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Titolo dell'opera:

Bomba incendiaria o "pignatta"

Acquisizione:

Scavi Chiesa di Sant'Andrea Genova - ritrovamento fortuito

Ambito culturale:

ambito francese

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Bomba incendiaria o "pignatta"

Tipologia:

arma da fuoco

Epoca:

1684 - 1700 - XVII

Inventario:

3259

Misure:

Unità di misura: cm; Diametro: 32

Tecnica:

ferro fusione

Descrizione:

Il bene fa parte dei reperti rinvenuti dal bombardamento di Genova del 1684. Bomba incendiaria in ferro.

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Titolo dell'opera:

Bombarda a braga su forcella

Acquisizione:

1890 Genova/ darsena - ritrovamento

Ambito culturale:

ambito genovese

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Bombarda a braga su forcella

Tipologia:

cannone da murata

Epoca:

- XV

Inventario:

3726

Misure:

Unità di misura: cm; Diametro: 17.5; Lunghezza: 176

Tecnica:

ferro battuto

Descrizione:

Poteva sparare una palla di pietra da 4 libbre (Kg 1,250) oppure una “metraglia” composta da scaglie di pietra o rottami metallici; questo tipo di munizione era particolarmente devastante contro gli equipaggi nemici a distanza ravvicinata nelle fasi che precedevano l’abbordaggio.

Nella prima metà del cinquecento queste bombarde a braga in ferro costituivano dei residuati del secolo precedente essendone cessata da tempo la produzione; il loro impiego sulle galee e sulle navi mercantili in supporto ai moderni pezzi ad avancarica di bronzo, era dettato unicamente da motivazioni di risparmio economico. Si tratta di un pezzo d’artiglieria brandeggiabile: il supporto a forcella imperniato sulle murate delle imbarcazioni ne permetteva un rapido puntamento. In questo caso, mancando l’affusto in legno, il mascolo veniva contenuto in un prolungamento in ferro della parte posteriore della tromba, detto braga; esso era aperto superiormente così da permettere l’inserimento del mascolo stesso e presentava due aperture contrapposte nelle quali si inseriva il cuneo di contenimento.

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Titolo dell'opera:

Lettera dei Protettori delle Compere di San Giorgio a Cristoforo Colombo

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Lettera dei Protettori delle Compere di San Giorgio a Cristoforo Colombo

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1502/12/08 - 1502/12/08 - XVI

Inventario:

4239

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

I Protettori di San Giorgio rispondono alla fine del 1502 alla lettera di Colombo dell’aprile precedente. La missiva parte per la Spagna, tuttavia non verrà mai consegnata. Perché?

Il motivo non è mai stato chiarito e come ha indicato lo storico Paolo Emilio Taviani rimane ancora un mistero. L'ipotesi più probabile è che il nuovo "oratore" genovese (ambasciatore) presso la corte spagnola, Gerolamo Di Negro - che aveva sostituito Oderico, vecchio amico di Colombo - non la abbia ricevuta oppure abbia ritenuto ormai compromessa la successione di don Diego ai privilegi ottenuti dal padre. A fronte dei complessi rapporti tra la corte spagnola e Genova, avrà forse optato per quello che poteva essere il male minore: abbandonare Colombo e i suoi al loro destino.

In mancanza di prove o riscontri, se la negligenza della prosecuzione della lettera del Banco sia stata frutto di una scelta o semplice casualità, non può essere dimostrata. Lettera manoscritta.

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Titolo dell'opera:

Lettera di Cristoforo Colombo a Nicolò Oderico

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Lettera di Cristoforo Colombo a Nicolò Oderico

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1504/12/27 - 1504/12/27 - XVI

Inventario:

4238

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Colombo è appena tornato dal suo quarto e ultimo viaggio e constata, tra le molte amarezze che gli ha riservato il rientro, che nessuna risposta gli è pervenuta da Genova alla sua lettera del 2 aprile 1502. Le lettere in realtà erano state spedite attraverso il nuovo ambasciatore genovese alla corte di Spagna, Gerolamo Di Negro, ma non vennero mai recapitate né a Cristoforo, né al figlio. Colombo è amareggiato e deluso: scrive che "chi serve al comun non serve a nessun". Quindi comunica all'amico la morte della regina Isabella e i problemi che incontra il figlio Diego a entrare in godimento dei suoi diritti.

Troncati ormai definitivamente i rapporti con Genova, salvo le amicizie personali, per Colombo inizia così, tra l'agio materiale di denaro e servitori ma l'angoscia personale per le proprie malattie in peggioramento e il futuro dei discendenti, l'ultimo periodo della sua vita che si chiuderà con la morte, a Valladolid presso la Corte spagnola, il 20 maggio 1506. Lettera manoscritta.

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Titolo dell'opera:

Lettera di Cristoforo Colombo ai Protettori delle Compere di San Giorgio

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Lettera di Cristoforo Colombo ai Protettori delle Compere di San Giorgio

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1502/03/21 - 1502/03/21 - XVI

Inventario:

4237

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Colombo esprime nostalgia e dichiara "benché il corpo sia qui, il cuore è lì di continuo" e raccomanda il figlio Diego alla Repubblica. In cambio annuncia che la decima parte delle sue rendite sarà resa a Genova a sconto della gabella del grano, del vino e degli alimentari: quindi preannuncia l'invio del suo Libro dei privilegi, perché venga conosciuto e custodito per opporsi all'azione di delegittimazione che la corte ha intrapreso nei suoi confronti. Lettera manoscritta.

