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Titolo dell'opera:

Lettera di Cristoforo Colombo a Nicolò Oderico

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore:

Colombo, Cristoforo

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1504/12/27 - 1504/12/27 - XVI

Inventario:

4238

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Colombo è appena tornato dal suo quarto ed ultimo viaggio e constata, tra le molte amarezze che gli ha riservato il rientro, che nessuna risposta gli è pervenuta da Genova alla sua lettera del 2 aprile 1502. Le lettere in realtà erano state spedite attraverso il nuovo ambasciatore genovese alla corte di Spagna, Gerolamo Di Negro, ma non vennero mai recapitate né a Cristoforo, né al figlio. Colombo è amareggiato e deluso: scrive che "chi serve al comun non serve a nessun". Quindi comunica all'amico la morte della regina Isabella e i problemi che incontra il figlio Diego a entrare in godimento dei suoi diritti.

Troncati ormai definitivamente i rapporti con Genova, salvo le amicizie personali, per Colombo inizia così, tra l'agio materiale di denaro e servitori ma l'angoscia personale per le proprie malattie in peggioramento e il futuro dei discendenti, l'ultimo periodo della sua vita che si chiuderà con la morte, a Valladolid presso la Corte spagnola, il 20 maggio 1506. Lettera manoscritta.

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Titolo dell'opera:

Lettera di Cristoforo Colombo ai Protettori delle Compere di San Giorgio

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore:

Colombo, Cristoforo

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1502/03/21 - 1502/03/21 - XVI

Inventario:

4237

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Colombo esprime nostalgia e dichiara "benché il corpo sia qui, il cuore è lì di continuo" e raccomanda il figlio Diego alla Repubblica. In cambio annuncia che la decima parte delle sue rendite sarà resa a Genova a sconto della gabella del grano, del vino e degli alimentari: quindi preannuncia l'invio del suo Libro dei privilegi, perché venga conosciuto e custodito per opporsi all'azione di delegittimazione che la corte ha intrapreso nei suoi confronti.

Lettera manoscritta.

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Titolo dell'opera:

Lettera di Cristoforo Colombo a Nicolò Oderico

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore:

Colombo, Cristoforo

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1502/03/21 - 1502/03/21 - XVI

Inventario:

4236

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Nel 1502, a corte cresce l'ostilità contro Colombo e i suoi famigliari. In questo clima psicologico di solitudine, si alimenta la nostalgia per Genova, ma soprattutto conta la preoccupazione per il futuro del figlio legittimo, don Diego: da molti segnali a corte, Cristoforo ha la sensazione che alla sua morte, il figlio verrà esautorato da molti dei privilegi che ha accumulato. Per questo corre ai ripari, invia a Genova due copie dei suoi "Privilegi" - il Codice omonimo - e intraprende un'azione presso il Banco di San Giorgio per cercare un protettore per gli interessi del figlio. Lettera manoscritta.

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Titolo dell'opera:

Codice dei privilegi di Cristoforo Colombo

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore:

Colombo, Cristoforo

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1502 - 1502 - XVI

Inventario:

4235

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Preannunciato dalla lettera ai Protettori, il "Codice" arrivò a Genova attraverso Francesco Rivarolo, armatore e mercante residente a Siviglia, che lo consegnò all'ambasciatore Oderico con l'incarico di conservarlo per i figli del Navigatore, qualora ne avessero avuto bisogno per i loro contenziosi giuridici. Gli eredi di Oderico, nel 1670 donarono il codice alla Repubblica.

Scritto da uno, o più copisti spagnoli, contiene la raccolta organica di tutti gli atti notarili e documenti che comprovano la scoperta e i diritti a lui attribuiti dai spagnoli. Il documento venne redatto in quattro copie: uno venne affidato a padre Gorricio, del con-vento di Las Cuevas di Siviglia, forse il migliore amico di Colombo; un'altra inviata nelle Indie con il procuratore di Colombo, Carvajal, che ne aveva necessità per difendere gli interessi dell'ammiraglio, e ben due copie vennero affidate, in tempi diversi a Nicolò Oderico perché li conservasse a Genova e li affidasse al Banco di San Giorgio.

