Nell’aprile del 1924 Antonio Rubino, illustratore ormai noto grazie alla lunga collaborazione con il “Corriere dei Piccoli” e all’intensa attività nel campo dell’editoria, si accingeva a presentare al pubblico la sua parallela ricerca pittorica in occasione di una mostra da tenersi a novembre nelle sale di Bottega di Poesia, celebre galleria milanese impegnata sul versante artistico e editoriale. In vista di tale evento, come riportato da Santo Alligo nella sua recente monografia sull’artista, Rubino richiese, attraverso una lettera nella quale delineava alcune proposte di collaborazione, l’appoggio di Arnoldo Mondadori. Tra tali proposte spiccava il progetto di realizzare un ambiente decorato per i bimbi, costituito da un tavolo, sedie, sgabelli, arca per giocattoli-bibliotechina, scrittoio e da tre grandi pannelli pittorici, intitolati "Il paese delle fiabe", "Il bimbo buono" e "Il bimbo cattivo". Al di là della leggera discrepanza nel titolo di uno dei suddetti pannelli – "La città dei sogni" e non "Il paese delle fiabe" – questa cameretta sembra corrispondere esattamente a quella esposta all’interno dell’allestimento permanente della Wolfsoniana, sede museale della collezione donata nel 2007 da Mitchell Wolfson Jr. alla Fondazione regionale per la Cultura e lo Spettacolo di Genova.
Mondadori, a cui Rubino proponeva anche, in cambio di una sovvenzione nella fase preparatoria della mostra, la stampa di alcuni soggetti simbolici nel formato cartolina e l’esclusività per la riproduzione dei mobiletti, rispose di non essere in grado di assecondare la sua richiesta, a causa dei troppi impegni di lavoro; ma non escludeva comunque di poter stipulare un accordo per la realizzazione del suddetto arredo. Non esistono tuttavia fonti documentarie che attestino un seguito a questi primi accordi e che chiariscano se la stanzetta, a quest’epoca, fosse stata già realizzata.
Documentata è invece la collaborazione tra Rubino e l’ “Industria veneziana mobili laccati” che, fondata da Vittorio Lampronti e Giorgio De Tomi nel 1928, oltre a riproduzioni dall’antico, riprendeva anche, in chiave moderna, la tradizione artigianale veneziana dei mobili laccati . Attiva sino al 1934, la ditta partecipò nel 1928 al concorso delle Tre Venezie per l’arredamento della casa presentando una cameretta composta da due sedie, poltroncina, scrivania, letto con comodino, armadio e decorata con immagini derivate dalle storie di un celebre personaggio disegnato da Rubino per la rivista illustrata “Il Balilla”, a cui l’artista collaborò ininterrottamente dal 1927 al 1929. Le decorazioni dei mobili riprendevano infatti l’effige di Lio Balilla che, raffigurato in camicia nera con un’incongrua stella gialla sul petto, interpretava in maniera divertente ma ideologicamente corretta lo spirito fascista; tanto da appassionare, secondo una dichiarazione dello stesso Rubino, il duce in persona.
A questa cameretta per bambini ne seguirono probabilmente altre ispirate ai personaggi delle illustrazioni di Rubino, come documentano alcuni superstiti mobili conservati in collezioni private; l’unica preservata integralmente è tuttavia quella esposta alla Wolfsoniana. In essa, peraltro, la corrispondenza tra i mobili e i pannelli che li inquadrano rimanda con molta probabilità a una specifica committenza, a suo tempo attribuita – anche qui però senza alcuna diretta conferma documentaria - a un commilitone dell’artista, il commendator Giani di Busto Arsizio, proprietario di una fabbrica di tessuti.
La realizzazione della cameretta corrisponde in ogni caso a una delle fasi più felici della sua ricca e poliedrica attività artistica che, inizialmente contrassegnata da stilemi simbolisti e da temi iconografici macabri e goticheggianti, peculiari ad alcuni filoni espressivi della grafica art nouveau, ben presto si riconvertì nella rigorosa geometria del segno e nelle simmetrie compositive dell’impaginato, soluzioni più pertinenti al gusto déco.
Questo ambiente completo per bambini rispecchia in maniera esemplare il suo esclusivo rapporto con il mondo dell’infanzia che contrassegnò – in parte a scapito di una sua prolungata aspirazione a cimentarsi anche in opere per adulti - la sua intensa attività artistica, sino a identificarsi del tutto con la sua personale e riconoscibile cifra stilistica. Camera da letto per bambini composta da un armadio, due sedie, un tavolo, mobile porta giochi, scrittoio e comodino, tutti realizzati in legno dipinto. Tre pannelli in tempera su tela, intitolati "Il bimbo buono", "Il bimbo cattivo" e "La città dei sogni", decorano le pareti della stanza.
La cameretta presenta, oltre al lineare disegno dei mobili, una decorazione unitaria, sia nei tre pannelli dipinti, sia nei singoli elementi d’arredo, tra cui spiccano le due seggioline la cui forma antropomorfa riproduce un bambino seduto.