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Titolo dell'opera:

Orologio

Acquisizione:

Matteo Luxoro 1945 Genova - legato

Ambito culturale:

Manifattura svizzera

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Orologio

Tipologia:

orologio da mensola

Epoca:

1750 - 1800 - sec. XVIII

Inventario:

M.G.L.152

Tecnica:

legno intagliato, laccato e dipinto

Ultimi prestiti:

Un'ostinata illusione: la misurazione del tempo e gli orologi Luxoro - Genova - 2004

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Descrizione:

Pendola da mensola in legno intagliato, laccato e dipinto, bronzo sbalzato e dorato. Cassa riccamente decorata con elementi fitomorfi in bronzo dorato, con fastigio nello stesso materiale a forma di fiamma. sul fondo rosso ramages di fiori dipinti policromi.

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Titolo dell'opera:

Orologio

Acquisizione:

Matteo Luxoro 1945 Genova - legato

Ambito culturale:

manifattura italiana

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Orologio

Tipologia:

Orologio da tavolo

Epoca:

1850 - 1900 - sec. XIX

Inventario:

M.G.L.1213

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 60; Larghezza: 35; Profondità: 20

Tecnica:

legno intagliato e dorato

Ultimi prestiti:

Un'ostinata illusione: la misurazione del tempo e gli orologi Luxoro - Genova - 2004

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Descrizione:

L'orologio si può ricollegare al gusto storicistico di fine Ottocento. Orologio da tavolo con cassa in legno laccato, a nucleo circolare, ma sagomata secondo il gusto rocaille, mediante fogliami in legno intagliato e dorato disposto a festoni formanti il fastigio in alto e, in basso, piedi leonini appoggiati a un basamento. Quadrante circolare in ottone dorato con cifre arabe e parte centrale in metallo dipinto rosso, come le lancette. Si tratta di un esempio di revival neosettecentesco.

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Titolo dell'opera:

Orologio

Acquisizione:

Lazzaro Giovanni Battista Frugone 1953 Genova - legato

Ambito culturale:

manifattura svizzera

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Orologio

Tipologia:

pendola

Epoca:

1671 - 1774 - sec. XVIII

Inventario:

G.P.B.2721

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 77; Larghezza: 48

Tecnica:

cassa in legno laccato, bronzo sbalzato e fuso

Ultimi prestiti:

Un'ostinata illusione: la misurazione del tempo e gli orologi Luxoro - Genova - 2004

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Descrizione:

Pendola da mensola con cassa dipinta di giallo e con fondo ricoperto da scagliette dorate con un effetto simile alla vernis Martin, decorata da ghirlande di fiori dipinte in policromia e da una serie di elementi bronzei di gusto rococò che sottolineano i profili esterni e riempiono la zona sottostante il quadrante. Il coronamento è costituito da un complesso motivo in bronzo formato da fiori, elementi a fiamma e fitomorfi in trecciati fra loro. Quadrante in smalto bianco con cifre nere arabe per i minuti, romane per le ore.

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Titolo dell'opera:

Le tre Sture

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Le tre Sture

Tipologia:

scultura

Epoca:

1898 - 1898 - XIX

Inventario:

GC2001.1

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 80; Larghezza: 45; Profondità: 57

Tecnica:

gesso

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Descrizione:

Questo bozzetto preparatorio per la fontana monumentale realizzata per l’Esposizione Nazionale di Torino del 1898 al Parco del Valentino documenta l’apice della produzione plastica di Cometti che, allievo e collaboratore di Leonardo Bistolfi, divenne successivamente una figura di primo piano nell’ambito della produzione di arredi, imponendo una sua versione personale dello stile liberty e, successivamente, del gusto déco di respiro internazionale. Bozzetto in gesso di una composizione piramidale formata da figure femminili.