I primi due volumi andarono smarriti nel corso dei secoli: rimane a Providence (USA, Rhode Island) solo un estratto del Codice, probabilmente successivo e fatto redigere dai discendenti di Colombo. I due manoscritti inviati a Genova, invece, rimasero per decenni negli archivi di famiglia degli Oderico e poi passarono all'archivio della Repubblica: qui vennero asportati dagli emissari napoleonici francesi e solo la copia che si presenta tornò nella città, restando l'altra a Parigi.

Il Codice - ricco di decorazioni e piccole miniature di carattere esotico - venne terminato il 22 marzo 1502, e presenta anche una carta ricevuta appena una settimana prima da Valencia de la Torre. È identificabile per via della "sacca di cordovano rosso" con la quale venne originariamente inviato e che ancora oggi correda il documento. Codice manoscritto con copertina in cuoio.

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Titolo dell'opera:

Cappella affrescata con Immacolata, martirio di San Giovanni Battista, martirio di San Lorenzo e i quattro Apostoli

Acquisizione:

1936 post Genova - donazione

Autore:

Castello, Valerio

Tipologia:

affresco

Epoca:

1650 - 1650 - XVII

Inventario:

MSA 1017

Misure:

Unità di misura: cm; Larghezza: 170; Lunghezza: 367

Tecnica:

affresco

Descrizione:

I frammenti di affresco provengono da una cappella privata del palazzo Sacchi Nemours, in piazza San Matteo, da cui vennero strappati nel 1936 e donati al Comune. Sulla volta sono rappresentati l'assunzione della Vergine e i quattro Apostoli. Nelle lunette laterali sono raffigurati il martirio di San Giovanni Battista e il martirio di San Lorenzo, mentre le volte degli archi sono affrescate con putti e decori floreali.

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Titolo dell'opera:

Clipeo con volto di Cristo

Autore:

Della Porta, Gian Giacomo

Tipologia:

clipeo

Epoca:

1540 - 1540 - XVI

Inventario:

MSA 249

Misure:

Unità di misura: cm; Profondità: 18; Diametro: 71

Tecnica:

marmo bianco

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Descrizione:

Il tondo fu eseguito nel 1540 per la porta di Santa Caterina sulle mura orientali della città. Restò in opera fino al 1837, quando la porta fu abbattuta. Fu successivamente murato nei cosiddetti Arconi dell'Acquasola da cui fu rimosso il 16 ottobre 1877. Era in origine posto al di sopra dell'epigrafe con inv. MSA 248. Clipeo marmoreo con il volto di Cristo realizzato ad altorilievo.

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Titolo dell'opera:

Peduccio con stemmi

Ambito culturale:

Scultore lombardo attivo a Genova

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Peduccio con stemmi

Tipologia:

peduccio

Epoca:

1440 - 1460 - XV

Inventario:

MSA 516

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 129; Larghezza: 277; Profondità: 29

Tecnica:

pietra nera di promontorio

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Descrizione:

Fu acquistato dal Comune nel 1887 all'asta della collezione di Santo Varni. Peduccio d'arco di finestra decorato con due stemmi scalpellati. Ogni stemma è sormontato da un elmo con cimiero a forma di aquila. Tutto lo spazio è riccamente decorato da motivi vegetali: una testa maschie barbata emerge poco sopra il punto di impostazione dell’oggetto. Gli stemmi sono probabilmente identificabili come armi della famiglia Doria.

