le sedute delle seggiole sono rivestite di ciniglia di velluto.

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Titolo dell'opera:

Vasi Vendemmia

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Vasi Vendemmia

Tipologia:

vaso

Epoca:

1929 - 1929 - XX

Inventario:

MWJ167

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 24,5; Larghezza: 19,5; Profondità: 12,5

Tecnica:

terracotta- invetriatura

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Descrizione:

Il soggetto del motivo decorativo dei due vasi Vendemmia è ricorrente nelle opere di Gio Ponti, architetto milanese e direttore artistico della fabbrica di porcellane Richard Ginori. A partire dal 1923 l’antica manifattura fiorentina tende di rinnovare la propria produzione ispirandosi alle nuove tendenze moderniste. Gio Ponti è protagonista di questo rinnovamento: ispirandosi alle forme e ai soggetti tradizionali e classiche della produzione storica di ceramica, elabora nuovi modelli raffinati ed eleganti, allineati alle tendenze decò e del Novecento, promuovendoli attraverso le partecipazioni alle mostre, tra cui l’Esposizione Internazionale di Arti Decorative di Parigi del 1923, le Biennali di arte decorativa di Monza e le Triennali di Milano, e sulle pagine della rivista “Domus”, da lui fondata nel 1928.
I soggetti legati alla raccolta dell’uva e alla preparazione del vino vennero ideati nel 1927 per la taverna Alla Penna a Milano, per la quale Gio Ponti elaborò il progetto di arredo e di decorazione degli interni, assieme agli altri architetti del gruppo Labirinto. Il tema ebbe un tale successo che Ponti lo traspose in diversi oggetti in ceramica, prodotti in serie dalla Richard Ginori. I disegni che decorano i vasi della Wolfsoniana si ritrovano in due delle quattro piastrelle ("Il raccolto" e "Il trasporto", 1927), sui piatti dedicati al tema della vendemmia e nel gruppo scultoreo "La terra promessa" realizzato con Italo Griselli (1927-1930). Coppia di vasi in terracotta invetriata decorati con figure legate alla vendemmia e alla preparazione del vino.

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Titolo dell'opera:

Vaso con levrieri

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Vaso con levrieri

Tipologia:

vaso

Epoca:

1930 - 1930 - XX

Inventario:

GX1993.384

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 50; Larghezza: 32

Tecnica:

terracotta- invetriatura

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Descrizione:

Davide Fabbri fonda a Roma nel 1921, in collaborazione con Renzo Cellini, la fabbrica di ceramiche artistiche "La Salamandra"; ma con l’acquisto del marchio da parte della Buitoni la fornace viene trasferita l’anno successivo a Perugia e nel 1930, in occasione della Quarta Triennale Internazionale di Monza, presenta una selezione del suo repertorio all’interno della Galleria della Ceramica, ordinata dall’architetto Tommaso Buzzi. Tra le ceramiche esposte compariva anche questo Vaso con levrieri, opera connotata nelle sue forme eleganti e monumentali dalla fusione tra il gusto déco e le inflessioni novecentiste allora imperanti. Impreziosita dalla tinta turchese a smalto, la struttura del vaso presenta un corpo ovoidale con superficie scanalata e un massiccio piede circolare. Dal collo cilindrico parte il ricciolo che costituisce le anse del vaso, all’interno delle quali si inseriscono le sagome stilizzate di due scattanti levrieri.

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Titolo dell'opera:

Servizio da tavola "Monza"

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Servizio da tavola "Monza"

Tipologia:

servizio da tavola

Epoca:

1925 - 1925 - XX

Inventario:

GX1993.318

Misure:

Unità di misura: UNR

Tecnica:

Terracotta invetriata policroma

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Descrizione:

Il servizio da tavola Monza, o detto anche Margherita per il decoro dei piatti che simula le corolle del fiore, fu esposto da Andlovlitz alla Seconda Biennale di Monza del 1925. L’artista, che nella sua funzione di art director della Società Ceramica Italiana di Laveno sviluppò, come Gio Ponti con la Richard Ginori, una fruttuosa collaborazione tra progettista e industria della ceramica, si avvicina in quest’epoca ai modelli iconografici e stilistici delle Wiener Werkstätten. Gli elementi di corredo di questo servizio si connotano infatti, in linea con una tra le principali tendenze espressive dello stile déco, per un gusto neo-settecentesco, caratterizzato da stilizzati e ironici motivi decorativi. Servizio da tavola in terracotta invetriata e dipinta con una decorazione di figure e corolle fiorite.