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Titolo dell'opera:

Lettera di Cristoforo Colombo a Nicolò Oderico

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Lettera di Cristoforo Colombo a Nicolò Oderico

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1502/03/21 - 1502/03/21 - XVI

Inventario:

4236

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Nel 1502, a corte cresce l'ostilità contro Colombo e i suoi famigliari. In questo clima psicologico di solitudine, si alimenta la nostalgia per Genova, ma soprattutto conta la preoccupazione per il futuro del figlio legittimo, don Diego: da molti segnali a corte, Cristoforo ha la sensazione che alla sua morte, il figlio verrà esautorato da molti dei privilegi che ha accumulato. Per questo corre ai ripari, invia a Genova due copie dei suoi "Privilegi" - il Codice omonimo - e intraprende un'azione presso il Banco di San Giorgio per cercare un protettore per gli interessi del figlio. Lettera manoscritta.

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Titolo dell'opera:

Codice dei privilegi di Cristoforo Colombo

Acquisizione:

Famiglia Oderico 1821 Genova - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Codice dei privilegi di Cristoforo Colombo

Tipologia:

manoscritto

Epoca:

1502 - 1502 - XVI

Inventario:

4235

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 30; Larghezza: 20

Tecnica:

carta- inchiostro

Descrizione:

Preannunciato dalla lettera ai Protettori, il "Codice" arrivò a Genova attraverso Francesco Rivarolo, armatore e mercante residente a Siviglia, che lo consegnò all'ambasciatore Oderico con l'incarico di conservarlo per i figli del Navigatore, qualora ne avessero avuto bisogno per i loro contenziosi giuridici. Gli eredi di Oderico, nel 1670 donarono il codice alla Repubblica.

Scritto da uno, o più copisti spagnoli, contiene la raccolta organica di tutti gli atti notarili e documenti che comprovano la scoperta e i diritti a lui attribuiti dai spagnoli. Il documento venne redatto in quattro copie: uno venne affidato a padre Gorricio, del con-vento di Las Cuevas di Siviglia, forse il migliore amico di Colombo; un'altra inviata nelle Indie con il procuratore di Colombo, Carvajal, che ne aveva necessità per difendere gli interessi dell'ammiraglio, e ben due copie vennero affidate, in tempi diversi a Nicolò Oderico perché li conservasse a Genova e li affidasse al Banco di San Giorgio.

I primi due volumi andarono smarriti nel corso dei secoli: rimane a Providence (USA, Rhode Island) solo un estratto del Codice, probabilmente successivo e fatto redigere dai discendenti di Colombo. I due manoscritti inviati a Genova, invece, rimasero per decenni negli archivi di famiglia degli Oderico e poi passarono all'archivio della Repubblica: qui vennero asportati dagli emissari napoleonici francesi e solo la copia che si presenta tornò nella città, restando l'altra a Parigi.

Il Codice - ricco di decorazioni e piccole miniature di carattere esotico - venne terminato il 22 marzo 1502, e presenta anche una carta ricevuta appena una settimana prima da Valencia de la Torre. È identificabile per via della "sacca di cordovano rosso" con la quale venne originariamente inviato e che ancora oggi correda il documento. Codice manoscritto con copertina in cuoio.

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Titolo dell'opera:

Cappella affrescata con Immacolata, martirio di San Giovanni Battista, martirio di San Lorenzo e i quattro Apostoli

Acquisizione:

1936 post Genova - donazione

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Cappella affrescata con Immacolata, martirio di San Giovanni Battista, martirio di San Lorenzo e i quattro Apostoli

Tipologia:

affresco

Epoca:

1650 - 1650 - XVII

Inventario:

MSA 1017

Misure:

Unità di misura: cm; Larghezza: 170; Lunghezza: 367

Tecnica:

affresco

Descrizione:

I frammenti di affresco provengono da una cappella privata del palazzo Sacchi Nemours, in piazza San Matteo, da cui vennero strappati nel 1936 e donati al Comune. Sulla volta sono rappresentati l'assunzione della Vergine e i quattro Apostoli. Nelle lunette laterali sono raffigurati il martirio di San Giovanni Battista e il martirio di San Lorenzo, mentre le volte degli archi sono affrescate con putti e decori floreali.

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Titolo dell'opera:

Clipeo con volto di Cristo

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Clipeo con volto di Cristo

Tipologia:

clipeo

Epoca:

1540 - 1540 - XVI

Inventario:

MSA 249

Misure:

Unità di misura: cm; Profondità: 18; Diametro: 71

Tecnica:

marmo bianco

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Descrizione:

Il tondo fu eseguito nel 1540 per la porta di Santa Caterina sulle mura orientali della città. Restò in opera fino al 1837, quando la porta fu abbattuta. Fu successivamente murato nei cosiddetti Arconi dell'Acquasola da cui fu rimosso il 16 ottobre 1877. Era in origine posto al di sopra dell'epigrafe con inv. MSA 248. Clipeo marmoreo con il volto di Cristo realizzato ad altorilievo.

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Titolo dell'opera:

Peduccio con stemmi

Ambito culturale:

Scultore lombardo attivo a Genova

Autore/ Manifattura/ Epoca:

Peduccio con stemmi

Tipologia:

peduccio

Epoca:

1440 - 1460 - XV

Inventario:

MSA 516

Misure:

Unità di misura: cm; Altezza: 129; Larghezza: 277; Profondità: 29

Tecnica:

pietra nera di promontorio

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Descrizione:

Fu acquistato dal Comune nel 1887 all'asta della collezione di Santo Varni. Peduccio d'arco di finestra decorato con due stemmi scalpellati. Ogni stemma è sormontato da un elmo con cimiero a forma di aquila. Tutto lo spazio è riccamente decorato da motivi vegetali: una testa maschie barbata emerge poco sopra il punto di impostazione dell’oggetto. Gli stemmi sono probabilmente identificabili come armi della famiglia Doria.

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