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Titolo dell'opera:

Crocifisso detto "dei Caravana"

Acquisizione:

Compagnia dei Caravana 1926 Genova - donazione

Ambito culturale:

ambito germanico

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Crocifisso detto "dei Caravana"

Tipologia:

scultura

Epoca:

1340 - 1340 - XIV

Inventario:

MSA 253

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 212; Larghezza: 138; Profondità: 45

Tecnica:

legno di cirmolo scolpito- dipinto

Ultimi prestiti:

LA SACRA SELVA. SCULTURA LIGNEA IN LIGURIA TRA XII E XVI SECOLO - GENOVA - 2004

Descrizione:

Attualmente il crocifisso è attribuito a un artista tedesco e datato al 1340 circa, anno in cui la Compagnia dei Caravana, costituita da lavoratori portuali di provenienza bergamasca, costruì la propria cappella all'interno della chiesa del Carmine. L'opera è stata messa in relazione con i crocifissi dolorosi della corrente renano-vestfalica per la grande forza espressionistica e per il corpo scarno e contratto (cfr. Crocifisso di Santa Maria Im Kapitol, Colonia, primo decennio del Trecento), dai quali però si discosta per una minore esasperazione (Botto 1994, pp. 8-14, 45; Di Fabio 2004, pp. 124-125). Privo della croce originale, era forse dotato di una croce gemmata a imitazione dell'albero della vita, come gran parte di questi. Il crocifisso dei Caravana si avvicina a quello della chiesa di San Pietro a Gimignano e a quello della chiesa di Santa Margherita a Cortona, tanto da poter ipotizzare che siano opera della stessa mano (Di Fabio 2004, p. 124). Si colloca, inoltre, a circa un trentennio dalla realizzazione del crocifisso della chiesa della Maddalena, anch'esso opera di un artista tedesco attivo. Il manufatto, perciò, si inserisce nel panorama culturale della Liguria di inizio Trecento, caratterizzato dalla presenza di artisti provenienti dall'area tedesca entrati in contatto e influenzati dalla cultura artistica pisana, senese e umbra (Di Fabio 2004, p. 124; Donati 2004, pp. 25-27). Cristo crocifisso rappresentato con il corpo scarno e contratto, il capo reclinato sul petto e cadente verso destra con gli occhi chiusi e la bocca aperta, le braccia tese. I fianchi sono cinti da un perizoma con due lembi ricadenti. Un grumo di sangue fuoriesce dalla profonda ferita nel costato e la pelle del piede destro è lacerata, lasciando scoperte le ossa.

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Titolo dell'opera:

Coltellaccio

Acquisizione:

Eredi Serra 1931 - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Coltellaccio

Tipologia:

arma bianca

Epoca:

1701 - 1800 - XVIII

Inventario:

3346

Misure:

Unità di misura: cm; Lunghezza: 61

Tecnica:

ferro

Torna al Focus:
Descrizione:

Coltello.

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Titolo dell'opera:

Ampolla contenente le ceneri di Cristoforo Colombo

Acquisizione:

Repubblica S.Domingo sec. XIX, fine - donazione

Ambito culturale:

ambito genovese

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Ampolla contenente le ceneri di Cristoforo Colombo

Tipologia:

reliquiario a teca

Epoca:

1501 - 1550 - XVI

Inventario:

4240

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 50; Larghezza: 30; Profondità: 30

Tecnica:

vetro, cristallo, legno

Ultimi prestiti:

ex museid

Descrizione:

Dopo la sua morte il 20 maggio 1506, Colombo fu seppellito a Valladolid.

Per decisione dei discendenti, i resti furono traslati prima a Siviglia, dopo - tra il 1537 e il 1559 - a Santo Domingo, poi a L’Avana quindi - in seguito alla guerra contro gli Stati Uniti (1898) - ancora a Siviglia, dove oggi gli è dedicata una tomba monumentale nella cattedrale della città.

Ma nel 1877, Mons. Cocchia, nunzio apostolico a Santo Domingo, dopo aver aperto il vecchio sepolcro dei Colombo, affermava che il corpo traslato dall'isola non era quello di Cristoforo ma di Diego suo figlio, e che le spoglie ancora presenti là appartenevano al Navigatore.

Le ceneri furono donate qualche anno dopo dal governo di Santo Domingo alla Città di Genova e conservate per anni a Palazzo Tursi, nella Sala della Giunta Vecchia. Gli angoli della base della teca sono costituiti da 4 cavalli marini alati.

Sul coperchio lo stemma di Genova retto da due grifoni alati e una donna con spada e ancora.

All'interno della deca è contenuta l'ampolla di vetro con le ceneri del Navigatore.

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