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Titolo dell'opera:

Poltrona

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Poltrona

Tipologia:

poltrona

Epoca:

1920 - 1920 - XX

Inventario:

GX1993.206.1-2

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 117; Larghezza: 61; Profondità: 53

Tecnica:

legno di noce- intaglio

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Descrizione:

Ettore Zaccari si dedicò all’ebanisteria sin da giovanissimo e, dopo aver frequentato l’Accademia di Brera e la Scuola Civica d’Arte del Castello Sforzesco, apre una bottega a Milano in via Pisacane, la cui attività proseguì anche dopo la sua morte nel 1922. Questa poltrona fu esposta nel 1923, in coppia con un’altra identica, nella sala da pranzo presentata nella sezione lombarda alla I Biennale di Monza. Tale sala da pranzo, premiata con il diploma d’onore, fu eseguita dalla bottega Zaccari, che disegnò pure le tappezzerie e le decorazioni murali in uno stile che guardava alla tradizione del mobile rinascimentale ma anche alla lezione dei mobilieri francesi, in particolare a Maurice Dufrène, nell’esuberante e fitta decorazione a intaglio del legno lucidato. Poltrona in legno di noce lucidato di nero. L'ampia e movimentata decorazione dello schienale è delimitata da una sequenza di linee verticali terminanti in due volute dorate.

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Titolo dell'opera:

Poltrona decorata con conchiglie

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Poltrona decorata con conchiglie

Tipologia:

poltrona

Epoca:

1923 - 1923 - XX

Inventario:

GD1994.67

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 83; Larghezza: 65; Profondità: 65

Tecnica:

legno- pittura

Descrizione:

Pittore, illustratore e scenografo, Vittorio Grassi si accosta a Duilio Cambellotti nel comune interesse per il mondo rurale, in particolare quello dell’Agro Romano, a cui entrambi si ispirano nel disegno di arredi. Illustrati sulla rivista “La Casa”, alla quale entrambi collaborano in quegli anni, i loro mobili presentano forme semplificate in massello di legno a incastro, senza chiodi. In occasione della sezione romana della I Biennale di Monza del 1923 Grassi progetta tre ambienti: la saletta da pranzo, la camera da letto per signorina e una camera matrimoniale con mobili color carta da zucchero, caratterizzati da decorazioni argentee e dal motivo decorativo della conchiglia. Questa sala, da cui proviene la poltroncina della Wolfsoniana, fu acquistata alla Biennale monzese dal professor Giuseppe Lugli di Roma, amico dell’artista. La poltrona fu realizzata d FIM, Fabbrica Italiana Mobili, che aveva sede a Torino. Poltrona in legno dipinto con un decoro di due conchiglie spiraliformi sullo schienale.

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Titolo dell'opera:

Fontana con uccellini

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Fontana con uccellini

Tipologia:

fontana

Epoca:

1925 - 1925 - XX

Inventario:

GX1993.62

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 165; Larghezza: 38

Tecnica:

ferro battuto

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Descrizione:

Allievo di Alessandro Mazzucotelli, Carlo Rizzarda, raggiunto nel 1926 il successo internazionale, acquista nella natia Feltre un antico palazzo, arredandolo con la sua collezione d’arte e i suoi ferri battuti. Dopo la sua morte tale edificio diventa la sede del Museo Rizzarda, nella cui raccolta compaiono diverse opere dell’artista, datate tra il 1923 e il 1926 e caratterizzate dal motivo decorativo degli uccellini, utilizzato anche dal suo maestro Mazzucotelli. Accanto a tale tema la Fontana con uccellini della Wolfsoniana presenta anche quello della “fontana gelata”, elaborato negli anni di diffusione del gusto déco in molteplici varianti linguistiche ed espressive e qui risolto da Rizzarda attraverso la realizzazione di raggelati zampilli metallici. Fontana in ferro battuto, con numerosi getti d'acqua zampillanti e una coppia di uccellini sul bordo della vasca.

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