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Titolo dell'opera:

La fabbrica

Autore/ Manifattura/ Epoca:

La fabbrica

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1901 - 1901 - XX

Inventario:

GX1993.452

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 67; Larghezza: 171

Tecnica:

olio su tela

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Descrizione:

L’opera, che faceva parte di un trittico comprendente altri due dipinti, Il Parco e Fontana del parco, fu realizzata per commemorare l’ampliamento e la ristrutturazione della Manifattura Arte della Ceramica di Fontebuoni, al cui nome originario fu aggiunto quello della località nella quale, per volere del nuovo socio il conte Giustiniani, fu trasferito l’intero complesso. Non concordando tuttavia con l’indirizzo commerciale che il Giustiniani intendeva dare alla produzione, Chini abbandonò già nel 1904 l’azienda, che tre anni dopo fu costretta a chiudere. Nel dipinto sono raffigurati in primo piano, sullo sfondo di un paesaggio industriale, la moglie di Chini, Elvira, lo stesso artista con la tavolozza in mano, il cugino Chino Chini e un personaggio non identificato.

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Titolo dell'opera:

Sciallo di Mazzini

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sciallo di Mazzini

Tipologia:

scialle

Epoca:

XIX - 1869 - 1869

Inventario:

45

Utilizzo:

Indossare

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Descrizione:

Lo sciallo è di lana a quadretti bianchi e neri, con frange e scritta commemorativa ricamata su un fronte risultante dalla piegatura. Avvolse Carlo Cattaneo, morto nel 1869, e poi anche Giuseppe Mazzini durante la sua malattia e nella morte. L'oggetto porta scritta a ricamo la sua storia: “Questo panno che fu di CARLO CATTANEO e ne ravvolse la salma il 6 febbraio 1869 ebbe caro come suo ricordo GIUSEPPE MAZZINI e lui coprì malato e morto il 10 marzo 1872. AG. BERTANI”. Lo scialle di Giuseppe Mazzini è un plaid – o più precisamente un maud, coperta di lana grezza a due colori naturali – usata come capo di vestiario e fino ai suoi ultimi momenti Carlo Cattaneo, conservato da Mazzini e dallo stesso usato nella malattia fino al momento della morte, poi a sua volta passato ad Agostino Bertani e infine impiegato per coprire Maurizio Quadrio alla sua fine. Ecco perché si tratta di un oggetto di grande valore simbolico e storico, passato tra le mani di quattro protagonisti del Risorgimento italiano: un manufatto nato come oggetto d’uso poi divenuto testimone di ricordo, cimelio, infine reliquia.

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Titolo dell'opera:

Il volano

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Il volano

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1914 - 1914 - XX

Inventario:

GX1993.459

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 97; Larghezza: 197

Tecnica:

olio su tela

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Descrizione:

Dopo gli anni di formazione a Torino, dove frequenta l’Accademia di Belle Arti, Cominetti nel 1902 si trasferisce assieme al fratello Gian Maria a Genova, dove frequenta Plinio Nomellini e si afferma come uno tra i principali interpreti delle emergenti tendenze simboliste. Nel 1909, anno della sua partecipazione al Salon d’Automne, si trasferisce col fratello a Parigi ed entra in contatto con gli ambienti dell’avanguardia. In questo periodo si colloca la sua vicinanza al futurismo, anche se la sua adesione al movimento è respinta da Umberto Boccioni. Olio su tela raffigurante tre figure in atteggiamento giocoso; le due figure in primo piano impugnano nella mano destra una racchetta da badminton.

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Titolo dell'opera:

Esilio di Giuseppe Mazzini

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Esilio di Giuseppe Mazzini

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1801 - 1900 - XIX

Inventario:

116

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 36,5; Larghezza: 28,6

Tecnica:

olio su tavola

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Descrizione:

Andrea Gastaldi, che gli inventari storici del Museo riportano come l’autore del dipinto, probabilmente è il giovane che viene ricordato da Emanuele Celesia nella Storia dell’Università di Genova per un episodio piuttosto movimentato: il 21 giugno 1820, giorno della festa di San Luigi, scoppiò una rissa nella chiesa dell’Università tra gli studenti e quelli del Collegio Reale, in occasione della quale Gastaldi e Mazzini finirono arrestati. La protesta degli altri studenti fu però così forte che i direttori del Collegio Reale si videro costretti a chiedere la liberazione dei due, che furono poi trionfalmente scortati alle loro case. Da quel momento, Mazzini divenne una figura di riferimento per i suoi compagni, che lo ammiravano profondamente. Attorno a sé raccolse i giovani più vivaci, coraggiosi e idealisti, dando inizio a quel percorso di impegno per la libertà che avrebbe portato avanti senza mai tirarsi indietro. Nel ritrarre l’esule che, sullo sfondo di un paesaggio tipicamente genovese (le colline e i forti) si allontana dalla Patria, l’autore rappresenta le vicende dell’amico, costretto nel 1831 ad un esilio che durò tutta la vita. Il dipinto rappresenta Giuseppe Mazzini sulla via dell’esilio, che volgendosi indietro si accomiata dall’Italia.

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Titolo dell'opera:

Mazzini Giuseppe sul letto di morte

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Mazzini Giuseppe sul letto di morte

Tipologia:

dipinto

Epoca:

1883 - 1883 - XIX

Inventario:

122

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 48; Larghezza: 65

Tecnica:

Tela-olio

Descrizione:

Nei primi giorni del 1872 Mazzini, sentendo approssimarsi la fine, sentì forte il desiderio di rientrare in Italia. Avrebbe voluto recarsi a Genova, dove ancora viveva una sua sorella, Antonietta Massuccone, ma non fu possibile proprio per alcune remore morali addotte dalla stessa. Mazzini si recò dunque a Pisa, dove spirò il 10 marzo 1872 attorniato da alcuni amici fedeli e avvolto nel celebre “sciallo” che già era stato usato da Carlo Cattaneo nei suoi ultimi momenti. Ciò è testimoniato da immagini fotografiche e dipinti, fra cui il nostro, in cui però il pattern della coperta è leggermente modificato e ampliato rispetto all’originale. Ritratto di Mazzini Giuseppe sul letto di morte, con gli occhi chiusi e una coperta a scacchi marrone sul petto.

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Titolo dell'opera:

Sigillo di Giuseppe Mazzini

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Sigillo di Giuseppe Mazzini

Tipologia:

sigillo

Epoca:

sec. XIX - 1801 - 1900

Inventario:

Cat. 150

Misure:

Tipo di misura: area; Unità di misura: cm; Valore: 5x2

Utilizzo:

Pressare la cera su foglio

Ultimi prestiti:

Il Re Denaro. Le monete raccontano Genova, fra arte, lusso e parsimonia - Genova, Palazzo della Meridiana, Febbraio - Giugno 2021

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Descrizione:

Sigillo con manico in legno e l'estremità metallica con incisa la lettera "M". In una piccola sezione espositiva, all'interno dell'appartamento che fu abitato dalla famiglia Mazzini e dove Giuseppe nacque, oggi sede dell’Istituto Mazziniano - Museo del Risorgimento di Genova, è ricostruito lo studiolo del giovinetto, dove spiccano alcuni strumenti che egli utilizzava per scrivere e in parte qui esposti. Dal portacarte rivestito di pelle nera, con inciso, sul coperchio a ribalta, il nome Joseph, alla cassetta portatile con penne e calamaio, all’astuccio con i piccoli occhiali tondi, al cifrario per comunicare segretamente. Oltre ai preziosi quaderni giovanili, scritti con la inconfondibile grafia minuta e affidata a fogli sottilissimi, in carta velina (gli Zibaldoni), si trova anche il doppio sigillo in metallo che da un lato reca incisa l'iniziale del cognome “M”, dall'altra il diminutivo di Giuseppe, “Pippo”, come era affettuosamente chiamato da familiari e amici.
Si tratta di cimeli particolarmente significativi perché raccontano la enorme importanza che la scrittura e le epistole rappresentarono nella vita di Mazzini, elementi fondamentali per la sua attività politica e rivoluzionaria. Attraverso le sue fitte, instancabili missive, egli seppe guidare a distanza i moti del Risorgimento italiano tenendo vivi i suoi insegnamenti. Queste corrispondenze ci mostrano altresì l’uomo che si cela dietro al pensatore e sono preziose per ricostruire la memoria di un eroe complesso, capace di grandi slanci emotivi e segnato da una profonda umanità.

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